Ennio Lucarelli (Csit): ‘Troppe aree industriali penalizzate dall’assenza di banda larga’

di |

Il presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici accoglie positivamente gli obiettivi del Rapporto Caio, ma non nasconde il deficit infrastrutturale che pesa soprattutto sulle Pmi che operano in digital divide.

Italia


Ennio Lucarelli

Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici accoglie positivamente gli obiettivi del rapporto Caio al 2020 sulla banda larga, presentato dal Governo. Ma nel contempo il presidente Ennio Lucarelli punta il dito contro la “carenza di collegamenti alla rete” di cui soffrono “troppe aree industriali del Paese”.  

Fondamentale inoltre, secondo il Csit, nell’ambito della programmazione Horizon 2020, l’impegno dei territori, in particolare delle Regioni per dare al Paese una infrastruttura necessaria alla crescita competitiva del tessuto imprenditoriale italiano soprattutto delle Pmi.

A comunicarlo è la stessa Associazione “L’obiettivo di arrivare entro tre anni ad avere nel 50% del Paese i 30 Mbps di connessione – dice il presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Ennio Lucarelli – è da considerare il livello minimo ma ci pone in posizione di rincalzo a livello europeo. Ricordiamo che attualmente sulla connessione broadband l’Italia veleggia oltre la ventesima posizione in Europa, su 28 nazioni e sempre ben al di sotto della media europea – prosegue Lucarelli – e sono troppe le aree industriali che soffrono per carenza di collegamenti alla rete costringendo le imprese insediate ad una grande disparità di condizioni con le altre imprese europee. Un percorso – conclude Lucarelli – quello indicato dal Rapporto Caio fondamentale anche per il raggiungimento degli obiettivi dell’Industrial Compact in sinergia con altri settori strategici quale Turismo, beni culturali e Industrie Creative per la valorizzazione del patrimonio archeologico, artistico, storico e culturale”.

Il gap infrastrutturale pesa soprattutto per le Pmi che operano in condizioni di digital divide, fortemente penalizzate e impossibilitate a sfruttare efficienza delle nuove tecnologie e reti virtuali per crescere e agganciare processi di crescita trasversali nei territori.

“Un ruolo importante in questo momento è proprio in capo alle regioni
– ha detto il vicepresidente del Comitato nazionale di Coordinamento Territoriale di CSIT, Gianni Potti – che a nostro avviso debbono attivarsi per operare in stretto raccordo con il Governo per promuovere un utilizzo dei Fondi Strutturali europei al fine di assicurare a tutta la popolazione l’accesso alla rete almeno a 30 Mbps entro il 2020. E – prosegue Potti – dall’altra parte è necessario intervenire con urgenza sul ritardo della domanda per i servizi a banda larga in Italia, considerando i programmi di alfabetizzazione digitale dell’Agenda Digitale italiana. I territori aderenti a Confindustria Servizi Innovativi si faranno promotori di iniziative nelle diverse Regioni per spingere i governi locali al pieno utilizzo dei fondi Ue, specie a copertura delle zone in digital divide”. (P.A.)