Lepida: data center ‘in condominio’, cresce il modello emiliano

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Si tratta di una forma di collaborazione pubblico-privato per aiutare le imprese locali ad avvicinarsi ai servizi IT a valore aggiunto, come il cloud.

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Data center

Procede spedito in Emilia-Romagna il progetto data center “in condominio”. Sono, infatti, già 33 i soggetti che hanno manifestato interesse, di cui 21 Enti, 3 Unioni e 9 Aziende di diversa dimensione, dalle grandi alle piccole. Un segnale molto forte che la strategia proposta è interessante sia per il pubblico che per il privato. Lepida, lo strumento operativo promosso dalla Regione Emilia-Romagna per la pianificazione, lo sviluppo e la gestione delle infrastrutture tlc, si propone come il coordinatore dell’iniziativa di realizzazione oggi, per poi diventare domani l’amministratore delle parti e gestore di facility comuni, realizzando un meccanismo di condominio garantito per i privati.

 

Alfredo Peri, Assessore regionale all’urbanistica e reti tecnologiche, spiega: “I nostri data center centralizzati saranno in ottica di collaborazione pubblico-privato. Saranno quindi data center ‘condominiali’ dove le strutture di razionalizzazione della PA locale condivideranno logistica e rete con data center rivolti agli operatori privati, con un co-investimento”.

Speriamo – aggiunge l’Assessore – che questa scelta aiuti le imprese locali ad avvicinarsi con meno timidezza ai servizi IT a valore aggiunto, come il cloud”.

“Per la parte pubblica – conclude Peri – stiamo raccogliendo le adesioni degli Enti per il data center di Parma e presto stesso percorso verrà seguito per quello di Ferrara“.

 

E proprio durante l’edizione 2013 di Smart City Exibition, a Bologna a metà ottobre, si è deciso che l’infrastruttura di Parma nascerà al piano terra del DUC-2 e si lavora per averla funzionante entro la fine dell’estate 2014. In parallelo è iniziato il percorso di progettazione per Ferrara, presso l’Ex Ortofrutticolo di Via Bologna. L’idea è portare ai Soci di Lepida soprattutto macchine virtuali, e per questo il modello prevede siano in capo a Regione, mentre i costi per ammortamento macchine, gestione e manutenzione siano agli Enti che le utilizzano.

Recentemente, precisa Lepida, il Comitato Permanente di Indirizzo e Coordinamento con gli Enti locali ha deliberato il costo della macchina virtuale: “Si tratta di valori accattivanti, dal costo ridotto a un terzo rispetto a quello dell’infrastruttura precedente: 400 Euro l’anno IVA compresa, per una macchina con 1GHz di CPU equivalente, 5GB di RAM e 50GB di storage. Ed anche sullo storage vengono proposti valori interessanti: 400 Euro/TB l’anno IVA compresa per il sistema base“.

 

Sul fronte dei privati, si sta organizzando una selezione che dovrebbe prevedere un massimo di tre soggetti con i quali relazionarsi, sperando, osserva Lepida, “che si realizzino reti di imprese, consorzi e comunque raggruppamenti in grado di realizzare le sufficienti masse critiche per operare”.

 

Infine, la strategia nel suo complesso, coordinata altresì con l’Agenzia per l’Italia Digitale, prevede 4 siti, quindi, oltre a Parma e Ferrara, anche il Tecnopolo di Bologna ed un sito in Romagna. Per quest’ultimo, è aperta la ricerca: serve un sito sui 300 mq, di superficie, con caratteristiche antisismiche, lontano da possibili fonti di allagamento, vicino a cabine delle media tensione, disponibile gratuitamente al pubblico per il pubblico, meglio se inalienabile.

Sicuramente – commenta Lepida – si tratterà di un sito che contribuirà allo sviluppo di un’area. Ogni candidatura da parte dei Soci di Lepida è assolutamente benvenuta“. (R.N.)