Manipolazione delle emozioni. Negli Usa scattano le denunce a Facebook

di Paolo Anastasio |

L’Electronic Privacy Information Center ha depositato alla Federal Trade Commission una denuncia per violazione della privacy nei confronti di Facebook per l’esperimento di manipolazione delle emozioni condotto nel 2012 su 700 mila utenti.

Stati Uniti


Facebook

Non si spengono le polemiche sull’esperimento di manipolazione delle emozioni condotto da Facebook nel 2012. Ieri è arrivata la prima denuncia per violazione della privacy degli utenti, depositata dall’Electronic Privacy Information Center (Epic.org) alla Federal Trade Commission americana.

 

La protesta del centro di ricerca indipendente, attivo in difesa della privacy dei consumatori, contesta la violazione della policy aziendale di Facebook in materia di privacy in vigore all’epoca della sperimentazione condotta nel 2012 su 700 mila utenti a loro insaputa.

 

Epic.org contesta il fatto che la policy aziendale di Facebook sulla privacy non comunicava in modo esplicito che i dati personali potevano essere utilizzati per studi e ricerche, una postilla che è stata aggiunta successivamente.  Inoltre, Epic.org accusa Facebook di aver consegnato dati e informazioni private sui suoi utenti a soggetti esterni al social network senza esplicito consenso degli interessati.

 

Secondo il Financial Times, all’epoca del progetto i ricercatori di Facebook erano liberi di avviare studi e sperimentazioni coinvolgendo centinaia di milioni di utenti senza l’obbligo preventivo di consultare gli esperti  di privacy, sicurezza e altre materie di rilevanza legale interni al social network.

 

Dal 2012 ad oggi i controlli sono diventati più rigorosi e tutti i progetti di ricerca hanno bisogno del via libera di queste aree aziendali per procedere.

 

Ieri Sheryl Sandberg, Coo di Facebook, si è scusata per la scarsa comunicazione con cui è stato trattato l’esperimento senza tuttavia mettere in dubbio la legittimità dello studio.

 

In precedenza il Garante privacy del Regno Unito ha aperto un’inchiesta per verificare se vi sia stata violazione della privacy da parte del social network.

 

L’esperimento di Facebook è durato una settimana. L’obiettivo era verificare se modificando tramite un algoritmo automatico il flusso di contributi positivi o negativi sulle bacheche personali degli utenti anche i commenti personali e i post pubblicati cambiano, in linea con la tonalità emotiva (positiva o negativa) prescelta.