Facebook vince la sfida mobile: 1 miliardo di utenti accede da smartphone e tablet

di Alessandra Talarico |

Numeri che forse agli utenti non diranno nulla, ma che non sono sfuggiti all’attenzione dei responsabili marketing, perché anche su internet è la pubblicità che regge il business.

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Distratti dalla notizia dell’acquisizione da 2 miliardi di dollari di Oculus, abbiamo trascurato un altro annuncio che la dice lunga sul cambio di rotta di Facebook: più di un miliardo di utenti accede al social network dai dispositivi mobili.

Un traguardo su cui nessuno forse avrebbe scommesso un paio d’anni fa, quando Mark Zuckerberg faceva fatica a convincere gli investitori sulla solidità delle strategie di espansione del business verso le piattaforme mobili e quando molti osservatori storsero il naso alla notizia di un’altra acquisizione, quella di Instagram, per la quale Facebook mise sul piatto 1 miliardo di dollari. Eppure, da allora, il numero di utenti Instagram è passato da30 milioni a 200 milioni.

 

Il ‘salto’ di Facebook su smartphone e tablet è stato così riuscito che, secondo i dati di JP Morgan, il social network concentra su di sé il 20% del tempo che le persone trascorrono sulle app mobili.

 

Numeri che forse agli utenti non diranno nulla, ma che non sono sfuggiti all’attenzione dei responsabili marketing, perché anche su internet è la pubblicità che regge il business.

Basti pensare che nel 2012 il social network rappresentava appena il 5,4% del mercato mondiale dell’advertising. Quota che nel 2013 è aumentata al 17,5% e che, scondo le previsioni di eMarketer, alla fine del 2014 salirà ancora, raggiungendo il 21,7%. Ha fatto bene, quindi, il social a puntare sul mobile come volano di crescita del business. Nel 2012, dice sempre eMarketer, solo l’11% dei ricavi pubblicitari era generato dal mobile. Lo scorso anno, la percentuale è balzata al 45,1% e nel 2014 si prevede che il mobile genererà il 63,4% dei ricavi pubblicitari digitali.

 

Gli inserzionisti, insomma, spendono sempre più soldi su Facebook convinti dal sempre maggiore impegno del social verso le aziende: come ci spiega Andrea Boscaro qui, i continui cambiamenti all’algoritmo hanno trasformato il sito in un puro canale di customer care o un paid media.