Mercato unico digitale: un tesoretto da 520 mld di euro l’anno dal suo completamento

di Alessandra Talarico |

Secondo un recente rapporto del Parlamento europeo, i vantaggi economici del Single Market sono enormi, ma non raggiungibili nel breve periodo: troppo complesse le riforme necessarie e troppi gli ostacoli alla sua realizzazione.

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Il completamento del mercato unico digitale potrebbe apportare benefici economici molto più importanti di quanto stimato finora, ma sarà difficile realizzarlo nel breve periodo: troppi ostacoli politici e regolamentari ancora all’orizzonte. Lo dice un Rapporto del Parlamento europeo, secondo cui la realizzazione di un vero mercato unico digitale potrebbe incrementare il PIL europeo di almeno il 4% l’anno, con vantaggi economici pari a 520 miliardi di euro, il doppio di quanto previsto da precedenti studi.

Un mercato digitale pienamente funzionante porterebbe nel tempo guadagni significativi in termini di maggiore produttività (dovuta a un flusso più veloce delle informazioni a beneficio, in particolare, delle industrie della conoscenza che dipendono da queste informazioni per i loro servizi); di cambiamenti strutturali dell’economia (con le attività che si sposterebbero dal settore manifatturiero ai servizi della conoscenza); di miglioramento dell’efficienza e di riduzione dei costi delle transazioni nei settori tradizionali dell’economia (grazie al libero movimento di beni e servizi).

Tuttavia, sottolinea il rapporto, “la complessità regolamentare legata alla de-compartimentazione dei mercati esistenti nel settore digitale suggerisce che ci vorrà ancora parecchio tempo per realizzare a pieno questo potenziale”.

Un’ipotesi plausibile è che, con le adeguate politiche in campo, nei prossimi anni si potrà raggiungere circa la metà di questo guadagno potenziale. Una cifra, 260 miliardi, pari al PIL della Danimarca.

 

Il rapporto, in particolare, evidenzia tra gli ostacoli alla realizzazione del mercato unico la frammentazione del mercato – costituito essenzialmente da 28 mercati nazionali – il basso livello di eCommerce transfrontaliero (fermo all’11%), nel momento in cui gli acquisti online negli Stati membri stanno crescendo rapidamente anche se da un punto di partenza decisamente basso.

“Troppe barriere bloccano ancora il libero flusso dei beni e dei servizi online oltre i confini nazionali”, dice il rapporto, sottolineando ancora che gli impedimenti più seri sono quelli legati all’ePrivacy, ai pagamenti elettronici, alla protezione dei dati e le restrizioni geografiche.

 

“C’è la chiara necessità di aggiornare le regole europee sul single market di stabilire un’area unica per i pagamenti online, le fatture elettroniche, la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. C’è bisogno di generare fiducia nell’eCommerce e di garantire l’adeguata protezione dei consumatori europei nel cyberspazio”, spiega ancora il rapporto, per poi concludere che la complessità delle azioni necessarie per invertire la rotta fa presagire che il pieno potenziale del mercato unico digitale è ancora lontano da venire e che nei prossimi anni, se tutto va bene, saranno raggiungibili solo la metà dei guadagni.