#ddaonline, chiusa la consultazione Ue. I detentori dei diritti affilano le armi

di Raffaella Natale |

Chiusa ieri la consultazione lanciata dalla Ue. Per giugno la Commissione presenterà la proposta di riforma ma i detentori dei diritti affilano le armi e scrivono Josè Manuel Barroso: ‘Andate cauti’.

Unione Europea


Diritto d'autore online

Il dibattito sul diritto d’autore, mentre l’Italia si attende che diventi operativo il Regolamento Agcom il 31 marzo, si sposta a livello europeo dove entro giugno la Commissione Ue dovrà presentare un Libro Bianco per quella che si annuncia già come la più grande riforma in materia. La consultazione lanciata da Bruxelles si è chiusa ieri segnando il risultato record di 8 mila contributi.

 

Il Commissario Ue alla Digital Agenda, Neelie Kroes, chiede un’ampia riforma e mentre il responsabile del Mercato Intero Michel Barnier è più cauto. Restano i dubbi sul presidente della Commissione Josè Manuel Barroso ma che, vista la polemica dello scorso anno sull’eccezione culturale, sicuramente non intenderà gettare benzina sul fuoco.

 

Questa profonda riforma spaventa gli operatori del settore come si rileva dalla lettera inviata a Barroso da una sessantina di società e associazioni.

“Il nostro Appello (…) è per chiedere che questo dibattito resti equilibrato, positivo e per scoraggiare iniziative premature che minerebbe gli attuali sforzi e gli investimenti“, si legge nella lettera che Les Echos ha potuto visionare.

I firmatari provengono da diversi settori, dal cinema alla musica, alla televisione, all’editoria, ma anche dal mondo del calcio come i dirigenti dei campionati di calcio inglese e tedesco.

 

Nella lettera si chiede di evitare una riforma che possa sconvolgere gli attuali equilibri e che, a loro dire, andrebbe tutta a vantaggio delle web company americane. Si teme anche il colpo d’accelerata di Netflix in Europa che modificherebbe di molto gli scenari.

 

La loro più grande paura è che la Ue possa modificare l’attuale principio di territorialità secondo il quale i diritti restano su base nazionale. Modificare le regole significherebbe per un broadcaster, per esempio, poter trasmettere i propri programmi in tutta Europa.

Si tratta di una questione delicata – si legge ancora nella lettera -, che potrebbe influenzare l’intera catena di produzione e distribuzione.

D’altra parte ci sono anche i grandi editori che non vogliono che la Ue rimetta in discussione il sistema delle deroghe al diritto d’autore. Non resta altro che aspettare per sapere che direzione intenderà prendere questa Commissione sul diritto d’autore che potrebbe essere l’ultima grande sfida prima del rinnovo dell’esecutivo europeo. 

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