Made in Italy in Cina. Alibaba o Class Editori, doppio fronte per promuovere l’eCommerce

di Paolo Anastasio |

Palazzo Chigi ha siglato un accordo con Alibaba per facilitare lo sbarco del made in Italy in Cina. Nel contempo Class Editori con l’avallo del governo di Pechino ha firmato un accordo per la realizzazione di una nuova piattaforma alternativa ad Alibaba.

Cina


Shopping online

Palazzo Chigi ha siglato un accordo con Alibaba per facilitare lo sbarco del made in Italy in Cina. Nel contempo Class Editori con l’avallo del governo di Pechino ha firmato un accordo per la realizzazione di una nuova piattaforma alternativa ad Alibaba.

 

Le Pmi italiane guardano con grande interesse alle potenzialità del mercato cinese, dove l’eCommerce rappresenta il miglior canale di distribuzione del nostro made in Italy in cerca di nuovi sbocchi su un territorio che conta 1,3 miliardi di clienti potenziali. Il governo di Matteo Renzi lavora da tempo per potenziare le relazioni commerciali con la Cina. Basti pensare alla trasferta pechinese dello scorso 11 giugno, che ha consentito la stipula di diversi contratti bilaterali fra imprenditori italiani e cinesi alla presenza del premier cinese Li Keqiang.   

 

All’iniziativa ha partecipato anche Alibaba, il maggior sito di commercio elettronico del paese asiatico, guidato da Jack Ma, inviso al governo di Pechino, ma presente all’incontro grazie all’impegno di Matteo Renzi. Nell’occasione Palazzo Chigi ha portato a casa un memorandum d’intesa con Jack Ma, per promuovere nuove opportunità commerciali per le imprese italiane, che prevede facilitazioni per l’ingresso sul mercato dei consumi cinese sulle piattaforme di vendita al dettaglio di Alibaba (Tmall.com e Tmall.hk).  

 

Ma il quadro è complesso. A causa delle frizioni con il governo cinese, Alibaba ha scelto il Nyse di New York per la sua Ipo da 20 miliardi di dollari, già fissata per il 7 agosto. Una scelta obbligata, quella della quotazione all’estero, visto che fra i suoi maggiori azionisti ci sono potenze economiche straniere come la giapponese Softbank (34,4%) e l’americana Yahoo! (22,6%) che il governo di Pechino vede come il fumo negli occhi.

 

In questo contesto, non è passato inosservato l’accordo siglato proprio l’11 giugno da Class Editori con la cinese Century Fortunet Ltd, per la realizzazione di una nuova piattaforma di eCommerce B2B, denominata CCIG Mall. La piattaforma rappresenta una possibile alternativa ad Alibaba nel settore dell’eCommerce e nasce con la benedizione del governo di Pechino. Il ruolo di Class Editori sarà quello di agente esclusivo per l’Italia per la vendita di pubblicità e per la produzione di contenuti relativi ai nostri prodotti che saranno veicolati nel paese asiatico. Class fungerà da selezionatore di prodotti e di coordinatore di altri agenti potenzialmente interessati a promuovere il made in Italy.

 

Insomma, da un lato c’è Alibaba, il maggior sito di eCommerce cinese, inviso al Governo di Pechino, ma alleato di Palazzo Chigi per la promozione del made in Italy nel paese asiatico. Dall’altro c’è Class Editori, alleato del governo cinese per contrastare in patria lo strapotere di Alibaba. L’obiettivo resta uno solo: la promozione in un modo o nell’altro del nostro made in Italy nel maggior mercato globale dell’eCommerce.