Diritto d’autore, Legnini: ‘Negoziazione tra editori e Google arbitrata dal Governo che preveda misure coattive’

di Raffaella Natale |

Confalonieri (Mediaset): ‘Quella degli Over-the-top è una vera 'invasione' visto che sfruttano i contenuti senza pagare nulla a chi li produce’.

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Giovanni Legnini

E’ necessaria una riforma del settore, a partire dal diritto d’autore. Il sottosegretario con delega all’editoria, Giovanni Legnini, è tornato sul tema per ribadire che prima però bisogna “varare un pacchetto di soluzioni delle emergenze per poi avviare un percorso di riforma“.

In un’intervista al Sole24Ore, Legnini ha sottolineato che “il comparto dell’editoria, investito da una crisi e da una trasformazione quanto mai incisivi, avrebbe bisogno di un Piano industriale di rilancio. Non possiamo però fare tutto e subito. La nostra intenzione è concentrarci sui provvedimenti più urgenti, capaci di invertire la rotta della caduta delle vendite e della redditività delle aziende”.

 

Ma non si può partire, ha indicato il Sottosegretario, chiedendo risorse, poiché si avrebbero “solo dinieghi, visti gli attuali stringenti vincoli finanziari”.

 

Tre sono le vie, secondo Legnini, per trovare risorse utili all’industria: “Il Dipartimento editoria è gravato dal debito con le Poste italiane per le vecchie agevolazioni tariffarie, un debito che si può azzerare spostandolo in capo a un altro ministero. Seconda, portiamo avanti un’azione di recupero dei Fondi per l’editoria illecitamente utilizzati. Terza, troviamo un’intesa con Google affinché contribuisca all’andamento dell’editoria italiana, attraverso una negoziazione arbitrata dal Governo che preveda anche misure coattive. Con tali modalità – ha concluso Legnini – avremmo più risorse di quelle stanziate con l’ultima legge di stabilità”.

 

Nei giorni scorsi, in audizione alla Commissione Cultura della Camera, il Sottosegretario ha sollecitato “iniziative volte a favorire un’intesa tra editori e motori di ricerca, ovvero in mancanza, un intervento normativo che preveda la costituzione di un fondo per finanziare i progetti di innovazione dell’editoria italiana, alimentato principalmente dalla contribuzione dei motori di ricerca” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Sul ruolo delle web company s’è soffermato ieri anche il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, presentando al Parlamento la Relazione annuale. (Leggi Articolo Key4biz)

La libertà – ha commentato Pitruzzella – è stata una grande e positiva caratteristica di Internet, ma libertà non significa anarchia e assenza di regole. Anche se le caratteristiche di Internet portano a privilegiare una regolazione morbida, che non ostacoli i processi innovativi che quotidianamente vi si svolgono, in alcuni casi una regolazione appare necessaria”.

In particolare, il presidente dell’Antitrust si riferisce alla tutela dei diritti di autore degli editori che “producono contenuti, e ne sopportano i relativi costi, e i cui prodotti vengono utilizzati gratuitamente dagli Over-the-top. Non si tratta certamente di far pagare i navigatori su Internet ma di regolare i rapporti tra attori economici coinvolti nella produzione e nella diffusione dei contenuti”.

 

A riguardo, l’Autorità ha inviato un’apposita segnalazione al Governo e al Parlamento per mettere all’ordine del giorno “una disciplina che contempli strumenti idonei a incoraggiare su internet forme di cooperazione virtuosa tra i produttori di contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti protetti dai diritti di proprietà intellettuale”(Leggi Articolo Key4biz).

 

Le parole di Pitruzzella sono state accolte con favore dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri: “Quella degli Over-the-top è una vera ‘invasione’ visto che sfruttano i contenuti senza pagare nulla a chi li produce”.

E anche sul fronte fiscale e dell’occupazione, secondo Confalonieri, il loro contributo è molto limitato: “Richiamandosi alla direttiva europea sull’eCommerce, mentre noi che produciamo audiovisivo dobbiamo attenerci alla direttiva Ue in materia, di fatto possono ‘scorrazzare’ senza regole e vincoli mentre noi broadcaster ne abbiamo di ben precisi: dalla pubblicità, alle quote” senza contare tutti “i comportamenti in materia di tutela dei minori che siamo tenuti ad osservare mentre gli OTT possono mettere in rete praticamente di tutto” compreso materiale video vietato ai minori (Leggi Articolo Key4biz).