eHEALTH: rubare i dati on-line dei pazienti, ultima frontiera del cyber crimine?

di Flavio Fabbri |

VINTI

Quando si parla di cyber-crimine, ovvero di crimini informatici, si pensa sempre ai tradizionali hacker che si divertono ad attaccare i sistemi di sicurezza delle banche o dei ministeri, cercando magari di manomettere i siti on-line di enti governativi e a tante altre azioni dimostrative contro il sistema mainstream. Ma negli ultimi tempi qualcosa è cambiato e la diffusione del crackering e di altre pratiche illegali, tese a creare disordine e problematiche di varia natura ai sistemi di sicurezza collettivi, invitano a riflettere seriamente sul fenomeno. Ultimo allarme in ordine di tempo è lanciato da Websense, una delle più popolari società per soluzioni di web security al mondo: ” …Oggi questi criminali informatici inseguono altre informazioni, come i dati sanitari, registrati dai medici Usa con un software standard, che una volta intercettati, possono essere occasione per estorsioni“.

Negli Stati Uniti, infatti, i piani di eHealth hanno subito una forte accelerazione, consentendo ai pazienti e ai medici che li hanno presi in cura di utilizzare Internet per la gestione delle cartelle cliniche da remoto e per la telemedicina. E proprio qui i cyber-criminali hanno cominciato i loro attacchi ai vasti database in cui sono depositati i dati personali e clinici di migliaia di persone. Una situazione davvero pericolosa in cui qualsiasi individuo, o gruppo con finalità criminali, può utilizzare i bisogni e le esigenze di un malato per scopi di lucro o al fine di estorcere denaro. La sicurezza informatica, ancora una volta, dimostra la sua natura sociale prima che tecnologico. Dietro a tutte le brutte vicende che vi accadono ci sono sempre delle persone e degli interessi.