Findim indica ‘quote rosa’ e piano industriale per Telecom Italia

di Alessandra Talarico |

Marco Fossati punta alla suddivisione della società in tre divisioni (fisso, mobile, servizi), al rafforzamento di Tim Brasil, anche in vista di un’eventuale cessione e all’ingresso della CDP per rafforzare la struttura di rete.

Italia


Marco Fossati

Corregge il tiro, Marco Fossati, che nella lista presentata due giorni fa aveva dimenticato di inserire le quote rosa: entrano dunque nella rosa delle designazioni per il cda di Telecom Italia, oltre a Vito Gamberale, Girolamo di Genova e Franco Lombardi, anche Maria Elena Cappello (già ad di Nokia Siemens Networks Italia e vicepresidente di GSA) e Daniela Mainini (avvocato, Presidente Centro Studi Anticontraffazione).

 

Findim Group, si legge in una nota, “ha rettificato le dichiarazioni, per un mero errore materiale nella compilazione della modulistica, di Vito Alfonso Gamberale e di Girolamo Di Genova chiarendo l’assenza di conflitti di interesse”.

“Al fine di ottemperare alla completa indipendenza, Girolamo Di Genova ha presentato le proprie dimissioni da Consigliere di Amministrazione di Metroweb Italia”.

 

Emergono intanto i primi dettagli del piano industriale elaborato per il futuro di Telecom Italia da Marco Fossati insieme a Gamberale e Di Genova con la collaborazione di Analysys Mason, che punterebbe alla suddivisione della società telefonica in tre divisioni – una operativa nel mobile, una nel fisso e una attiva nei servizi – e all’ingresso della Cassa Depositi e Prestiti nella rete.

Secondo Fossati, ciascuna divisione dovrebbe essere in grado di mettere in atto delle best practice e di cogliere nuove opportunità di crescita facendo leva anche su partnership strategiche, in particolare per quando riguarda la divisione mobile. Per quanto riguarda la rete fissa, invece, la struttura di rete potrebbe essere migliorata con un aumento di capitale, di entità limitata, sostenuto da investitori istituzionali.

L’obiettivo è quello di creare valore per tutti gli azionisti, migliorare i margini e sostenere la crescita sia a livello sia nazionale che internazionale.  

 

Quanto a Tim Brasil, secondo Fossati si dovrebbe rimandare la cessione il più possibile, così da investire nel suo rafforzamento – anche attraverso alleanze con altri operatori come GVT e Oi – e puntare poi a raccogliere il prezzo più alto possibile dalla sua vendita, anche se “multipli molto elevati possono essere raggiunti anche ora”

 

“GVT e Grupo Oi – si legge in una delle 178 slide a corredo del piano – sarebbero partner adatti, in grado di consentire a Tim Brasil di esprimere al massimo le sue potenzialità sfruttando sinergie di prodotto e di rete”.

 

Un’apertura inedita, se fosse confermata, quella riguardante la possibile vendita di Tim Brasil, visto che è proprio sulla cessione dell’asset brasiliano che Marco Fossati ha giocato una battaglia culminata poi con l’Assemblea del 20 dicembre scorso che chiedeva la sfiducia a un Consiglio di Amministrazione troppo piegato alle esigenze del socio spagnolo Telefonica (che in Brasile, come si sa, è stato chiamato dall’Antitrust a limitare la sua presenza sul mercato mobile uscendo dalle partecipazioni dirette e indirette in Tim Brasil oppure diluendo la propria quota di controllo in Vivo).

 

“Le cessioni sono benvenute se creano valore, vendita e lease back senza upside sono da evitare”, si legge sempre nelle slide.

 

Il piano sarà presentato la prossima settimana agli investitori internazionali nell’ambito di un roadshow a New York e Londra, mentre oggi in giornata è attesa la lista, sempre di minoranza, elaborata da Assogestioni.