#ddaonline, Antonio Nicita (Agcom): ‘L’opera digitale in Rete pone nuove questioni economiche e regolamentari’

di Paolo Anastasio |

L’impatto economico e le conseguenze pratiche del nuovo regolamento Agcom sul copyright online i temi centrali del seminario ISIMM che si è tenuto ieri a Roma.

Italia


Antonio Nicita

L’impatto economico sul mercato e le conseguenze pratiche del nuovo regolamento Agcom sul diritto d’autore online, che entrerà in vigore il prossimo 19 marzo. Questo il tema del seminario organizzato ieri a Roma dall’ISIMM (Istituto per lo Studio dell’Innovazione e della Multimedialità) dal titolo “Il Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore nelle reti di comunicazione elettronica”, per la presentazione del volume “L’opera digitale tra regole e mercato” di Eugenio Prosperetti.

 

La tavola rotonda “L’Opera digitale, le imprese e il mercato” è stata l’occasione per fare il punto sul nuovo regolamento e per mettere a confronto i punti di vista di tutti gli attori che si muovono nel mercato: regolatore, broadcaster, web company e Isp, ognuno dei quali ha portato la propria esperienza e il proprio punto di vista.

Si sono confrontati Antonio Nicita, commissario Agcom; Giorgia Abeltino Senior Public policy & Government Relations Counsel di Google; Giuseppe Cerbone, amministratore delegato dell’Ansa; Maria Luisa Cesaro, Head on Convergent Business di Vodafone; Innocenzo Genna, Council Officer di Euroispa (l’associazione europea degli Internet Service Providers); Antongiulio Lombardi, direttore affari regolamentari e istituzionali di 3 Italia; Enzo Mazza, presidente della FIMI; Gina Nieri, Direttore Divisione Affari Istituzionali, Legali e Analisi strategiche di Mediaset; Paolo Nuti, presidente di AIIP (Associazione Italiana Internet Provider); Luigi Mechilli, Responsabile funzione Consumer Associations nell’ambito della direzione Regulatory Affairs and Institutional Relations di Wind e  Marco Valentini, Responsabile Affari Regolamentari di Sky Italia.

 

Antonio Nicita (Agcom): ‘Il copyright online è anche un tema economico strategico e riguarda lo sviluppo di nuovi mercati’

Una delle domande più ricorrenti è quali siano le conseguenze del cambiamento dell’enforcement conseguente al regolamento. Il commissario Agcom Antonio Nicita pone invece un’altra questione, vale a dire se, in prospettiva,  i diritti che valgono nel mondo online, nel nuovo ecosistema di Internet, siano gli stessi che valgono nel mondo offline e se questi due mondi debbano sempre avere, in un mondo in continua evoluzione, esattamente gli stessi strumenti di tutela. L’evoluzione tecnologica ci dice che la risposta è negativa. “Gli strumenti di tutela del diritto d’autore concepiti per un mondo di carta possono essere in prospettiva inadeguati per Internet. Non si può semplicemente travasare i concetti e le tutele pensate per il mondo offline in quello online”, dice Nicita.

 

Il contenuto del diritto (bundle of uses) di un’opera nel mondo online, secondo Nicita, è infatti diverso da quello del mondo offline. “Gli usi di un’opera online sono diversi, anche l’accesso all’opera e l’esclusione dall’opera sono differenti rispetto al mondo reale – aggiunge Nicita – Le nuove tecnologie permettono di accedere più facilmente ai contenuti, ma anche di proteggerli meglio. Travasare il sistema di tutele dell’offline nell’online rischia di portare a degli eccessi di protezione e di tutela e in alcuni casi a conseguenze opposte”.  

 

Il quadro si complica ulteriormente tenendo conto del fatto che “l’opera digitale, nata online, può essere diversa dall’opera digitalizzata, che già esiste e viene trasferita online – aggiunge Nicita – l’opera digitale, poi, può essere intesa nella sua interezza (un film, un video) oppure in parti di essa. Nasce quindi il problema degli usi e dei mercati di riferimento in cui vengono utilizzate parti di un’opera digitale“. In altre parole, Nicita sostiene che dal punto di vista regolamentare, la cosa più importante è verificare l’utilizzo che si fa di un film o un video e quale impatto ha sul mercato rilevante in cui viene utilizzato.

 

Diverso è il discorso della pirateria di massa su un’opera digitale nella sua interezza: questa “crea sempre un problema perché l’illecito utilizzo di un’opera digitale comporta in ogni caso un impatto chiaro e prevalente di spiazzamento almeno parziale della domanda sul mercato di riferimento”, dice Nicita. ” Da questo punto di vista, se abbiamo in mente l’impatto massivo, bisogna sempre rapportare l’opera digitale in relazione al mercato di sbocco e non in funzione di una tutela per sé, circostanza che può trovare comunque garanzie altrove con altre tempistiche e modalità  – continua Nicita – Se la violazione di un prodotto digitale distorce uno specifico mercato rilevante in maniera massiva, come nel caso della pirateria, va colpito. Il regolamento dell’Autorità punta essenzialmente a colpire la pirateria di massa, che crea chiari effetti distorsivi sul mercato rilevante fino a incidere sulla domanda”.   

Il tema si complica ulteriormente se si passa dalla violazione dell’opera digitale nel suo complesso a quella dei singoli pezzi che la compongono. La pirateria sui singoli pezzi di un’opera potrebbe non aver a che fare con un mercato rilevante già esistente, ma con un possibile mercato nascente – dice il commissario Agcom – questo è un tema che si è posto diverse volte l’Antitrust europeo nei casi Magill, IMS e così via. Quando la violazione del copyright consente di creare un nuovo mercato potenziale, la tutela della concorrenza, secondo la Commissione UE, deve prevalere sul copyright. In un mondo di diritti complessi, dove è difficile persino immaginare nuovi mercati potenziali, i nuovi soggetti difficilmente possono bussare alla porta di tutti gli aventi diritto per chiedere il permesso, come ci insegna il fenomeno della tragedia degli ‘anti-commons’. Nel regolamentare la materia bisogna stare attenti al problema economico dello sviluppo nell’ecosistema di Internet di nuovi soggetti”. 

Il tema della tutela del copyright online nel nuovo regolamento Agcom, quindi, si intende come una questione che in primo luogo deve colpire la pirateria classica e nello stesso tempo non deve impedire la nascita di nuovi mercati nell’ecosistema di Internet in divenire, legati al rapido sviluppo delle tecnologie. “Agcom si è data un regolamento e sta mettendo a punto una serie di procedure – conclude Nicita – L’esperienza e l’adattamento virtuoso ci dovranno portare, nel tempo, a interventi selettivi sui soli fenomeni di pirateria di massa capaci di avere effetti di spiazzamento sui mercati esistenti, senza perciò stesso bloccare i processi innovativi pro-concorrenziali su nuovi prodotti e su mercati nascenti”.

 

Giorgia Abeltino (Google): ‘Linking strumento per creare traffico’

 Giorgia Abeltino, Senior Public policy & Government Relations Counsel di Google, cita la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue, che di fatto sdogana il linking di Google News. “La sentenza della Corte di Giustizia Ue dice che non vi è alcuna violazione del copyright nel momento in cui il linking porta alla pagina del sito fonte del link – dice Abeltino – Questa sentenza dimostra che l’aspetto che conta di più è l’impatto economico del linking, perché quello che vale davvero online è il traffico. Poi, quello che l’operatore decide di fare con il traffico per fare soldi è una decisione dell’operatore. Certo, chi non ha traffico e non ha utenti non può nemmeno pensare di creare un modello di business. Il linking non è altro che un trasferimento di traffico”.

Per quanto riguarda il regolamento dell’Agcom, Abeltino ricorda che Google e Youtube hanno partecipato attivamente alla sua formulazione. “Youtube ha investito 60 milioni di dollari per l’autoregolamentazione, in un sistema che si chiama Content ID, risolvendo così la maggior parte dei problemi che potrebbe avere – dice Abeltino – Il regolamento sarà utile se eviterà l’effetto distorsivo del mercato e se colpirà la pirateria di massa”. Il tema dell’educazione degli utenti, contenuto nel regolamento, “deve essere portato avanti dall’Autorità”, chiude Abeltino.

 

Giuseppe Cerbone (Ansa): ‘Il controllo dell’infringement è un costo per le aziende’

“Il mercato cambia di giorno in giorno – dice Giuseppe Cerbone, amministratore delegato dell’Ansa – credo che gli effetti del nuovo regolamento dell’Agcom sulle aziende si capiranno soltanto a posteriori, quando entrerà in vigore. L’auspicio è che non si entri in una fase di contenzioso costante, anche perché, detto francamente, per le aziende il controllo dell’infringement del copyright è più un costo che un un beneficio. Per questo credo che sia necessaria una regolamentazione accettata a livello nazionale e a livello europeo”.   

L’Ansa, con i suoi 4 mila take e 2 mila foto al giorno, vive anche di tutela dei suoi contenuti. “Noi vendiamo il diritto di uso delle nostre informazioni quindi la loro violazione è un danno per noi – aggiunge Cerbone – per questo all’Agcom chiediamo di controllare non soltanto la pirateria di massa, ma anche le micro infrazioni e di non dimenticare l’aspetto della temporizzazione del copyright. Il nostro prodotto non è certo un film o un’opera dell’ingegno coperto da copyright per 80 anni”.

 

Maria Luisa Cesaro (Vodafone): ‘Non saremo gli sceriffi della Rete’

“La tutela del diritto d’autore online deve mirare ad un ecosistema che sia vantaggioso per tutti – ha detto Maria Luisa Cesaro, Head on Convergent Business di Vodafone – gli interessi in gioco sono svariati: c’è l’interesse della collettività, il diritto alla privacy e il diritto degli operatori Tlc a non assumere il ruolo di sceriffi della Rete. L’offerta online non deve essere discriminata nemmeno dal punto di vista fiscale. Misure troppo restrittive, come quella francese, non portano risultati a lungo termine”.

Un altro tema sollevato da Cesaro riguarda il finanziamento dell’enforcement del regolamento Agcom. “L’Ofcom ha stabilito che il titolare del diritto deve partecipare alla copertura dei costi per l’accertamento dell’illecito – dice Cesaro – Per quanto riguarda le procedure, Vodafone si adeguerà prontamente, sulla falsariga di quanto già accade per le segnalazioni che riceviamo dalle autorità per quanto riguarda la pedopornografia e il gioco online, per i quali riceviamo la black list quotidiana”.


Innocenzo Genna (Eurispa): ‘Se ti linkano ti fanno un favore?’

Torna sulla sentenza del linking della Corte di Giustizia Ue Innocenzo Genna, Council Officer di Euroispa, l’associazione europea degli Internet Service Providers: “Tutta la questione riguarda il fatto se linkare una pagina web sia un favore per chi viene linkato – dice Genna – Secondo la Corte di Giustizia Ue, il link è sottoposto al copyright. Il potere di autorizzazione del detentore dei diritti viene meno se il contenuto linkato si trovava già online”.

  

Antongiulio Lombardi (3 Italia): ‘Regolamento Agcom ha una delega forte’

“3 ha un ruolo privilegiato, in quanto è contemporaneamente un operatore tv e un operatore mobile – dice Antongiulio Lombardi, direttore affari regolamentari e istituzionali di 3 Italia – Il nuovo regolamento dell’Agcom è un punto di partenza, l’Autorità ha una delega forte che può far pensare ad una futura estensione alla tutela di altri diritti non patrimoniali, ad esempio quello della tutela d’immagine dei minori. Sono d’accordo sul fatto che l’uso del singolo è una cosa diversa dall’abuso massivo di contenuti protetti. Noi, in quanto operatore tlc, non siamo gendarmi, ma soltanto esecutori. Un aspetto importante è certamente l’educazione all’uso corretto dei media e di Internet”.  

 

Enzo Mazza (FIMI): ‘Musica rinata grazie a streaming e digitale’

“Esiste a livello Ue una chiara dicotomia fra tutela del copyright e sviluppo delle nuove tecnologie, come se le due cose fossero inconciliabili – dice Enzo Mazza, presidente della FIMI – Il caso della musica, però, smetisce questo fatto. Ricordo che la legge italiana sul diritto d’autore è del ’41. L’evoluzione del mercato ha completamente cambiato lo scenario del settore musicale. Sono nati modelli di business che nel 2013 hanno portato ad una crescita del 2% del fatturato in Italia, il primo segno più dal 2003. Il trend è stato invertito grazie al free content e a nuovi modelli cloud. Sono nati servizi innovativi basati sullo user generated content. L’86% dei contenuti su Youtube sono monetizzati dalle case discografiche. La creazione di video musicali alternativi ha spesso più successo rispetto agli originali”.

Il mondo dell’industria musicale, aggiunge Mazza, è passato al licensing, che consente l’utilizzo di brani senza autorizzazione preventiva. “Grazie allo streaming, che oggi vale 7 milioni di euro rispetto alle poche migliaia del 2005, e al digitale, che oggi vale 30 milioni di euro rispetto agli 11,5 milioni del 2005 – dice Mazza – il mercato cresce. E continua a crescere anche grazie alla condivisione social delle play list su Spotify, Twitter, Cubo Musica, Facebook. La musica è accessibile in vari modi e usata in maniera proattiva. La pirateria è in calo, anche se il fenomeno del ripping su Youtube sta sostituendo il P2P”.

 

Gina Nieri (Mediaset): ‘Asimmetrie normative inaccettabili fra web e Tv’

“Secondo Mediaset il regolamento Agcom è un passo concreto e coraggioso – dice Gina Nieri, Direttore Divisione Affari Istituzionali, Legali e Analisi strategiche di Mediaset – trovo che la titolarità di Agcom sia assolutamente fondata. Non c’è alcuna intenzione nel regolamento di limitare la libertà della Rete. È un bene che si colpisca chi fa della pirateria il suo business. Positivo il fatto di puntare sull’educazione”.

“I diritti delle persone e quelli economici non sono negoziabili – continua Nieri – e nemmeno il copyright lo è. Il punto è calare il godimento delle opere coperte da copyright nel mondo della Rete. In questo senso, i modelli di business tradizionali vanno rinnovati e non depotenziati. Il prodotto digitale che fa Mediaset in tv è sottoposto ad una serie di vincoli stringenti e deve sopportare un modello di business iper regolamentato. Mi riferisco ad esempio al bollino blu, alla pubblicità conteggiata, ai diritti. E’ necessario che la normativa tolga queste asimettrie inaccettabili fra web e tv per creare un level playing field”.

“Mediaset il suo content online lo mette gratis, ma rivendica che su quei contenuti la pubblicità la vuole mettere lei – aggiunge Nieri – Se l’opera di Mediaset viene piratata è un danno economico che impedisce all’azienda di reinvestire per la creazione di contenuti originali. L’80% dei contenuti originali è finanziato dai broadcaster”.

E poi l’affondo contro Google. “Non so se è vero che Google fattura un miliardo di euro in Italia – dice Nieri – però vogliamo che questo emerga come i 2,7 miliardi di euro di Mediaset e che il fatturato di Google venga inserito nel conteggio generale del mercato pubblicitario. Il tutto deve avvenire all’interno di un mercato regolato. L’Europa deve svegliarsi. C’è un problema di agone concorrenziale che non è fair. Serve una parità di trattamento fra diverse piattaforme”.  In altre parole, è necessario individuare un mercato rilevante della raccolta pubblicitaria su cui tutti i player, broadcaster e web company, concorrano insieme. Un problema complesso, visto che l’ecosistema di Internet è un mercato nascente.   

 

Paolo Nuti (AIIP): ‘No al blocco dei siti se la violazione avviene all’estero’

“Sono d’accordo con Gina Nieri per quanto riguarda la difesa dei diritti fondamentali – ha detto Paolo Nuti, vicepresidente dell’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) – penso che l’educazione sia fondamentale, una sorta di educazione civica digitale che dovrebbero insegnare a scuola. Il problema del regolamento Agcom sul copyright è la sua attuazione pratica. In particolare, sono contrario al blocco dei siti quando la violazione viene effettuata all’estero. Sono contrario all’enforcement dei controlli all’accesso. Bisogna educare l’utente a non rubare invece di bloccare i siti. Lo stesso discorso vale per il cyberbullismo, bisogna educare l’utente. Per quanto riguarda l’autoregolamentazione, Google la sta già facendo e il mercato dei contenuti video sta già rinascendo con soggetti come Netflix, Cubo, Infinity”.  

 

Luigi Mechilli (Wind): ‘Intervenire su uploader e gestore della pagina web’

“Il diritto d’autore va certamente tutelato – dice Luigi Mechilli, Responsabile funzione Consumer Associations nell’ambito della direzione Regulatory Affairs and Institutional Relations di Wind – In particolare, mi sembra corretto che le violazioni di massa siano perseguite, ma il regolamento potrebbe essere strumentalizzato producendo una pioggia di ricorsi. Per quanto riguarda l’enforcement del regolamento – aggiunge Mechilli –  si deve agire subito nei confronti dell’uploader e del gestore della pagina Internet e non nei confronti degli operatori di rete. Se l’enforcement del regolamento sarà un problema da gestire dipenderà molto dai volumi”.

 

Marco Valentini (Sky Italia): ‘Troppi 12 giorni, tempi di intervento siano più rapidi’

“Sky Italia accoglie con favore il nuovo regolamento dell’Agcom – dice Marco Valentini, Responsabile Affari Regolamentari di Sky Italia – la pirateria costa 22 mila posti di lavoro in meno in tre anni e pesanti danni al Fisco. Sky Italia investe il 50% dei ricavi in contenuti. Secondo Sky, il regolamento può essere migliorato nei tempi: 12 giorni per intervenire è un periodo troppo lungo per Sky. Basti pensare ad una diretta di calcio che va online, servirebbero tempi strettissimi per impedire la violazione”.