COPYRIGHT: caccia ai pirati in Cina, arrestate più di 4000 persone

di Flavio Fabbri |

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Arrestate più di 4000 persone in Cina per la violazione della legge sul copyright (IPRIntellectual property right), grazie ad un’operazione congiunta del ministero della Pubblica Sicurezza e la Polizia di Stato locale.

Oltre 2000 i casi di pirateria denunciati dall’Economic Crimes Investigation Bureau del ministero, in sei mesi di indagini, per un valore sul mercato pari a 350 milioni di dollari. Un dato triplicato rispetto al 2009, a testimonianza del fatto che le violazioni di copyright in Cina sono assolutamente perseguite penalmente e che, allo stesso tempo, sono in aumento.

Un colpo alla criminalità organizzata che il Governo di Pechino tende ad ostentare oltremodo, proprio in relazione alle critiche dei mesi scorsi mosse niente meno che dal Presidente degli Stati Uniti in persona, Barack Obama, che lamentava la scarsa tutela del diritto d’autore nel grande Paese asiatico. Lo stesso Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Hu Jintao, aveva dato la sua parola sull’impegno più costante della Cina nella difesa del copyright, con il conseguente irrigidimento delle pene e una lunga campagna di repressione del fenomeno.

Secondo quanto pubblicato di recente dall’americana International Intellectual Property Alliance, sono stati valutati in circa 3,5 miliardi di dollari i danni causati dalla pirateria informatica e multimediale all’industria USA durante il 2009.

Tra i prodotti più contraffati troviamo: libri (anche eBook), cd musicali, Dvd, software e i download illegali da Internet. Ovviamente, nel computo dei danni causati da beni contraffatti rientrano anche altre categorie merceologiche, come l’abbigliamento e i prodotti di lusso.

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