‘Investire nei lavori del futuro per massimizzare i benefici di mercato unico digitale’. Intervista a Rene Summer (Ericsson)

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Europa


Rene Summer

Le sfide politiche in vista della realizzazione del mercato unico digitale e la ‘vision’ di Ericsson sulla ‘Networked Society’, illustrata in un’intervista a ETNO Digital dal Director of Government & Industry Relations Rene Summer.



Ericsson ha sviluppato una propria visione sulla “Networked Society”. Di cosa si tratta?

 

Rene Summer. Alcune tecnologie sono in realtà vere e proprie rivoluzioni che creano cambiamenti strutturali in grado di trasformare radicalmente la vita di persone, imprese, istituzioni pubbliche e della società nel suo complesso. Il mondo ha subìto cambiamenti profondi più volte in passato e ognuno di questi cambiamenti ha generato sciami di nuove tecnologie, nuove industrie e nuovi prodotti, con le loro infrastrutture associate. Ericsson crede che siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione tecnologica. Negli anni a venire, ulteriori progressi tecnologici e il miglioramento delle prestazioni delle infrastrutture ICT genereranno nuovi modi di creare, imparare, produrre e innovare. Questo porterà una nuova ondata di trasformazioni a lungo termine più sostenibili e positive per l’economia e la società. Ericsson ha battezzato questa nuova società emergente, di cui abbiamo visto solo l’inizio, ‘Networked Society’ . Una società, cioè, in cui le persone, le conoscenze, le relazioni e le informazioni sono collegate in rete a beneficio di tutti. La Networked Society porterà nuovi modi di pensare la creazione e la produzione, nuove opportunità economiche e nuove esperienze che portano a una trasformazione dell’industria, delle istituzioni, dell’economia e della società guidata dall’innovazione.

 

 

Cosa potrebbe fare un decisore politico europeo per contribuire a realizzare la Networked Society?

 

Rene Summer. Le sfide politiche legate a una trasformazione strutturale guidata dall’ICT sono molte. È imperativo che i politici adottino una prospettiva a lungo termine che ambisca a un cambiamento grande e durevole. Un cambiamento che deve essere sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale e culturale. I decisori politici devono non solo provvedere al benessere a lungo termine dei cittadini, ma anche concentrarsi su obbiettivi qualitativi e quantitativi. Tutto questo mentre si sforzano di migliorare la competitività e di incoraggiare il progresso sociale.

In secondo luogo, i decisori politici devono essere in grado di spiegare ai cittadini il potere della crescita economica guidata dalla tecnologia. Attualmente, soprattutto in Europa, si discute sul fatto che i benefici di questa trasformazione saranno goduti solo dalle generazioni a venire, creando una distorsione incentrata su un gruppo ben identificato di ‘perdenti’ (i giovani di oggi che pagano il prezzo più alto in termini di occupazione) e un non meglio identificato gruppo di futuri ‘vincitori’. I politici dovrebbero quindi affrontare la sfida generata dalla asimmetria temporale nella distribuzione di costi e benefici.

Terzo, i politici si sono concentrati sulla risoluzione delle inefficienze del mercato come i monopoli naturali, il potere di mercato, le esternalità, l’asimmetria dell’informazione. Perseguire l’efficienza del mercato è, certo, auspicabile, ma non è sufficiente per abilitare una trasformazione guidata dall’ICT in grado realizzare benefici economici sostenibili e duraturi.

Quindi, la realizzazione della Networked Society richiederà anche ai decisori di affrontare le carenze normative derivanti dall’attenzione eccessiva che la politica ha riservato a interessi privati (resistenza al cambiamento) che hanno spinto al mantenimento dello status quo a discapito dell’interesse pubblico a lungo termine.

E ancora, i politici devono anche risolvere inefficienze di sistema che possono emergere in un progresso guidato dalla tecnologia che limiti sensibilmente il potenziale socio-economico.

Poiché il progresso tecnologico è determinato da un sistema che consiste di ‘invenzioni, innovazioni, diffusioni e adozioni’, una gamma di diverse istituzioni pubbliche e quadri giuridici di settore hanno impatto sulle performance dell’intero sistema. Nel caso di obiettivi incoerenti o in conflitto, il risultato è il fallimento del sistema che automaticamente trattiene il potenziale economico del cambiamento. Ecco perché i politici europei devono avere una visione olistica, cercare un maggiore allineamento tra i quadri regolamentari dei diversi settori e anche rafforzare il legame tra le politiche dell’offerta (invenzioni, innovazioni) e quelle della domanda (diffusione, adozione). Questo limiterà il rischio di fallimenti di sistema e aumenterà i benefici derivanti del cambiamento.

 

 

Finora, la Digital Agenda europea si è concentrata sulle politiche dell’offerta. Quale ruolo potrebbero svolgere nuove ambiziose politiche sul versante della domanda?

 

Rene Summer. Da una prospettiva prettamente ICT, le politiche legate all’offerta (piani per la banda larga, politiche dello spettro ecc.) sono prerequisiti necessari per abilitare il rollout e lo sviluppo delle tecnologie ICT. Tuttavia, considerando l’impatto socio-economico, queste politiche non sono sufficienti perché l’impatto economico a lungo termine è raggiunto da un’ampia diffusione e da una profonda adozione delle tecnologie. Quindi è necessario allineare le politiche della domanda e dell’offerta per aumentare l’impatto economico dell’ICT. Questo massimizzerà il potenziale socio-economico che l’ICT può offrire.

C’è bisogno di una nuova politica, con maggiore attenzione sui risultati, come ad esempio l’adozione di nuovi servizi e applicazioni basati sull’ICT da parte di vari gruppi di utenti – inclusi i consumatori, piccole e medie imprese e le autorità pubbliche. L’obiettivo delle politiche dal lato della domanda dovrebbe essere quello di favorire l’innovazione e la diffusione di nuovi prodotti e servizi, la nascita di nuovi mercati, nuovi comportamenti, la creazione di valore per il consumatore, nonché nuove competenze organizzative, attività e capacità.

Quindi, in termini economici, guardando alle modifiche indotte dalle tecnologie ICT, la maggiore attenzione sulle politiche dal lato della domanda non si tratta tanto di stimolare i movimenti sulla curva di domanda esistente, ma piuttosto di stimolare cambiamenti nelle curve di domanda e nella creazione di nuova domanda.

 

 

Si sta molto discutendo in questo periodo anche del futuro del diritto d’autore. In che modo il copyright si inserisce nel contesto della maggiore attenzione alle politiche dal lato della domanda?

 

Esiste un collegamento vitale tra l’impatto economico dell’ICT, compresa la banda larga, e la disponibilità di contenuti digitali. La maggiore disponibilità di contenuti e servizi digitali è uno stimolo essenziale che motiva l’adozione di massa di servizi a banda larga ad alta velocità. Di conseguenza, la disponibilità di opere creative digitali on-demand in rete deve essere considerata uno stimolo per l’adozione dei servizi a banda larga ad alta velocità e deve contribuire a realizzarne l’impatto socio-economico. Una recente pubblicazione del World Economic Forum è giunta a conclusioni simili e ha chiesto un ampliamento dell’accesso ai contenuti, offrendo “un’ampia gamma di strumenti atti ad accedere ai contenuti, abilitati da Internet e da altre tecnologie, per massimizzarne i benefici sociali ed economici”.

Questa interdipendenza tra ICT e industria creativa rende chiaramente l’idea del rischio di fallimento normativo e sistemico che i decisori politici non possono non valutare. Non è sufficiente per stimolare la domanda stare attenti solo all’efficienza del mercato della banda larga o curare solo le politiche dell’offerta in ambito ICT, come nel progetto di mercato unico digitale.

C’è bisogno di adattare il copyright all’era digitale, in linea con le aspettative dei consumatori e di stimolare e soddisfare la domanda di contenuti digitali legali. E questo, che è anche interesse dell’industria creativa, aiuterà a realizzare il pieno potenziale di trasformazione indotto dall’ICT, sia quello immaginato dalle iniziative del mercato unico digitale sia quello della Networked Society di Ericsson.

 

 

Quindi, i politici cosa possono trarre da questa visione?

 

Rene Summer. Le tecnologie alla base del mercato unico digitale o della Networked Society hanno il potenziale di trasformare le economie e le società perché danno forma agli elementi determinanti per una crescita sostenibile e duratura. I decisori politici europei hanno l’autorità per indirizzare questa trasformazione verso esiti positivi, cioè il benessere dei cittadini, la competitività delle nazioni, il progresso sociale e il miglioramento degli standard di vita. Per beneficiare di questo cambiamento è necessaria una politica pubblica solida che dia forma e determini la durata, la forza e la sostenibilità dei benefici economici e sociali da raggiungere col mercato unico digitale e la Networked Society.