VINTI
In Cina la rete non è mai stata vista di buon occhio, tant’è che le misure di censura on-line sono tra le più rigide al mondo. Eppure, nazionalisti cinesi infuriati hanno annunciato un massiccio boicottaggi on-line dei prodotti ‘made in France‘, quindi una forma pubblica di dissenso sul web. Il motivo? Dimostrare la loro assoluta disapprovazione per l’incontro, previsto nel fine settimana, tra il Primo ministro francese Nicolas Sarkozy e la massima autorità spirituale buddista, il Dalai Lama.
 Il governo di Pechino ha già mostrato una forte irritazione per la decisione  dell’Eliseo di ospitare il leader tibetano, evidenziando che tale evento ha  causato di fatto uno slittamento del previsto summit tra Cina e UE, di cui  Sarkozy ha la presidenza di turno. Per determinati settori dell’opinione  pubblica cinese, però, a tale affronto bisogna reagire con più durezza e, come si  legge su numerosi siti e blog di attivisti nazionalisti, è ora di passare alle  azioni dirette, al sabotaggio on-line per l’appunto dell’economia francese. Una parvenza di libertà di espressione sul web o semplice propaganda governativa? 
  


