Telecom Italia, riflettori puntati su BlackRock

di Alessandra Talarico |

Il Fondo Usa dovrebbe astenersi dal voto. Un’ipotesi considerata come un ‘appoggio’ a Telefonica. Da Filippo Civati sferzata a politica e autorità italiane: ‘sono le uniche a non essersi espressi tranne loro’.

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BlackRock

In vista dell’assemblea Telecom Italia di domani, gli occhi sono tutti puntati su BlackRock che sarebbe orientato ad assumere una posizione ‘neutrale’, astenendosi quindi dal voto sulla revoca del cda e confermandosi come ago della bilancia per determinare se prevarrà o meno lo status quo. L’astensione – considerata come un appoggio a Telco, però, non fa che alimentare i sospetti di un accordo con Telefonica che potrebbe dare nuovo materiale alla Consob, che già nei giorni scorsi ha puntato il faro sul Fondo americano, che ha aumentato la sua partecipazione senza comunicarlo all’Autorità e cambiando diverse volte versione sull’entità della quota in suo possesso. Dalle comunicazioni iniziali alla Sec, infatti, era emersa una quota del 10,14%, in seguito rettificata al 9,97%, quindi non vincolata da comunicazione all’Autorità italiana di controllo sulla Borsa. Ieri, di nuovo, BlackRock ha cambiato le carte in tavola, comunicando che l’ammontare della sua quota, considerando anche il bond convertendo, si attesta al di sopra del 10% (al 10,12%) e ne fa il secondo maggiore azionista, anche se la quota di azioni con diritto di voto è pari al 7,8%.

 

Fossati stima che la sua proposta di revoca del cda avrà il sostegno di un quinto dei soci una soglia che comunque non basterebbe (solo Telco, infatti, detiene 22,5 per cento delle azioni).

Secondo gli analisti, quindi, difficilmente Fossati riuscirà nel suo intento di defenestrare l’attuale consiglio, ma quella di domani sarà comunque un’assemblea da record, con il 53,8% del capitale già depositato e la possibilità di arrivare al 60%.

“Il nostro obiettivo – ha detto il patron di Findim – non è quello di controllare l’azienda: noi vogliamo un’azienda indipendente”.

 

Sul fronte politico, intanto, è saltata la riforma dell’Opa: l’emendamento presentato da Massimo Mucchetti (Pd) al decreto Salva-Roma è stato dichiarato inammissibile dal Senato per “estraneità di materia”. Nessuna possibilità, quindi, che un’eventuale riforma possa riguardare l’accordo tra Telco e Telefonica.

Una debacle che non ha mancato di innervosire i sindacati, con il segretario nazionale della Cgil Fabrizio Solari che evidenzia come la mancata modifica delle norme sull’OPA apre “…uno scenario nel quale Telecom stessa rischia di sparire dal mercato delle TLC mondiali e il Paese di vedere aggravato il ritardo sullo sviluppo della Banda Larga”

“La battaglia per il controllo della società che si sta compiendo in questi giorni non ha precedenti. Sono state umiliate tutte le istituzioni del Paese, si sono ignorati i rilievi della Consob e, di fronte ad un atteggiamento ambiguo e poco trasparente di molti degli atti prodotti, il Governo non ha sentito il dovere di dire la sua”, ha aggiunto Solari, mentre Massimo Cestaro ha sottolineato come “l’Italia sarebbe in questo modo il primo Paese europeo a restare privo di un’azienda di telecomunicazioni, perdendo l’unica leva vera per governare la nascita delle reti di nuova generazione necessarie allo sviluppo del Paese”.

 

Dal Pd, intanto, arriva la presa di posizione di Filippo Civati, che sottolinea come quelle delle Autorità e della politica italiane siano le uniche voci ‘latitanti’ riguardo il futuro del maggiore gruppo telefonico italiano: “Sulle sorti di Telecom Italia – ha affermato – in queste ultime settimane si sono espressi in molti. L’Antitrust brasiliano ha riconosciuto il conflitto di interessi di Telefonica in Telecom Italia. Ieri Deutsche Bank in un lungo report riconosce che le minoranze capitanate da Fossati hanno comunque raggiunto l’obiettivo di far venire alla luce il conflitto di interesse. I principali Proxy advisor (ISS e Glass Lewis) hanno riconosciuto l’esistenza del conflitto di interesse e indicato ai Fondi internazionali azionisti di TI di votare per la revoca dell’attuale Cda nell’assemblea di domani. Tutti in giro per il mondo si sono espressi, tranne le Autorità e la Politica italiana”.