#Datagate, quanto costa (poco) sorvegliare il mondo

di Paolo Anastasio |

Secondo Politico.com, il controllo di massa da parte dell’intelligence costa sempre meno, grazie alla crescente diffusione di tecnologie. L’Nsa ‘spia’ i movimenti dei sospetti al prezzo di soli 6,5 centesimi di dollaro all’ora per singolo contribuente.

Stati Uniti


Internet

Il costo della sorveglianza di massa da parte dei servizi di intelligence è precipitato negli ultimi 20 anni. La contrazione della spesa è direttamente proporzionale alla diffusione di massa della tecnologia, che consente alle autorità governative di spendere poco per controllare milioni di dati. E’ questo il driver principale che ha spinto gli Usa a lasciare campo libero all’Nsa e al suo programma di sorveglianza di massa smascherato dall’ex contractor dell’agenzia Edward Snowden.

 

Lo scrive oggi il sito Politico.com, secondo cui la Nsa (National Security Agency) americana per il suo programma di “spionaggio” a strascico spende appena 6,5 centesimi di dollari all’ora per singolo contribuente Usa, pari a 574 dollari a testa all’anno. E’ quanto emerge da un recente studio pubblicato sul Yale Law Journal Online e firmato da due esperti di leggi sulla privacy, Kevin S. Bankston e Ashkan Soltani, secondo cui anche le tecnologie usate dai dipartimenti di polizia per la sorveglianza di massa – in particolare il GPS e i droni – sono in linea con quelle sfruttate dall’Nsa: più le tecnologie diventano di massa, meno cara diventa l’attività di sorveglianza.

 

D’altra parte, il ricorso ai classici pedinamenti e appostamenti in macchina costano mediamente fra i 250 e i 275 dollari all’ora, secondo i dati di Bankston e Soltani. Molto più economico fissare una trasmittente radio sull’auto del sospetto, al modico prezzo di 105 – 113 dollari all’ora.

Il GPS è la tecnologia più a buon mercato: consente di controllare un sospetto al prezzo di 10 dollari al giorno, che diventano 1,43 dollari all’ora nell’arco di una settimana e di 0,36 centesimi all’ora nell’arco di un mese.

 

Il calo del prezzo dello spionaggio va di pari passo con la crescente diminuzione della soglia di tolleranza della privacy da parte dei cittadini. Il 73% della popolazione Usa utilizza i social network, mettendo online sua sponte informazioni personali senza grosse remore.

Le autorità Usa non si sono certo tirate indietro di fronte all’occasione di pescare nella massa di dati messi a disposizioni dai privati. Secondo un’indagine del 2012 condotta su un campione di capi dipartimento della Polizia statunitense, l’83% degli intervistati ha dichiarato di usare il GPS per monitorare i sospetti di reato, e la maggior parte di loro prevede di usare il GPS anche per controllare l’auto di sospetti. L’89% degli intervistati utilizza i social media (Facebook e Twitter ad esempio) per trovare piste utili al quadro investigativo.