Fibra ottica: scavi condivisi, la ricetta Ue per tagliare i costi delle telco

di Alessandra Talarico |

Accordo raggiunto ieri tra la Commissione Industria del Parlamento europeo e il Consiglio, che dovrebbe agevolare la realizzazione di reti a banda soprattutto nelle aree rurali.

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Le aziende impegnate nella realizzazione di infrastrutture a banda larga di nuova generazione, potranno condividerne i costi con le società di altri settori proprietarie di infrastrutture fisiche atte ad ospitare anche elementi delle rete di comunicazione – quali i servizi di energia elettrica, gas, acqua, fognature, riscaldamento e trasporti – consentendo così di risparmiare sui costi, ridurre le inefficienze e sfruttare le sinergie tra le diverse reti.

Questo grazie a un accordo raggiunto ieri tra la Commissione Industria del Parlamento europeo e il Consiglio, che dovrebbe agevolare la realizzazione di reti a banda soprattutto nelle aree rurali permettendo alle aziende broadband di accedere ‘prontamente’ e da un unico punto informativo, alle informazioni sull’ubicazione, l’estensione, l’uso corrente e la proprietà delle infrastrutture esistenti e in via di realizzazione. Accesso che può essere negato solo per motivi di sicurezza o se vi sono rischi per “interessi fondamentali pubblici o individuali”.

 

Una proposta che in qualche modo è in linea con le misure approvate nel nostro paese la scorsa settimana nell’ambito del decreto Destinazione Italia.

 

“In questi tempi di austerità, si tratta di un metodo intelligente per costruire nuove infrastrutture incoraggiando la condivisione dei costi tra i diversi settori…si tratta di concentrarsi su un maggior coordinamento, sull’armonizzazione degli strumenti e sull’aumento della trasparenza”, ha affermato la relatrice Edit Herczog.

“Visto che il piano Connecting Europe Facility non coprirà l’infrastrutturazione regionale, ma solo i progetti transnazionali, dobbiamo assicurarci che nessuno sia lasciato indietro e che nessuna piccola impresa resti disconnessa”, ha aggiunto.

 

L’accordo, che sarà al vaglio della Commissione ITRE il prossimo 18 marzo prima del voto in plenaria ad aprile, suggerisce anche l’adozione di un’etichetta “broadband-ready” per tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione o in fase di ristrutturazione.

 

Soddisfazione è stata espressa su Twitter anche dal Commissario Neelie Kroes, che sempre ieri ha dovuto incassare il rinvio del voto della Commissione ITRE sul pacchetto telecom: “Sono felice per l’accordo. Tagliare i costi di rollout della banda larga vuol dire internet veloce per più persone. Una grande notizia soprattutto per le aree isolate”.