Bankitalia, solo due italiani su dieci usano il web per servizi di eGov

di Raffaella Natale |

Il Vice Dg Valeria Sannucci rilancia: ‘L'innovazione rappresenta oggi l'unica via possibile per uscire dalla crisi e tornare a crescere’.

Italia


Banca d'Italia

Poco più della metà gli italiani connessi al web e ancora di meno quelli che usano la rete per interloquire con i servizi digitali della Pubblica amministrazione.

E’ questo il quadro fosco dipinto oggi dal vicedirettore generale della Banca d’Italia Valeria Sannucci nel corso di un Convegno sull’innovazione tecnologica, nel quale ha ricordato che “L’innovazione, nella sua definizione più ampia, rappresenta oggi l’unica via possibile per uscire dalla crisi e tornare a crescere”.

Eppure ha indicato la Sannucci, “Solo il 65% delle famiglie italiane ha una connessione a internet e la percentuale degli utenti che usa regolarmente il web si limita al 53%”, aggiungendo che “si tratta di un risultato decisamente scarso, visto che l’obiettivo che ci si era prefissati era del 75% nel 2015″.

Ancora più deludenti i dati sull’eGovernment: la popolazione che usa il computer per relazionarsi con la Pubblica amministrazione si attesta solo al 20%, a fronte di un obiettivo del 50%.

 

Gli obiettivi europei, ha ricordato la Sannucci, sono stati recepiti in Italia nel piano ‘eGov 2012‘, che definisce i progetti finalizzati a rendere più efficiente la PA, e nell’Agenda digitale italiana, che considera l’innovazione un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività del Paese.

Il processo di digitalizzazione previsto dall’Agenda riguarda diversi versanti: infrastrutture di rete, integrazione dei sistemi Ict nella PA e rapporti con imprese e cittadini.

 

“L’Italia – ha continuato – sconta un significativo ritardo innovativo: in rapporto al Pil, la spesa in Ricerca & Sviluppo (R&S), un’importante misura delle risorse impiegate per la produzione di innovazione, è più bassa rispetto ai principali paesi europei e lontana dall’obiettivo del 3% fissato dalla Commissione Europea nella strategia Europa 2020; è soprattutto il contributo delle imprese che presenta i più ampi scostamenti in negativo dai principali paesi industriali. Il divario è ancora più ampio nella propensione a realizzare brevetti”.

“La crisi ha marcato questo divario e ha reso evidente l’inadeguatezza di una parte del sistema produttivo. Comprendere quali siano le radici del ritardo innovativo dell’Italia è fondamentale per indirizzare la pubblica amministrazione nel formulare politiche utili in tal senso”.

 

La Pubblica amministrazione – ha detto – è chiamata a innovare anche la sua stessa struttura operativa: “Diversi obiettivi sono stati raggiunti. Tuttavia, il cambiamento organizzativo prefigurato dagli interventi legislativi resta ancora incompiuto; le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e lo sviluppo dell’eGovernment possono svolgere un ruolo ben più ampio“.

 

In questo contesto rientra lo sviluppo degli strumenti di pagamento online: “I pagamenti pubblici sono una componente essenziale per la realizzazione dell’amministrazione digitale. La natura e il peso dei pagamenti pubblici fanno sì che le innovazioni introdotte in questo campo possano agevolare anche il raggiungimento di obiettivi esterni al perimetro della Pubblica amministrazione, quali la promozione dell’inclusion e finanziaria e la guerra al contante”.

 

Quanto all’adozione delle regole e degli standard di pagamento pan-europei, ha assicurato la Sannucci,”sarà compito della Banca assicurare che tale evoluzione persegua l’obiettivo di migliorare il rapporto tra cittadini e amministrazioni pubbliche in condizioni di piena parità competitiva tra le diverse categorie di prestatori di servizi di pagamento, favorendo l’instaurarsi di un circolo virtuoso tra innovazione, efficienza del settore pubblico e corretto funzionamento del sistema dei pagamenti”.