Privacy, quasi 6 euro al mese il valore dei tuoi dati

di Paolo Anastasio |

La start up Usa Datacoup è pronta ad acquistare i tuoi dati personali, relativi a transazioni via carta e account sui social network, in cambio di 5,87 euro al mese.

Stati Uniti


Internet

I tuoi dati personali valgono quasi 6 euro al mese, ammesso che tu sia disposto a venderli. E’ questa la valutazione economica della tua identità digitale secondo la start up Usa Datacoup, disposta a pagare quasi 6 euro (8 dollari pari a 5,87 euro) per ottenere libero accesso, con il consenso degli interessati, ai dati personali sulle transazioni via carta e account personali sui social media, Facebook e Twitter in primis.

 

Lo scrive il sito del MIT Technology Review, precisando che il modello di business di Datacoup, in fase beta di test, è semplice: l’obiettivo è acquistare le informazioni personali online di chi è disposto a venderle per poi rivenderle all’ingrosso, scremate dai dati identificativi, alle aziende che vogliono informazioni di prima mano sui trend di acquisto e di opinione degli internauti.

 

C’è da dire che i dati personali sono già oggi oggetto di commercio quotidiano: succede tutti i giorni con i buoni sconto e i voucher dei negozi online in cambio del controllo delle proprie abitudini di navigazione. Ma la differenza di Datacoup, secondo il Ceo Matt Hogan, è che il consumatore viene coinvolto direttamente nel processo: “Se il consumatore vuole prendere una decisione consapevole, deve essere messo in condizione di vendere i suoi dati a chi desidera”.

 

Hogan ha detto che durante la fase beta di test sono stati 1500 gli internauti che hanno sottoscritto il servizio e che fra pochi mesi l’attività sarà definitivamente operativa. Ciò che distingue l’attività di Datacoup, secondo il Ceo, da quella di miriadi di altri player che raccolgono i dati disseminati sul web a scopi pubblicitari è la combinazione fra le abitudini di navigazione e le informazioni personali e i dati relativi alle loro transazioni economiche.  

 

Alessandro Acquisti, ricercatore specializzato privacy e economia comportamentale presso la Carnegie Mellon University, sottolinea che l’idea di vendere i dati personali online non è certo una novità ma che finora non è mai decollata.

 

“Da un punto di vista etico, ha senso che la gente sappia che cosa succederà ai suoi dati personali e a quali scopi verranno utilizzati dall’entità che ne prende il possesso e con quali conseguenze”, dice Acquisti. Tuttavia, Datacoup non prenderà mai il completo controllo dei dati perché, chiude Acquisti, Twitter, Facebook e le società di carte di credito manterranno comunque le informazioni e potranno continuare a trarne profitto in maniera autonoma e inconsapevole per l’utente.