OTT in vendita: Viber ai giapponesi di Rakuten per 900 milioni di dollari

di Alessandra Talarico |

Viber, nonostante i suoi 300 milioni di utenti, a oggi non ha generato alcun profitto, ma permetterà al gruppo nipponico di spingere la sua offerta di servizi ‘a un livello completamente nuovo’.

Giappone


Viber

Cresce l’interesse dei grandi gruppi internet verso le app che offrono servizi di comunicazione voce e messaggistica: dopo l’acquisizione di Skype da parte di Microsoft, è la volta del gigante giapponese dell’eCommerce Rakuten, che si è portato a casa l’app di messaging online Viber per 900 milioni di dollari.

Un’acquisizione che rientra nella strategia di espansione del colosso nipponico, che sta cercando di differenziare la propria offerta con una serie di operazioni volte a trasformare il gruppo in un credibile concorrente di Amazon. Rientra in questa strategia l’acquisto, per 200 milioni di euro, della piattaforma di vendite online francese PriceMinister nel 2010 e quello dell’americana Buy.com per una cifra simile, ma anche quello della canadese Kobo (eBook) per 315 milioni di euro o della spagnola Wuaki.tv (servizi media on demand) o ancora della piattaforma di video on-line Viki.

Un’espansione a tutto tondo, quindi, in cui rientrerà anche la piattaforma Viber che, nonostante i suoi 300 milioni di utenti, fino a oggi non ha generato alcun profitto: nel 2013 ha registrato anzi un rosso di 29,5 milioni di dollari su un fatturato di 1,5 milioni.

L’intento di questa strategia, come ha sottolineato in una nota il fondatore e presidente di Rakuten, Hiroshi Mikitani, “è di penetrare in nuovi mercati con offerte di contenuti differenti, associati alle nostre piattaforme di eCommerce e di servizi finanziari online”.

L’acquisizione di Viber, ha aggiunto, “ci spingerà a un livello completamente nuovo”.

 

Il colosso giapponese sembra orientato a un’accelerazione dello sviluppo di Viber che, partito con un’offerta di chiamate gratuite tra cellulari e scambio di messaggi di testo, ha allargato via via la propria gamma di servizi alle chiamate a pagamento anche verso i fissi, sulla scia di Skype.

 

Secondo gli ultimi dati Ovum, nel 2013 sono stati 27.000 miliardi i messaggi inviati attraverso le applicazioni di messaggeria gratuita. Il numero potrebbe raddoppiare nel 2014.

Sempre secondo Ovum sottolinea che l’avanzata delle app gratuite costerà agli operatori tradizionali 32,6 miliardi di dollari in mancati ricavi nel 2013, che diventeranno 86 miliardi di dollari nel 2020.

 

Per evitare frizioni con le telco, Viber – fondata nel 2010 dall’imprenditore israeliano Talmon Marco – ha adottato un approccio ‘cooperativo’ proponendo ai gruppi tlc di associarsi nella vendita di pacchetti che includano l’uso senza limiti del servizio in cambio di un piccolo abbonamento mensile.