Telecom Italia, grandi manovre in vista dell’assemblea

di Paolo Anastasio |

La Findim di Marco Fossati lancia Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i, nella lista dei cinque nomi che dovrebbero integrare il Cda dell’azienda in caso di decadenza. Giovedì la lista di Telco. Presidio dei sindacati a Montecitorio.

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Grandi manovre in vista dell’assembela di Telecom Italia del 20 dicembre. All’ordine del giorno la proposta di revoca del consiglio di amministrazione da parte di Findim, e in caso di approvazione della proposta di revoca, la nomina del consiglio di amministrazione. In caso di mancata approvazione della proposta di revoca, la nomina di due amministratori. La Findim di Marco Fossati, che detiene il 5% di Telecom Italia, propone una lista di cinque nomi che dovrebbero integrare il Cda della società telefonica, nel caso in cui l’assemblea del 20 dicembre dovesse decidere per la decadenza dell’attuale Consiglio di amministrazione, come richiesto dallo stesso Fossati.  

 

È quanto si legge in una nota della Findim. Nella lista presentata dalla società di Fossati e che, secondo la nota hanno già accettato, ci sono l’attuale ad di F2i, Vito Gamberale, il presidente dell’Asati Franco Lombardi, sostenuto anche dall’ex presidente esecutivo Franco Bernabè.  Alessandro Castellano, amministratore delegato di Sace, Girolamo Di Genova, ex manager di Telecom Italia, e l’avvocato Daniela Mainini. La richiesta della Commissione è funzionale a evitare uno svantaggio competitivo dei fondi in assemblea.

Findim spiega che “le candidature proposte sono volte ad apportate al consiglio di amministrazione di Telecom competenze tecniche e manageriali di riconosciuta eccellenza costituenti l’ideale integrazione e completamento delle candidature indicate nella lista Assogestioni che garantiscono l’indipendenza e la professionalità necessarie per assicurare una governance della società corretta e trasparente”.

“L’obiettivo di Findim – prosegue la nota – è quello di contribuire alla nomina di un consiglio di amministrazione dotato delle competenze necessarie per potersi confrontare con il management e per orientare la realizzazione dei progetti industriali di sviluppo nazionale e internazionale di Telecom Italia e che sia quindi, all’ altezza dell’esecuzione del piano strategico proposto da Findim group, atto ad assicurare a Telecom un futuro da autentica public company con una gestione indipendente da condizionamenti e proiettata verso l’ efficienza, la crescita e la piena realizzazione delle sue grandi potenzialità industriali”.


“Tutti i candidati da noi indicati – prosegue la nota – hanno già comunicato a Findim la loro disponibilità ad accettare la carica”.

 

Telco, la lista nel cda del 19 dicembre

Dopo Findim, anche Telco dovrà  svelare, su richiesta Consob, i nomi dei possibili ulteriori candidati che la holding azionista di Telecom Italia potrebbe proporre nel corso della riunione di venerdì, nel caso in cui i soci dovessero dire sì alla revoca del cda e il numero di candidati indicati nelle liste non fossero sufficienti  alla nomina di tutti i componenti del board. 

Telco non ha “al momento assunto alcuna determinazione” sui possibili candidati da proporre in assemblea, nel caso in cui, con la revoca del cda, fosse necessario integrare il consiglio. Tali decisioni verranno prese nel cda convocato per il 19 dicembre, alla vigilia dell’assemblea. Così ha comunicato Telco, su richiesta Consob, spiegando che nel board di giovedì “si discuteranno e saranno assunte delibere in relazione al voto da esprimere in assemblea Telecom Italia sul numero, sugli emolumenti e sul termine del nominando consiglio della partecipata, nonché circa la decisione di proporre un elenco di nominativi per le eventuali necessità di integrazione del consiglio medesimo”.

Telco precisa di “non avere considerazioni di sorta con riferimento alla circostanza che, ove si mantenesse un numero di consiglieri uguale a 15, taluni di questi non sarebbero nominati sulla base del voto di lista. Al riguardo, Telco si atterrà alle vigenti disposizioni statutarie di Telecom Italia e alle determinazioni dell’assemblea”. Le determinazioni “saranno oggetto di tempestiva informativa al mercato ai sensi di legge”.

 

Assogestioni ha proposto sette nomi, Telco, holding di riferimento di Telecom Italia con il 22,4%, tre, scesi poi a due dopo le dimissioni di Julio Linares e Cesar Alierta (Telefonica). Sempre oggi dovrebbe essere più chiara anche l’affluenza dei fondi: il termine tecnico per le banche per trasmettere il deposito delle azioni scade infatti tre giorni prima dell’assise. Al momento indiscrezioni parlano di un deposito azioni pari al 48-50% del capitale, ma per legge “sono valide ed efficaci per la legittimazione all’intervento e al voto in assemblea tutte le comunicazioni pervenute all’emittente entro l’inizio dei lavori assembleari”.

 

Blackrock, il maggiore azionista di Telecom dopo Telco, ha comunicato di aver depositato azioni pari al 5,93% del capitale, partecipazione che inclusa la quota del bond convertendo sottoscritta a inizio novembre  sale al 9,97%.

 

Michele Azzola (Slc Cgil): ‘Il Governo deve dare risposte ai lavoratori’

“Il governo deve dare risposte al Paese e ai lavoratori di Telecom Italia. Quello che sta avvenendo in queste ore all’interno dell’azionariato di Telecom Italia, le preoccupazioni manifestate dal Presidente della Consob Giuseppe Vegas e le decisioni assunte dall’antitrust brasiliano che condizionano le scelte dell’azienda di telecomunicazioni italiana, sono la dimostrazione di quanto sia necessario introdurre regole che garantiscano trasparenza e rispetto dell’insieme degli azionisti” . Così in una nota Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, in vista del presidio odierno con i lavoratori a Montecitorio.

 

“Risulta ancora più evidente la necessità che il Governo sviluppi politiche industriali per il settore delle TLC anche alla luce dei dati drammatici sullo stato della rete che emergono da tutti gli studi europei e nazionali e che domani non potranno che essere confermati dal trio di esperti capitanati da Caio –  termina Azzola – E’ arrivato il momento per il Governo di assumersi la piena responsabilità sulla vicenda rappresentando in maniera chiara e inequivocabile quale sia la posizione dell’esecutivo guidato da Letta”. 


Massimo Mucchetti (PD): ‘Letta e Renzi salvate Telecom’

Intanto, il senatore del Pd Massimo Mucchetti ha fatto un appello a Enrico Letta e Matteo Renzi, dalla colonne dell’Unità: “Faccio appello al premier e al segretario del Pd, dalle colonne de l`Unità, affinché rompano gli indugi e battano un colpo per salvare Telecom Italia dalle opache mene di un concorrente, Telefonica – si legge nella lettera aperta di Mucchetti – o quanto meno costringano tale insidioso soggetto a pagare il dovuto lanciando un’Opa per contanti rivolta a tutti gli azionisti. Non che questo garantisca troppo, ma almeno la triste fine della madre di tutte le privatizzazioni costerebbe qualcosa al beneficiario finale e non si sarà risolta in un mancia, elargita dall`hidalgo Alierta, ai tremebondi signori di Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca d’intesa con Mediaset”.