Editoria online, non basta Facebook a fidelizzare il lettore

di Raffaella Natale |

Secondo uno Studio di Pew, condotto sui principali siti d’informazione, per garantirsi lettori fidelizzati e paganti, gli editori devono puntare a rafforzare i brand e contare di meno sui social.

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Media online e social network, un connubio sempre più forte. Ma per gli editori è sufficiente appoggiarsi alle reti sociali o servono altre soluzioni?

La risposta ci arriva da un nuovo studio del Pew Research Center – realizzato sui 26 più importanti siti anglofoni d’informazione tra cui CNN, BCC e New York Times -, secondo il quale i media devono puntare a un brand forte e un pubblico di lettori fedele senza fare affidamento esclusivamente sui social network e sui motori di ricerca.

Secondo gli analisti di Pew, i ‘visitatori diretti’, vale a dire quelli che arrivano al sito direttamente, digitando sul browser l’indirizzo esatto e che magari lo hanno anche salvato tra i ‘preferiti’, passano tre volte di più del loro tempo su queste pagine rispetto agli utenti che ci arrivano tramite un motore di ricerca o da Facebook.

 

Un’osservazione che in qualche modo rivoluziona l’assunto secondo il quale Facebook o Twitter possano portare lettori fedeli, perché sarà anche vero che portano nuovi utenti solo che, stando a quanto sostiene Pew, non sono quelli ‘devoti’ ma passeggeri che forse non ritorneranno più.

 

“Facebook e i motori di ricerca sono essenziali per aumentare le visite ad articoli specifici, ma i nostri dati dicono che è difficile costruire un rapporto con questi utenti“, sottolinea Amy Mitchell, responsabile degli studi sul giornaliso di Pew. “Per i media che sperano di costruire un pubblico fedele e pagante, è necessario che gli utenti li considerino il primo sito da consultare”.

 

La maggior parte degli utenti internet usano tre modi diversi per accedere dal computer ai siti di informazione: accesso diretto, motori di ricerca o social network. In altri casi, ma sono veramente pochi, dalle mail o da altri siti.

Sui dispositivi mobili, lo studio Pew, rileva che i browser vengono usati più delle apposite app per accedere ai siti d’informazione. Dato prevedibile visto anche che la metà dei siti analizzati non ha prodotto delle app d’appoggio per i propri siti.

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