Telecom Italia: cambio della governance e Tim Brasil i nodi da sciogliere

di Alessandra Talarico |

Tanta la carne al fuoco in vista del prossimo cda del 16 gennaio: Telefonica smentisce l’esistenza di una cordata per rilevare Tim Brasil ma non tutti sembrano convinti che la vendita non si farà.

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Marco patuano

Scatta in Borsa il titolo Telecom Italia (+4,16%) sulla scia delle notizie di stampa secondo cui i soci italiani della holding Telco – Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali – sarebbero disposti ad apportare modifiche alla governance del gruppo. Modifiche che includerebbero il rafforzamento della disciplina su parti correlate e che potrebbero essere discusse il prossimo 16 gennaio in occasione del prossimo cda dell’azienda.

Secondo gli analisti, la revisione della governance “sarebbe un passo abbastanza positivo per congelare il possibile conflitto d’interessi Telefonica”.

 

A spingere il titolo, anche le precisazioni su Tim Brasil diffuse ieri da Telefonica su richiesta della Consob. La società di Cesar Alierta ha fatto sapere di non fare parte di alcuna cordata messa in piedi per lanciare un’offerta sulla controllata brasiliana di Telecom Italia e di non avere dettagli su un’operazione di questo genere. La smentita si riferisce alle indiscrezioni di stampa circolate la scorsa settimana, secondo le quali il gruppo spagnolo si sarebbe attivato, insieme agli altri player attivi sul mercato mobile brasiliano – America Movil di Carlos Slim e Oi – per rilevare Tim Brasil.

 

La società spagnola ha precisato altresì di non aver avuto contatti col Cade – l’antitrust brasiliano – riguardo l’eventuale vendita di Tim Brasil e di voler, anzi, procedere legalmente dopo le recenti ‘irragionevoli’ decisioni dell’authority carioca.

 

La smentita, tuttavia, non sembra aver convinto gli osservatori, che restano del parere che una modifica della governance potrebbe addirittura favorire la vendita di Tim Brasil a un prezzo più appetibile pari a circa 8 miliardi di euro.

Un’ipotesi che fa balzare sulla sedia i piccoli azionisti: per l’associazione asati, infatti, anche ottenendo più o meno il doppio di questa cifra, la vendita della controllata sarebbe un grave danno per Telecom Italia visto che – ha spiegato il presidente Franco Lombardi“…la società verrebbe privata di un importante mercato in forte crescita e ridimensionata nel contesto italiano dove il mercato delle telecomunicazioni è ormai saturo”.

 

In ogni caso, se al prossimo cda dovesse palesarsi lo scenario tratteggiato dal Sole 24 Ore, con l’approvazione della mozione che dovrebbe essere presentata dai consiglieri indipendenti, qualsiasi offerta su Tim Brasil, dovrà essere considerata come operazione con parti correlate “di maggiore rilevanza” e valutata preliminarmente da un comitato di soli consiglieri indipendenti. Solo, quindi, se questo dovesse dare giudizio positivo, la proposta potrà poi essere valutata dal cda di Telecom Italia.