Unbundling: scoppia il caso Agcom con gli investitori internazionali

di Alessandra Talarico |

Secondo il rapporto pubblicato questa mattina da HSBC, gli investitori internazionali attendono di conoscere la decisione della Ue sulla delibera Agcom che ‘sfida’ la linea dettata dalla Commissione in materia di regolazione della rete fissa.

Italia


Angelo Cardani

La delibera Agcom sui tagli alle tariffe dell’unbundling dello scorso 11 luglio, al centro di un serrato confronto tra l’Autorità italiana e la Commissione europea, ha suscitato notevole attenzione anche tra i grandi investitori internazionali (oltre che, ovviamente, tra gli operatori) che aspettano di conoscere la risposta della DG Connect – che fa capo al Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes – alla ‘sfida’ lanciata dal regolatore italiano alla Raccomandazione Ue sulle metodologie di determinazione dei costi e sugli obblighi di non discriminazione che completa la proposta di regolamento sul mercato unico tlc. E’ quanto emerge dal corposo rapporto ‘European Telecom: Regulation now‘, pubblicato stamani dalla banca d’affari HSBC.

 

La gran parte dei Paesi Ue, ha sottolineato la DG Connect, sono in fase di stabilizzazione dei prezzi dell’unbundling – che non devono scendere per non deprimere gli investimenti nella fibra ottica – e stanno adottando le misure necessarie per garantire flessibilità ai prezzi dell’accesso alle nuove reti in fibra: il regolatore tedesco (BNetzA) ha sottolineato i vantaggi della concorrenza basata sulle infrastrutture rispetto al concetto del ‘ladder of investment’. L’Authority tedesca continua a evidenziare la necessità di flessibilità a livello locale, ma le sue decisioni sono già allineate con la nuova Raccomandazione della DG Connect. Sia la BNetzA che l’Autorità austriaca (RTR) hanno sottolineato l’opportunità di concentrarsi sull’Equivalence of Output (EOO) invece che sulla più costosa Equivalence of Input (EOI). Entrambi gli approcci sono comunque ‘ragionevoli’ secondo la DG Connect.

 

Tuttavia, hanno sottolineato gli analisti di HSBC in nel dettagliato rapporto, nel dibattito in corso emerge con chiarezza “la divergenza di vedute tra l’Agcom e la DG Connect” in fatto di regolazione della rete fissa.

“Anche se Agcom ha ritirato alcune delle proposte aggressive avanzate nel corso dell’estate, l’Autorità italiana non intende retrocedere di un passo sui  tagli ai costi ULL – e questo la colloca su un versante opposto, ovviamente, rispetto alla linea dettata dalla Commissione europea”, spiegano gli analisti di HSBC. In particolare, secondo i rilievi della DG Connect, le proposte di Agcom relative alla rete fissa hanno due importanti difetti, in termini di “mancanza di prevedibilità e di calcolo del costo di capitale”.

 

Nonostante i dubbi espressi dalla Commissione europea (Leggi articolo Key4biz), Agcom non ha fatto un passo indietro: si attende pertanto ora di sapere cosa deciderà di fare Bruxelles che, entro il 12 dicembre, comunicherà all’Autorità italiana se dovrà modificare o ritirare la sua proposta di riduzione delle tariffe di unbundling (Leggi articolo Key4biz).

La rigidità dell’Agcom potrebbe costare all’Italia l’apertura di una procedura d’infrazione (Leggi articolo key4biz) che potrebbe determinare una pesante sanzione pecuniaria adeguata alla gravità e alla persistenza dell’inadempimento.