Facebook nella bufera, manipolare le emozioni non paga

di Paolo Anastasio |

Pioggia di polemiche sull’esperimento di manipolazione automatica dei commenti positivi o negativi condotto da Facebook su 700 mila utenti nel 2012.

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Facebook nella bufera. Ai membri del social network non è piaciuto venire a conoscenza dell’esperimento di manipolazione delle loro emozioni, condotto nel 2012 a loro insaputa su 700 mila utenti ignari. L’esperimento è stato realizzato per verificare i cambiamenti dell’umore e del tenore dei loro commenti attraverso l’alterazione automatica delle informazioni positive e negative postate sul news feed. La ricerca, pubblicata a marzo sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha sollevato indignazione in molti utenti di Facebook, che si sono sentiti trattati come “cavie da laboratorio”, scrive il Wall Street Journal.

Per una settimana, gli specialisti del sito hanno attivato un algoritmo che consente di omettere contenuti con parole associate ad emozioni positive e negative dal news feed centrale di circa 700 mila utenti. 

“Quello che molti di noi temevano è già realtà: Facebook ci sta utilizzando come cavie da laboratorio e non soltanto per capire che tipo di pubblicità potrebbe piacerci, ma addirittura modificando le nostre emozioni”, attacca Animalnewyork.com.

 

Da tempo Facebook conduce degli esperimenti sugli utenti, attraverso il suo Data Science Team che ha il compito di trasformare in potenziali fonti di ricavi pubblicitari l’immenso traffico prodotto dal sito. C’è da dire che lo stesso fanno anche Twitter e Google, impegnati a monetizzare una massa di dati e utenti che cresce in maniera esponenziale.  

 

Ieri Adam Kramer, autore dello studio in questione, ha detto che “forse i vantaggi derivanti dall’esperimento forse non giustificano tutta l’ansia che ha generato”.

 

Alla base dell’esperimento la volontà di capire meglio un vecchia questione che da tempo pesa su Facebook: è vero che la gente si deprime nel vedere quanto è bella e meravigliosa la vita degli altri membri del social network? Intanto, sta facendo il pieno di visualizzazioni un video video What’s on your mind?, che mette in evidenza le contraddizioni fra la nostra vita reale e quella online, realizzato dal regista Shaun Higton.

 

 

Tanto più che il risultato è stato piuttosto prevedibile: diminuendo i commenti positivi o negativi rispetto ad una notizia, anche i commenti su questa notizia erano di tenore più positivo o negativo. Insomma, l’emozione prevalente segue il flusso dei Like.

 

Quello che non è piaciuto a molti è stato l’intervento manipolatorio del social network nei confronti degli utenti. Intervento che peraltro è del tutto legale, come fanno notare da Facebook, ma che di certo è stato percepito come un’invasione della privacy dalla maggior parte degli utenti e degli esperti. Popolari siti web americani, come Forbes.com e Slate.com, hanno condannato l’esperimento come “non etico”. Manipolare le emozioni non paga. 

 

Intanto, sul fronte sicurezza, emerge oggi da statistiche diffuseda Kaspersky Lab che gli utenti Facebook sono i più esposti al rischio di furti di account. Nel primo trimestre del 2014, i falsi siti che hanno riprodotto gli account di Facebook rappresentano il 10,8% dei casi complessivi di attivazione dell’anit-phishing euristico in Rete. Soltanto i falsi account di Yahoo hanno registrato una performance peggiore per numero di segnalazioni di casi di phoshing, anche se Facebook resta maglia nera fra i social network presi di mira più assiduamente,