Unbundling, Telecom Italia contro Agcom: ‘A rischio investimenti e scorporo’

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La proposta, spiega l’azienda, risulta del tutto contraria agli orientamenti della Commissione europea e rischia di compromettere lo sviluppo della fibra.

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Se la proposta di riduzione dei canoni di accesso wholesale alla rete in rame (ULL, bitstream e WLR), che il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di notificare alla Commissione europea, sarà approvata, Telecom Italia presenterà ricorso, perchè la decisione “presenta evidenti profili di contrasto rispetto al quadro europeo”.

 

La contrazione dei prezzi dell’accesso in rame, sottolinea Telecom Italia in una nota, “risulta in contrapposizione con la proposta di Raccomandazione del Commissario Neelie Kroes, che proprio oggi ha avuto il via libera degli Stati membri riuniti nel COCOM (Communication Committee), e rischia di compromettere lo sviluppo delle nuove reti in fibra”.

Telecom Italia auspica, pertanto, che, anche alla luce del parere che verrà trasmesso dalla Commissione europea, che Agcom “possa riconsiderare le proprie valutazioni in merito ai canoni di accesso 2013, salvaguardando sia le dinamiche competitive sia gli incentivi agli investimenti nelle nuove reti in fibra”.

 

La società guidata da Franco Bernabè sottolinea altresì che la decisione dell’Agcom si pone in controtendenza con il percorso di allineamento del canone ULL di Telecom Italia alla media ponderata dei principali Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), attualmente pari a 9,29 euro al mese.

 

La proposta risulta, inoltre, del tutto contraria agli orientamenti della Commissione europea, che auspica la stabilità dei canoni ULL, nonché alle tendenze in atto nei principali Stati membri, le cui Autorità hanno recentemente approvato canoni ULL 2013 in crescita rispetto al 2012 (Germania, Francia e Spagna) o sostanzialmente stabili (Regno Unito).

 

Allo stesso modo è necessario che alla base delle analisi di mercato in corso per la definizione dei prezzi di accesso in rame e fibra per gli anni 2014-2016 sia posto “un corretto equilibrio tra concorrenza e investimenti, in linea con gli orientamenti comunitari” e vengano valutati “gli effetti pro concorrenziali del progetto di scorporo della rete di accesso”.

E’ essenziale infatti, secondo la società,  che le politiche regolamentari in questa fare “salvaguardino gli assetti concorrenziali e occupazionali, e promuovano quella accelerazione degli investimenti nelle nuove reti in fibra, necessaria per consentire al Paese di raggiungere gli obiettivi di sviluppo ultrabroadband 2020 dell’Agenda Digitale”.

 

L’impatto della decisione Agcom sui conti Telecom ammonterebbe a circa 110 milioni di euro su base annua rispetto al 2012 e questo, conclude l’azienda, influirà sul percorso di societarizzazione della rete di accesso: “un progetto del quale si conferma la validità, anche alla luce degli orientamenti comunitari, ma che la decisione di Agcom mette fortemente a rischio”.