eBook: anche le librerie verso il modello streaming

di Raffaella Natale |

Book Industry Study Group lancia un’indagine per verificare l’applicabilità del modello Netflix alla vendita degli eBook.

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Al modello di business di Netflix cominciano a guardare con interesse anche le catene di distribuzione di eBook. La web company, nata nel 1997 come servizio online per il noleggio di Dvd, oggi è arrivata a 41 milioni di abbonati nel mondo e offre una library di 50 mila titoli. In Europa è presente in Gran Bretagna, Olanda e Paesi Scandinavi e sta preparando lo sbarco in Italia, Francia, Germani e Belgio. Esclusa al momento la Spagna dove i costi per i diritti di proprietà intellettuale sono più alti rispetto ad altri Paesi europei e dove la pirateria rappresenta ancora un grosso problema.

I dati dicono che Netflix è un best case, ma resta difficile replicare il successo della multinazionale americana, che recentemente negli Stati Uniti ha superato anche i 28,7 milioni gli abbonati di HBO (Netflix negli USA ne ha 33 milioni, ndr).

Le catene di distribuzione di libri stanno guardando con molto interesse e attenzione il suo modello.

 

Al momento in questo settore, la più attiva è la start-up Oyster che a settembre ha lanciato un’app per i dispositivi Apple e viene già definita la ‘Netflix dei libri’.

Il servizio costa 9,95 dollari al mese e l’offerta comprende ben 100 mila titoli delle case editrici più note.

Tra le piattaforme da segnalare anche Kindle di Amazon che permette di scegliere tra 350 mila libri. I lettori possono però accedere a un solo libro al mese con un abbonamento premium da 79 dollari l’anno.

Oyster invece non pone queste condizioni e vorrebbe approfittare di questo vantaggio.

 

Ancora c’è molto da sperimentare in questa direzione. Alcuni editori sostengono, infatti, che offrire un accesso illimitato alle librerie digitali non farà altro che abbassare i prezzi delle offerte e conseguentemente quello degli eBook con problemi per i rivenditori già sotto pressione, in alcuni Paesi anche per il tasso d’Iva diverso che viene applicato al digitale rispetto al cartaceo.

 

Altra differenza sta nella fruizione del servizio: guardare un video su Netflix richiede meno tempo che leggere un libro che è sicuramente un’esperienza più impegnativa.

 

Ci sarà una Netflix per i libri?

Ancora presto per dirlo, ma c’è sicuramente grande slancio e interesse per il modello di business di Netflix tanto da giustificare il lancio di una grande inchiesta sull’argomento annunciata la scorsa settimana da Book Industry Study Group che dovrebbe chiudersi per l’estate.

Se i risultati dovessero dimostrare che il pubblico potenziale è in linea con le ambizioni di Oyster, gli editori potrebbero cominciare a pensare a un canale di vendita digitale che produrrebbe lo stesso impatto di Book-of-the-Month club, fondato nel 1926 e che nel giro di pochi anni divenne il canale di distribuzione più profittevole per gli editori.