ePayment, petizione di War On Cash contro la riforma Ue: ‘Danneggia i consumatori’

di Paolo Anastasio |

Petizione di War On Cash indirizzata al presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso per bloccare la riduzione delle commissioni che le banche della Gdo pagano a quelle dei consumatori che usano la carta nel punto vendita.

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Bloccare l’iniziativa della Commissione Europea in materia di ePayment, volta alla riduzione delle cosiddette “interchange fee”, le commissioni che le banche della grande distribuzione pagano a quelle dei consumatori ogni volta che concludono un acquisto con carta di credito nel punto vendita. E’ questo l’obiettivo della petizione online lanciata oggi da War on Cash, il primo sito italiano di informazione per promuovere i pagamenti elettronici, secondo cui “la riforma delle interchange fee potrebbe avere un enorme impatto sull’interno sistema dei pagamenti, poiché i minori introiti provenienti dalla grande distribuzione saranno compensati con l’aumento dei costi delle carte di pagamento, acuendo il disagio di molti consumatori che dovranno così rinunciare alle proprie carte”.  

 

I promotori della petizione, indirizzata in prima istanza a José Manuel Barroso, Presidente Commissione Europea, e Michel Barnier, Commissario Mercato interno e servizi, chiedono di rovesciare il meccanismo di promozione della moneta elettronica a vantaggio dei consumatori e non della grande distribuzione. Ad esempio, tramite l’applicazione di vantaggi fiscali per i consumatori che decidono di rinunciare al contante che ha costi esorbitanti, par a 50 miliardi di euro in Europa senza considerare il ruolo di traino per l’economia sommersa. In Italia, il costo annuo del contante è di 10 miliardi di euro, e secondo stime dell’ABI, ogni italiano effettua in un anno appena 71 operazioni di pagamento non regolate da denaro contante, meno della metà della media Ue pari a 194 operazioni annue.

 

Secondo War on Cash, il cambiamento legislativo promosso dalla Commissione Europea non porterà con sé un abbassamento dei prezzi di beni e servizi, come si sostiene, ma “garantirà alla grande distribuzione margini di profitto ancora maggiori, mettendo in ulteriore difficoltà i piccoli esercenti. In alcuni paesi questo è stato già fatto e il risultato è che in tutti i casi la conseguenza diretta è stata un aumento dei costi di gestione bancari: un finto risparmio”.