Libera: ‘Download illegale, per i ragazzi non è così grave’

di Paolo Anastasio |

Indagine dell’associazione di Don Ciotti su 900 studenti italiani delle superiori: scarsa percezione del danno provocato dallo streaming illegale alla filiera cinematografica da parte degli studenti, che chiedono prezzi più bassi per andare il cinema.

Italia


Don Ciotti

La maggioranza degli studenti italiani (8 su 10) sa benissimo che la pirateria online è un reato, ma nel clima generale di degrado etico-culturale e corruzione dilagante in cui versa il nostro paese,  il download illegale di film non è considerato una mancanza grave dai ragazzi. E’ questo il dato saliente che emerge dall”indagine presentata questa mattina a margine del Roma Film Festival “Oltre la pirateria. I film, il cinema e i giovani: tra web, dvd e grande schermo”, condotta dall’associazione Libera su un campione di 900 ragazzi delle scuole superiori in 11 regioni e 43 classi, per sondare la percezione della pirateria audiovisiva nella platea dei ragazzi fra i 15 e i 20 anni. L’indagine è stata condotta in collaborazione con Anec, Anica, Fapav e Univideo.

 

L’indagine evidenzia inoltre che soltanto la metà degli intervistati (5 su 10) pensa che chi scarica in streaming copie non originali di un film possa provocare un danno economico alla filiera dell’audiovisivo; infine, uno studente su tre è addirittura convinto che la pirateria non crea alcun danno, pur sapendo che si tratta di un reato. “Dal questionario e dal laboratorio che abbiamo condotto nelle varie classi emerge che gli studenti non hanno un’esatta percezione della gravità del reato che stanno compiendo con il download illegale di film – dice a Key4biz Flavia Montini, del settore Formazione di LiberaI ragazzi non sono ben consapevoli del comportamento illegale che mettono in atto perché le misure di contrasto al loro comportamento non sono evidenti online; inoltre, la situazione di corruzione dilagante del paese fa s^ che il download illegale venga percepito dai ragazzi come un reato meno grave rispetto a molti altri”.   

 

Quello che emerge dall’indagine, però, è anche il fatto che i ragazzi sono interessati a saperne di più del cinema e del fenomeno pirateria in generale. “I ragazzi propongono la legalizzazione dei siti di streaming come strumento per contrastare la pirateria – aggiunge Montini – I ragazzi propongono inoltre di valorizzare le sale cinematografiche come luoghi di incontro e di socializzazione”.  In altre parole, Ai ragazzi piace andare al cinema, fra i fattori frenanti ci sono il prezzo alto del biglietto e dei dvd e la carenza di sale, soprattutto nei piccoli centri del paese. Infine, i ragazzi propongono di inserire il cinema come strumento didattico nei programmi dell’anno scolastico di storia e italiano.

 

“Bisogna che i ragazzi capiscano cosa è legale e cosa non lo è – dice Lionello Cerri, presidente dell’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) – E’ necessario che si condivida un sistema di regole condivise, perché il download illegale di film danneggia molti e arricchisce invece una ristretta cerchia di esponenti della criminalità organizzata”.

 

Sull’identikit dei ragazzi che scaricano film online si sofferma Andrea Occhipinti, presidente sezione distributori dell’Anica e amministratore unico della Lucky Red, società di distribuzione e produzione cinematografica: “I giovani hanno forte interesse a vedere film sia in sala sia a casa sul pc o in dvd – dice Occhipinti – Il consumo di film in download è ormai una realtà consolidata, ma da quanto si vede chi va molto al cinema è anche chi scarica molti film online. Bisogna per questo ampliare l’offerta legale di film online, ad esempio i film più piccoli scompaiono troppo presto dalle sale e si dovrebbero produrre dei film ad hoc per Internet, come già succede negli Usa. Per quanto riguarda la finestra fra proiezione in sala e via libera a dvd e download online, penso che si debba preservare un tempo minimo di tre mesi per salvaguardare la filiera”. Per quanto riguarda l’imminente sbarco di Netflix in Italia, Occhipinti pensa che “il mercato è piccolo, non so quanto l’arrivo di un nuovo player possa giovare ed essere assorbito dal punto di vista del business”.

 

Netta la presa di posizione contro il download illegale da parte di Luciana Migliavacca, vicepresidente di Univideo (che rappresenta l’industria dei dvd e del  blu ray) e amministratore delegato di Medusa Video: “Scaricare film illegalmente toglie l’emozione della sala ma anche quella di guardare un bel film a casa in dvd e blu ray – dice Migliavacca –  per quanto riguarda il video on demand, ormai sono molti i servizi legali che consentono di noleggiare un film o di acquistarlo online in formato digitale, mi riferisco a Amazon, iTunes, Cubo e altri.  Quindi, la cosa importante è diffondere la cultura della fruizione legale di film su tutti i canali”.

 

“Noi vogliamo capire meglio cosa pensano i ragazzi della pirateria – dice Federico Bagnoli Rossi, segretario generale Fapav (Associazione anti-pirateria audiovisiva) – si tratta di un fenomeno che in generale non è ben conosciuto e che danneggia tutta l’industria. Basti pensare che anche chi fa i sottotitoli lucra su quello. Il download piarata di film lucra poi sulla pubblicità online”.

 

“L’illegalità uccide l’industria, ma in Europa entro il 2015 arriverà Netflix, specialista dell’offerta legale di film a prezzi convenienti – dice Richard Borg, amministratore delegato e direttore generale di Universal Pictures International Italy – sono convinto che le sale continueranno a convogliare pubblico, soprattutto con il passaggio al digitale. Bisognerebbe puntare sulla multiprogrammazione nelle sale, con 4-5 film sullo stesso schermo. Esistono già politiche di prezzo a buon mercato, certo le sale parrocchiali con 3 euro a biglietto sono sempre piene e noi siamo aperti a diverse opzioni in direzione di politiche di prezzo diversificate”. 


Francesco Bruni, presidente 100autori, ha sottolineato che la pirateria danneggia le produzioni e questo porterà a realizzare sempre meno film e con un budget ridotto: la conseguenza sarà un cinema più povero e un’industria che non sarà più in grado di impiegare i giovani.