Telecom Italia. Marco Patuano: lo spin-off della rete ‘Epocale innovazione di sistema’

di Alessandra Talarico |

Il presidente Franco Bernabè, ha ribadito la rete ‘resterà italiana’ e sottolineato che la separazione della rete di accesso darà ‘una scossa al sistema di telecomunicazioni italiano per liberare le grandi energie che il settore ha al suo interno’.

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Franco Bernabè Marco Patuano

“Abbiamo fatto il primo passo verso la nascita della società della rete. Si chiama innovazione di sistema. Epocale”. Così l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, ha commentato su Twitter l’approvazione da parte del Cda del processo di societarizzazione della rete di accesso (Leggi articolo Key4biz), ottenuta senza il voto di telefonica, che si è astenuta, e col voto contrario del consigliere indipendente Luigi Zingales.

Quanto alle valutazioni sulla tempistica dell’operazione – ha spiegato Patuano a margine dell’assemblea della Banca d’Italia – “saranno valutate con gli organi competenti”, cioè l’Agcom e la Cassa depositi e prestiti. Secondo alcune valutazioni di stampa, per la piena operatività della newco ci vorrà almeno un anno e mezzo.

 

“I tempi – ha affermato quindi il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini – li detta chi ha in mano gli asset, ma in casi come questi auspico che i tempi siano rapidi”

Importante per Bassanini è anche la “definizione del perimetro”, ma anche questa decisione spetta a Telecom.

L’amministratore delegato della CDP, Giovanni Gorno Tempini, dal canto suo, ha definito il via libera allo spin-off “un passo avanti importante”.

 

Il presidente Franco Bernabè, nel ribadire che la rete “resterà italiana” ha sottolineato che con l’innovazione determinata dalla separazione della rete di accesso – un’operazione che non ha precedenti in Europa – Telecom Italia ha voluto dare “una scossa al sistema di telecomunicazioni italiano per liberare le grandi energie che il settore ha al suo interno” e per dare ai concorrenti, ai consumatori e all’intero sistema-Paese “tante possibilità di crescere”.

 

Anche l’ad di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani dà una valutazione positiva alla decisione di scorporare la rete sottolineando che “…l’asset rimarrà strategico in mano italiana e questo darà a Telecom maggiore flessibilità per valutare tutte le opzioni possibili per rafforzare la sua posizione anche con l’accesso di altri gruppi del settore”.

 

Il Capo Dipartimento Comunicazioni del Ministero Sviluppo Economico, Roberto Sambuco, in risposta al tweet di Marco Patuano ha commentato che la separazione della rete, “se ben gestita da tutti gli stakeholders può diventare una decisiva leva per il rilancio della crescita nell’intero paese”.

 

Quanto all’impatto dell’operazione sulla struttura del mercato – fermo restando i paletti che l’Agcom eventualmente definirà a livello regolamentare – il conferimento della rete in rame che arriva nelle case degli italiani a una nuova società garantirà, ha assicurato la Telecom Italia, parità di trattamento a tutti gli operatori, attraverso il modello detto di “equivalence of input“, a oggi applicato solo dalla divisione Open Reach di BT.

L’Agcom ha fatto sapere di aver ricevuto una nota informativa in merito alla decisione di avviare il progetto di separazione della rete d’accesso.

“La nota pervenuta sarà tempestivamente esaminata dagli uffici dell’Autorità per una iniziale valutazione da sottoporre successivamente all’esame del Consiglio”.

 

La newco – al momento battezzata ‘Opac’ (Operating access) sarà inizialmente controllata da Telecom, con la previsione del successivo ingresso della CDP – che si è detta disponibile a valutare interventi finalizzati al finanziamento dei necessari interventi di ammodernamento. L’ente pubblico potrebbe arrivare al 30% di Opac, il cui enterprise value – secondo gli analisti – si aggirerebbe intorno a circa 14 miliardi di euro.

 

Attuando questa separazione, Telecom Italia, ha affermato Bernabè, sarebbe apripista di un percorso che altri gruppi europei sarebbero pronti a seguire.

Il presidente – il cui mandato scade l’anno prossimo – ha sottolineato nelle scorse settimane che l’ingresso della Cassa Depositi e Prestiti nella newco consentirebbe un’accelerazione dei piani di sviluppo del gruppo nei servizi mobili di nuova generazione, considerato il volano della futura crescita del settore.

“Le risorse finanziarie apportate dalla Cdp consentirebbero una significativa accelerazione dei piani di sviluppo delle reti di nuova generazione previsti nel piano industriale di Telecom Italia, in linea con gli obiettivi infrastrutturali posti dall’Agenda Digitale europea recepita, di recente, anche nell’ordinamento nazionale”, ha detto.

 

Nei giorni scorsi, il ministero dell’economia – attraverso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sabrina De Camillis – ha fatto sapere che “il settore delle infrastrutture di telecomunicazioni rientra nelle priorità di Cassa Depositi e Prestiti”, che del resto ha investito 200 milioni di euro in Metroweb tramite il Fondo Strategico Italiano.

Eventuali sinergie tra Metroweb e la società della rete di Telecom, ha spiegato De Camillis, “permetterebbero di ottimizzare gli investimenti nel settore, minimizzare le sovrapposizioni possibili nella costruzione di più reti nelle stesse città, promuovere una tempistica accelerata e ridurre i costi della costruzione dell’infrastruttura”.

 

Quanto invece alla possibile integrazione con 3 Italia, la decisione è stata demandata a un nuovo Cda in programma il prossimo 5 giugno.