Intervista a Elserino Piol (Pino SGR): ´Il Fondo dei Fondi, una chance per il nostro Paese, per competere nell’innovazione tecnologica…´

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CANALE PODCAST


Elserino Piol

Abbiamo intervistato Elserino Piol, Presidente di Pino SGR e membro dell’Advisory Board di Key4Biz. 
 
Al centro dei temi trattati, ci sono l’importanza di Internet come elemento di unificazione di tutto il mondo delle comunicazioni e per l’accesso dei singoli alle informazioni nella società digitale. Inoltre, vi sono nelle parole di Elserino Piol, dei richiami forti all’importanza di sapere portare, meglio e di più, l’innovazione sul mercato, cosa che va ben oltre la capacità presunta o reale di ¿fare ricerca¿ nei Paesi occidentali. 

Potete ascoltare l’intervista completa scaricando il relativo Mp3, realizzato appositamente per il Canale PodCast di Key4Biz.

 

Con il Dott. Piol abbiamo inoltre parlato delle tecnologie wireless e delle politiche di sostenimento da parte di alcuni governi, tra cui quello italiano, alla banda larga e al digitale terrestre

Abbiamo discusso di una proposta concreta avanzata proprio da Piol, che rimane uno, se non il più importante e innovativo, venture capitalist del nostro Paese: la proposta del ¿Fondo dei Fondi¿ in cui si mette assieme capitale privato e capitale pubblico.

Non va dimenticato infatti che è come se fossimo tutti congelati in un¿istantanea scattata quattro anni fa: all’inizio del 2000 quando anche in Italia finì la fase euforica della bolla. Da allora non c’è stata più una quotazione di una nuova azienda ad alta tecnologia. Molte delle start-up di fine anni ¿90 sono scomparse e nelle telecomunicazioni assistiamo ad un progressivo processo di ri-monopolizzazione su pochi grandi dominatori, sia nelle reti che nei servizi.

 

Il venture capitalist è dunque un tema quanto mai importante oggi. È opportuno ricordare che negli USA negli ultimi 30 anni il venture capital ha creato 7.6 milioni di posti di lavoro e $ 4.3 miliardi di vendite. Alla fine del 2000 le società finanziate dal venture capital hanno creato il 5.8% dei posti di lavoro, che hanno contribuito a più del 13% del PIL. In Italia esistono pochissimi fondi di venture capital high-tech/high-growth e molti di questi hanno già interamente investito il loro capitale, mentre altri dichiarano di voler uscire dall’high-tech, mentre per migliorare la nostra competitività è necessario avere una rete di fondi di venture capitalist high-tech (non bastano pochi fondi), focalizzati sul mercato italiano. Se si vuole incidere nel sistema, si tratta di avere nel medio termine più di 1 miliardo di euro destinati ai fondi di venture capital. I riferimenti sono i modelli di venture capital adottati da USA/UK, Israele ma anche India e Cina, sono i paesi con cui i nostri giovani si dovranno confrontare nel prossimo futuro; in cui si sfornano più ingegneri che comunicatori.

 
 

Tra le domande rivolte ad Elserino Piol:
 

Financing Innovation: Internet sembra aver abbracciato in pieno la sua seconda fase di sviluppo con l’esplosione dell’high-tech, che sta cominciando a mostrare anche implicazioni sociali (cambia il modo di vivere gli spazi della casa, del lavoro, dell’auto, degli spostamenti in generale, de divertimento). Cambierà anche il modo di sostenere l’innovazione tecnologica attraverso il venture capitalism in questa nuova fase di Internet?

  

Banda Larga: L’avvento delle tecnologie xDSL e il piano di conversione dal narrowband al broadband ha creato in Italia forti prospettive di crescita economica, ma inasprito anche fenomeni preoccupanti come il digital divide tra aree metropolitane e aree rurali/montane (la stragrande maggioranza nel nostro paese). Quest¿anno ci saranno oltre 5mln di linee ADSL su 11mln di clienti Internet e sono attese più di 12mln di linee attive entro il 2010, con tassi di crescita previsti per l’Italia tra i più alti in Europa. Come il fenomeno del broadband dovrà essere finanziato e gestito per creare benessere e ricchezza per il nostro paese?

 

Alcuni spunti di riflessione interessanti ve li anticipiamo: 

 

[¿] Il wireless sia fisso (WiFi, WiMax), sia mobile (UMTS, HSPDA), avrà grande successo in futuro, grazie a nuove tecnologie ancora più pervasive del GSM. Una delle più interessanti opportunità per la telefonia mobile, in particolare, è rappresentata dai paesi in via di sviluppo. Per un continente come l’Africa, la telefonia mobile rappresenta il miglior contributo tecnologico che i paesi occidentali possono dare a realtà sociali in cui il cellulare è un oggetto ancora sconosciuto. Quando i cellulari avranno un costo basso, anche questi paesi potranno colmare almeno in parte il divario digitale che li caratterizza oggi. l’aspetto più importante mi sembra, tornando al caso di Skype, che sta nascendo la telefonia gratis, così come è accaduto in passato con la nascita di Internet ¿gratis¿. Lo sforzo da parte degli operatori di servizi e dei costruttori di apparecchiature sarà di aggiungere valore alla loro offerta commerciale per recuperare il valore dei servizi non più attraverso l’accesso ma attraverso quello che sarà trasportato sulla Rete [¿];

 

[¿] Dobbiamo favorire la creazione di nuovi fondi di venture capital, i quali a loro volta potranno finanziare le imprese high-tech. È un processo in due fasi: la prima prevede che l’Amministrazione Pubblica, unitamente a istituzioni private, dia capitale ai fondi di venture capital, contribuendo a ogni fondo con non più del 50% di capitale pubblico; la seconda fase è l’azione imprenditoriale del venture capital, che individua e finanzia iniziative innovative, per nuove aziende o per aziende esistenti. La formula proposta è che il pubblico si allei con il privato per creare uno o più ¿Fondi di Fondi¿. Le raccomandazioni sono di abbinare sempre gli investimenti pubblici a quelli privati e di lasciare al privato le scelte strategiche di investimento. Bisogna essere favorevoli all’abolizione di contributi a fondo perduto, sostituendoli con investimenti in equity o quasi equity  [¿];

 

[¿] Il digitale terrestre lo vedo come qualcosa di ¿non convergente¿. Era nato per mettere a disposizione più canali per gli utenti, superando così la limitazione dell’analogico, mentre oggi si è cominciato a parlare di interattività che invece è un paradigma di fruizione appartenente al mondo Internet. Questo è però significativo del fatto che proprio la Rete sta diventando l’elemento unificante di tutto il mondo delle comunicazioni e di accesso alle informazioni. Il recente accordo da parte di eBay per acquisire Skype è, a questo riguardo, significativo  [¿];

 

[¿] Non sono assolutamente d’accordo con la tesi che la diffusione di Internet è aumentata grazie all’aumento della banda larga. Internet si è diffuso come strumento pervasivo in funzione del fatto che certe applicazioni sono diventate essenziali per operare nel mondo globalizzato socialmente ed economicamente. La email, ad esempio, ma anche la consultazione di orari dei treni e degli aerei, o la ricerca di informazioni, per tali applicazioni, usate da milioni di persone sul pianeta, la banda larga non serve, mentre è essenziale per l’avvento della voce su IP e per i video. Tutto il discorso in atto a livello governativo non solo è di scarsa visione ma tende anche a favorire situazioni già monopolistiche di per sé. Innanzitutto mi domando per quale ragione dobbiamo sovvenzionare un cliente per vedere la televisione, se vuole farlo compra il decoder, così come lo fa per altre tecnologie di comunicazione. Chi si avvantaggia del decoder per il digitale terrestre? Gli operatori che già esistono, quindi stiamo sovvenzionando gli incumbent, non l’utente! Lo stesso discorso vale per l’ADSL, in cui al posto di Mediaset è Telecom che si avvantaggia in qualità di incumbent. Non si capisce perché in tutto il mondo decolla il WiMax e qui da noi non sono ancora chiare le regole, le tempistiche, le condizioni economiche, le condizioni di gara [¿];  

 

[¿] Ogni investimento deve essere potenzialmente in grado di dare un ritorno, anche allo Stato, salvo che l’iniziativa non abbia successo. In altri termini si accetta il rischio di impresa, ma si elimina il denaro facile, su cui non si è tenuti a dare giustificazioni. l’amministrazione pubblica (centrale e periferica) può essere un importante attore nel finanziare il venture capital, ma si raccomanda di non investire direttamente nelle imprese, in quanto la logica di investimento in un¿azienda innovativa, la velocità di decisione, la propensione al rischio, sono incompatibili con una struttura pubblica e con una gestione necessariamente burocratica. Il venture capitalist, invece, partecipa al rischio personalmente, e si assume tutte le responsabilità dell’investimento. Quindi, il ruolo ideale dell’amministrazione pubblica dovrebbe essere di costituire fondi di fondi di venture capital [¿].

 

Ascolta il podcast:


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