Telecom Italia, Catricalà in pressing: ‘Lo scorporo va fatto’

di |

Il viceministro allo Sviluppo Economico spinge l’azienda a procedere nel progetto di spin-off del network in rame: “E’ un’idea necessaria per il paese”. Fari della Consob sulle ultime operazioni annunciate nel cda del 7 novembre.

Italia


Antonio Catricalà

“Lo scorporo della rete è ancora un’idea necessaria per il paese, Telecom deve metterselo in testa”. Lo ha detto oggi il viceministro allo Sviluppo Economico Antonio Catricalà, aggiungendo che “L’equivalence of input non basta – afferma – doveva farla lo scorso anno tant’è vero che ha preso una multa dall’Antitrust”. “Lo scorporo è assolutamente necessario, non parlo di uno scorporo proprietario perché non mi piacciono gli espropri, sono un liberista, ma ci vuole un’altra società con una buona fetta in mano a Cdp”, chiude Catricalà, secondo cui “Nonostante le timidezze e le frasi elusive, il governo non abbandonerà questa idea”.

 

Per quanto riguarda la dismissione della controllata argentina ed eventuali altre vendite, come quella di Tim Brasil, secondo Catricalà si tratta “della preoccupazione minore”, ricordando che “Alierta ha confermato al premier Letta l’impegno a mantenere la qualità e la quantità di occupazione e ha confermato la volontà di aumentare gli investimenti in banda larga”. Catricalà, parlando a margine del convegno ‘Digital government Summit 2013’, ha sottolineato che “gli investimenti hanno avuto un rallentamento e non sempre sono stati in linea con gli investimenti necessari per l’Italia e l’Europa”

 

Intanto, la Slc Cgil, per bocca del segretario nazionale Michele Azzola, chiede al governo di fare chiarezza sugli investimenti: “Progetti, tempi e risorse per la rete di nuova generazione siano trasparenti”, ha detto Azzola.  

 

Dopo una settimana di passione, con la presentazione del Piano ‘Patuano’ e la conseguente cessione di Telecom Argentina al fondo Fintech per 1 miliardo di euro – ieri il cda ha dato al management mandato per finalizzare la cessione – ecco che ritornano alla ribalta i temi più prettamente ‘politici’ della vicenda, ossia lo scorporo della rete e la questione delle modifiche alle norme sull’Opa.

 

Se sull’Opa è tornato ieri il senatore Massimo Mucchetti, già promotore di una mozione approvata al Senato (Leggi articolo Key4biz), sul tema dello scorporo è tornato oggi il viceministro dello Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, Antonio Catricalà, che ha sottolineato come il problema resti di attualità “sia per tutelare la sicurezza sia per la concorrenza” anche se il Governo, ha precisato, non ha affrontato la questione con l’azienda.

 

Chi invece resta parte in causa nelle negoziazioni sullo scorporo è la Cassa Depositi e Prestiti: il presidente Franco Bassanini ha sottolineato che le trattative col Fondo Strategico italiano restano formalmente aperte e proprio per questo motivo non ha aggiunto altro, perché vincolato a un accordo di riservatezza.

 

Ha parlato, invece, Bassanini, del ritardo accumulato dall’Italia in termini di infrastrutture, avanzando dei dubbi sull’adeguatezza dei piani di investimento delle aziende del settore “rispetto alle esigenze di reggere il confronto con i Paesi più avanzati sul piano della diffusione della banda ultralarga”.

 

Ed è per questo che, se si presentasse la necessità e vi fossero le condizioni, la CDP potrebbe entrare in gioco, essendo la sua mission quella di investire con un’ottica di investitore a lungo termine.

 

Intanto, la Consob sta compiendo una verifica a 360 gradi su Telecom Italia, dopo il consiglio del 7 novembre, che ha varato un piano di cessioni e l’emissione di un prestito convertendo per complessivi 4 miliardi di euro. Lo dice una fonte vicina alla Commissione di vigilanza, interpellata da Reuters. Telecom Italia ha convocato per il 20 dicembre l’assemblea richiesta da Marco Fossati per chiedere la revoca del consiglio di amministrazione. (P.A.)