Web e fisco, gli esperti Ue: ‘No a regime separato per l’economia digitale’

di Raffaella Natale |

Il Gruppo di esperti Ue su tasse ed economia digitale ha consegnato oggi il proprio Rapporto. Intanto la Commissione Finanze della Camera ha lanciato un’indagine conoscitiva.

Unione Europea


Economia digitale

Come procedere per evitare l’elusione fiscale delle multinazionali di internet? La conclusione alla quale è pervenuto il Gruppo di esperti Ue, guidato da Vitor Gaspar, ex ministro delle finanze portoghese, che oggi ha presentato il suo Rapporto prevede l’immediata rimozione delle barriere al Mercato Unico comprese quelle di tipo fiscale attraverso regole di tassazione neutrali, semplificate e coordinate. Per tutto questo, dicono gli esperti, non è necessario un regime fiscale separato per l’economia digitale.

E sempre oggi in Italia la Commissione Finanze della Camera in accordo con quella Bilancio, ha lanciato un’indagine conoscitiva proprio su queste tematiche.

Per quanto riguarda l’Iva, gli esperti dell’Ue sono d’accordo con il principio di “destinazione”, che secondo loro dovrebbe applicarsi a tutti i beni e servizi.

La raccomandazione è arrivare a un sistema Iva applicato ai servizi digitali. Per assicurare la neutralità e un terreno di business comune il Gruppo raccomanda anche la rimozione delle esenzioni Iva per le piccole consegne dai paesi extra Ue. Per quanto con la tassazione delle aziende è necessario assicurare una linea comune per fronteggiare l’evasione e politiche fiscali aggressive.

 

“L’economia diventa digitale, la digitalizzazione di prodotti e servizi accorcia le distanze, aumenta la mobilità offre opportunità per innovazione e investimenti e lavoro e quindi è una grande opportunità per l’Europa che può rafforzare crescita e occupazione se realizza un mercato unico del digitale“, si legge ancora nel Rapporto degli esperti. Per i tecnici incaricati dalla Commissione di elaborare proposte sulla tassazione delle società digitali, “la tecnologia è anche un mezzo per contrastare l’evasione fiscale, abbassare i costi amministrativi“, e ne sottolineano tutte le opportunità.

 

Non possiamo ignorare la sfida di tassare in modo equo prodotti ed aziende digitali, ma dobbiamo farlo in un modo che continui ad incentivare l’innovazione. Dobbiamo evitare regimi punitivi ed assicurare uguale trattamento di prodotti e servizi“, ha detto il Commissario all’Agenda digitale Neelie Kroes, mentre il suo collega al fisco Algirdas Semeta si è detto d’accordo con la necessità di smantellare i sistemi dannosi per l’economia e ha chiesto agli Stati di dimostrare solidarietà l’uno con l’altro anche nella tassazione, per evitare regimi complessi.

 

Web e fisco, la Camera avvia indagine

Il via libera all’indagine conoscitiva sull’economia digitale è arrivato oggi dall’ufficio di presidenza della Commissione Finanze che ha anche discusso le proposte di legge di Causi e Capezzone in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero e di potenziamento della lotta all’evasione fiscale.

Disposizioni che introducono nell’ordinamento una disciplina sulla collaborazione volontaria (voluntary disclosure) in materia fiscale prevedendo nuove misure per i soggetti che detengono attività patrimoniali e finanziarie e beni all’estero e hanno omesso di dichiararli che potranno sanare la propria posizione nei confronti dell’erario.

 

Erosione della base imponibile

L’indagine parlamentare riguarderà più specificatamente le azioni che possono essere intraprese contro l’erosione della base imponibile. Azioni che riguardano soprattutto le multinazionali di internet e le loro aggressive pratiche di ottimizzazione fiscale che gli consentono di eludere le tasse nei Paesi dove forniscono i loro servizi per traghettare i profitti nei paradisi fiscali. Lussemburgo e Irlanda le mete europee preferite da Google & Co.

Si riaccende quindi il dibattito sulla necessita di interventi regolamentari sulle web company, sulla scia anche delle recenti critiche lanciate dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che accusa gli Over-The-Top (OTT) di produrre ricchezza in Italia ma di non pagare le tasse, e dopo la notizia che la Francia sta per multare Google per elusione fiscale.

 

Come tassare gli OTT?

Un confronto che non potrà non tener conto della tanto discussa Web Tax, da sempre osteggiata dal premier Renzi, mentre l’on. Sergio Boccadutri (Sel) promette già un nuovo emendamento contro le pratiche di ottimizzazione fiscale alle quali ricorrono le web company per bypassare il fisco.

L’on. Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera, primo firmatario della proposta di legge sulla tassazione degli OTT, parla di “cartello delle multinazionali del web che continuano a pilotare il mercato, sfruttandone a costi nulli i contenuti prodotti da altri, eludendo il fisco senza investire risorse reali”.

In Italia la Web Tax, già in vigore per la parte riguardante la tracciabilità dei pagamenti per i servizi online, è stata congelata, per la forte opposizione politica, per le disposizioni che prevedono l’obbligo di partita Iva italiana per gli acquisti di eAdvertising per le quali si attende una previa verifica di compatibilità con il diritto dell’Ue.

Uno dei maggiori oppositori della Web Tax è stato appunto il premier Matteo Renzi. Complessi meccanismi, anche politici, che però al momento impediscono di contrastare le aggressive pratiche di ottimizzazione fiscale alle quali ricorrono indisturbati i ‘furbetti’ della rete.

Il governo ha promesso che si impegnerà fortemente sul digitale in occasione del semestre di presidenza italiana della Ue. A luglio si terrà su questi argomenti un summit a Venezia.

Ma se si vuole parlare di digitale non si può non considerare che bisogna rivedere con urgenza le norme che riguardano i sistemi di tassazione.

 

Asse franco-tedesco

La Ue è impegnata in questo senso mentre si sta rafforzando l’asse franco-tedesco contro le pratiche delle web company. Le novità riguarderebbero la possibilità di considerare Google & Co. come servizi di pubblica utilità, come già avviene per le telco.

 

Sullo ‘strapotere’ di Google si è tenuto nei giorni scorsi a Parigi un importante incontro al quale hanno partecipato rappresentati del governo francese e tedesco e il presidente della commissione Bilancio Boccia.

Argomenti che saranno anche al centro dell’evento che si terrà il 5 giugno alla Camera, promosso dalla Commissione Bilancio.