Corecom Lazio, Francesco Soro: ‘La sfida si gioca sui contenuti, ma Italia ancora in ritardo nelle infrastrutture di rete’

di Raffaella Natale |

Per il presidente del Corecom Lazio, ‘il mercato italiano degli operatori digitali non è sufficientemente vivace. E’ necessario rilanciare il tema dell’infrastruttura: un’opera indispensabile per il Paese che non può attendere un giorno di più’.

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Francesco Soro

‘Content is the King’, un assunto che torna centrale nel confronto tra industria e istituzioni su un mercato che ha visto l’ingresso in forza delle grandi web company e la crisi di un modello dove a dettare le regole erano solo i broadcaster.

Internet ha stravolto tutto, divenendo un potente canale di distribuzione, dove il consumatore può ‘cucirsi’ un palinsesto su misura e dove a fornire i contenuti sono un numero crescente di operatori, non solo televisivi.

 

Il futuro delle comunicazioni. La sfida si gioca sui contenuti“, è il titolo dell’evento organizzato a Roma dal Corecom Lazio e anche la proposta che il presidente Francesco Soro ha sottoposto alla folta platea di rappresentanti dell’industria audiovisiva e delle istituzioni che si sono riuniti oggi alla Casa del Cinema, ai quali ha presentato la Relazione di mandato 2008-2013.

 

 “In un’epoca in cui la quantità di informazioni e di forme di intrattenimento disponibili in tempo reale sui nostri tablet, smartphone o computer appare potenzialmente illimitata – ha spiegato Soro – solo chi vincerà la battaglia sulla qualità dei contenuti potrà imporsi nel nuovo mondo delle comunicazioni. E solo così sarà possibile fare business e creare occupazione”.

 

Presente oggi il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che dopo i saluti ha passato la parola ad Antonello Piroso (Direttore Blogo) per introdurre il panel “Futuro dei media, la partita si gioca sui contenuti“. 

Nicola Maccanico, DG Warner Bros, è intervenuto su cinema e cultura come hub di contenuti; Raffaello Avanzini, AD Newton Compton, su contenuti e le nuove sfide dell’editoria.

Lorenzo Mieli, MD Fremantle Media, ha approfondito gli aspetti della convergenza crossmediale.

Giovanni Malagò, Presidente CONI, ha affrontato un altro tema centrale: lo sport come contenuto trainante per la tv e la nuova tv.

Raffaele Barberio, Direttore Key4Biz, ha introdotto il secondo panel su “Regole condivise e campo di gioco uguale per tutti“.

Francesco Posteraro, Commissario AgCom, ha parlato di tutela dei contenuti (Leggi Articolo Key4biz); Massimo Mucchetti, Presidente Commissione Industria del Senato, è intervenuto su rete e infrastrutture.

Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Catricalà, Viceministro dello Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni.

 

Per Soro, “occorre operare una rivisitazione del paradigma tradizionale secondo cui la televisione si sostanzia nell’esistenza di un apparecchio elettronico capace di trasmettere un palinsesto di programmazione lineare. Nel futuro prossimo la tv è, infatti, destinata ad assumere sempre più i connotati di un’app o di una funzione complementare al mezzo che utilizziamo”.

“E’ l’era della TV Everywhere, della TV on demand che viaggia in modalità multicanale e che segue nuove linguaggi, nuove narrative di natura transmediale. A integrare l’offerta dei tradizionali broadcaster – dicevamo – si aggiungono i player over-the-top, le aziende cinematografiche, gli editori e gli operatori di telecomunicazione, in una spietata concorrenza al contenuto di miglior qualità”.

 

Contenuto – ha aggiunto Soro – che si arricchisce di una dimensione social grazie alle companion app per tablet, smartphone e smart TV. Non a caso è anche l’era della Social TV. Questa nuova dimensione di mercato richiede, come naturale, nuovi e più dinamici modelli di business, soluzioni avanzate per la raccolta pubblicitaria, un mix sofisticato di canali di marketing. In alcuni casi, richiede ristrutturazioni aziendali, fusioni e accordi di mercato, non solo per la concorrenza che proviene dagli altri segmenti, ma anche dai nuovi player”.

 

Tuttavia, ha osservato Soro, “sarà perché la Grande Recessione incombe sulla nostra economia o perché la banda larga tarda a raggiungere la piena capillarità o, ancora, perché in Italia il 4G LTE si sta sviluppando a rilento – complice il fatto che la normativa per la liberalizzazione delle bande è stata adottata con ritardo rispetto ai Paesi europei più avanzati, fatto sta che ad un confronto con altre realtà internazionali ed europee, il mercato italiano degli operatori digitali non risulta sufficientemente vivace e rischia di ripercuotersi negativamente anche su segmenti contigui”.

 

Per il presidente del Corecom Lazio è, quindi, necessario rilanciare il tema dell’infrastruttura, in termini di investimenti che di regolamentazione, per iniettare “energia pura nel sistema economico. Un’opera indispensabile per il Paese che non può attendere un giorno di più”.

 

Per capire l’opportunità che l’Italia rischia di perdere, ha osservato Soro, basta guardare ai nuovi scenari: l’app economy è affiorata sul mercato non più di cinque anni fa, eppure oggi le prospettive di crescita di questo mercato prevedono un salto dagli attuali 11 miliardi di euro a 15 miliardi nel 2016. Un settore così redditizio da offrire impiego per quasi 800 mila persone solo in Europa (Leggi Articolo Key4biz).

 

Eppure, ha aggiunto Soro, a fronte di un aumento significativo della domanda di servizi tlc alimentata dall’ingresso sul mercato di nuovi provider di servizi (dai contenuti audiovisivi ai social network), negli ultimi sei anni i ricavi complessivi delle telco nell’Unione Europea sono diminuiti a un tasso medio annuo del 2% e, in questo quadro, l’Italia si colloca nella posizione senza dubbio più debole rispetto alla media UE5.

 

Questo ci porta, ha indicato Soro, anche a una riflessione sistemica: telco e operatori over-the-top (OTT) sono oggi legati da un doppio filo e si trovano a scontrarsi in una dinamica concorrenziale à la “tutti contro tutti”: gli OTT si appoggiano all’infrastruttura delle telco, mentre queste ultime cavalcano l’onda di un mercato, quello dell’audiovisivo online, in crescita galoppante. Ma chi paga per l’infrastruttura?

 

La posizione prevalente delle telco oggi vorrebbe che a contribuire ai costi di capacità fossero anche gli OTT, mentre questi ultimi, nel ritenere di contribuire ai buoni affari delle telco, temono di essere esposti al rischio di discriminazione sulla qualità della banda che viene loro riservata.

“Interessi concorrenti – ha indicato Soro – che richiedono attente valutazioni e un intervento preventivo da parte del legislatore”.

 

Emerge ancor più forte, ha concluso Soro, “…l’esigenza di un legislatore attento e coraggioso, che sappia valorizzare l’agilità e la freschezza dei nuovi operatori a beneficio dell’utenza, dando la possibilità ai newcomer di trovare spazio adeguato sul mercato. D’altra parte si richiede al legislatore di garantire che i nuovi soggetti commerciali operino su un mercato regolato e vigilato, contribuendo al contempo alla crescita degli investimenti“.

 

Per maggiori approfondimenti:

Relazione di mandato 2008-2013 – Francesco Soro