Agcom, in cantiere un tavolo tecnico sul vectoring

di Alessandra Talarico |

Da quanto appreso da Key4biz, il regolatore italiano vuole consentire a tutti gli operatori di utilizzare quest’architettura, provvedendo a colmare il vuoto di standardizzazione che ne ostacola il decollo.

Italia


Agcom

L’Agcom ieri ha approvato il nuovo listino che gli operatori alternativi dovranno pagare a Telecom Italia per l’accesso VULA (Virtual Unbundling Local Access) alla rete in fibra ottica, secondo le architetture FTTH e FTTC.

L’architettura FTTC prevede l’utilizzo della fibra ottica fino al cosiddetto cabinet, cioè l’armadio stradale, che dista mediamente 200-300 metri dalle abitazioni. Il collegamento dal cabinet agli edifici e al cliente viene effettuato, invece, tramite doppino in rame. 

 

L’architettura FTTC permette ai service provider di abbattere i costi di connessione per abbonato evitando di realizzare, in quest’ultimo tratto, nuovi lavori civili nelle strade o nelle proprietà private per posare nuova fibra. L’attuale architettura consente di raggiungere nella pratica velocità fino 30 mbps in downstream. Con l’uso della tecnologia vectoring è possibile aumentare questa velocità fino a 100 mbps.

 

L’Agcom avvierà a breve un tavolo tecnico sul vectoring con la partecipazione degli operatori, per superare le difficoltà tecniche che stanno ostacolando il decollo della tecnologia, tra cui l’assenza di standard internazionali per l’interoperabilità degli apparati usati dai diversi operatori. L’assenza di tale standardizzazione ha spinto alcuni regolatori del mercato tlc, come ad esempio  quello tedesco,  ad autorizzare un solo operatore – in genere l’incumbent – a installare i suoi apparati vectoring, per poi rivendere un servizio attivo (VULA) a livello cabinet, anche ai competitor.

Da quanto si apprende, invece, Agcom ha optato per un approccio al vectoring  multi-operatore (MOV), che lascia a tutti gli operatori la libertà di utilizzare quest’architettura, purché siano garantiti accorgimenti tecnici necessari per assicurare l’interoperabilità degli apparati.