Banda Larga: Regione Umbria, ‘Governance difficile finché Romani non chiamerà regioni al tavolo’

di |

COMUNICATO STAMPA


I problemi tecnici, commerciali e di ‘governance’ delle telecomunicazioni andranno ulteriormente a complicarsi finché il viceministro Paolo Romani continuerà ad escludere le Regioni dai tavoli che contano, a cominciare da quello tra Governo e operatori“. Così l’assessore alle infrastrutture tecnologiche immateriali della Regione Umbria, Stefano Vinti, ha commentato “un primo e parziale accordo” tra tutti gli operatori delle telecomunicazioni raggiunto la scorsa settimana al Ministero dello sviluppo economico sulla condivisione dei cavidotti per il passaggio della fibra ottica.

Un risultato di massima, comunque positivo, che dovrà essere valutato in queste settimane dall’AgCom. Rimangono tuttavia in alto mare – secondo Vinti – le questioni riguardanti ‘governance’ e investimenti“.

Dal confronto tra i modelli tecnologici proposti da Telecom Italia, quello detto “GPon“, e dal trio Vodafone-Wind-Fastweb, denominato “punto a punto“, è emerso un prodotto ibrido. Se l’accordo tra gli operatori andasse avanti, come auspica lo stesso assessore regionale, potrebbero essere centrati gli obiettivi dell’Agenda digitale europea con l’attivazione, entro il 2020, di abbonamenti per servizi con velocità superiore a 100 megabit per il 50% degli utenti domestici, italiani e europei.

Telecom ha previsto, con un investimento di 7 miliardi di euro in otto anni, di portare la banda ultralarga al 50 per cento della popolazione italiana entro il 2018. Tra i problemi da superare per raggiungere l’accordo c’è, per l’assessore, anche l’integrazione dei 2,5 miliardi di euro previsti da Vodafone, Fastweb e Wind di investimento nella rete per cablare le 15 città più grandi d’Italia, a fronte dei 7 miliardi messi a disposizione da Telecom e ciò soprattutto nelle zone del Paese considerate “fuori mercato“.