Smart grid: l’Italia tra i paesi che investono di più. Nella Ue progetti per 1,8 mld

di Alessandra Talarico |

L’Italia, insieme a Francia, Regno Unito e Germania è tra i ‘leading investor’ nei progetti dimostrativi, mentre la Danimarca risulta più attiva nella Ricerca e Sviluppo. Ma in molti Paesi partono iniziative contro l’installazione dei contatori smart.

Unione Europea


Smart Grid

281 progetti per investimenti complessivi pari a 1,81 miliardi di euro. E’ questo il bilancio delle iniziative europee avviate nei settori delle reti intelligenti (smart grid) e dei contatori intelligenti (smart metering) considerati strumenti efficaci per misurare e controllare i consumi di gas, elettricità e così via.

I dati sono contenuti nell’aggiornamento del report “Smart Grid projects in Europe: lessons learned and current developments”, che si concentra sulla Ricerca e Sviluppo e i progetti dimostrativi.

Tra i paesi leader negli investimenti in quest’ultimo settore, la Commissione colloca Italia, Francia, Regno Unito e Germania, mentre la Danimarca risulta più attiva nella Ricerca e Sviluppo.

 

La maggior parte degli investimenti sono condotti nei Paesi della Ue a 15 (Francia, Grecia, Svezia, Regno Unito, Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Danimarca, Italia e Spagna). Questi Paesi stanno anche collaborando su progetti multinazionali, la maggior parte dei quali finanziati da fondi comunitari che, insieme ai fondi messi in campo dai governi, forniscono il 55% del budget per i progetti smart grid presi in esame dallo studio Ue. Il restante 45% arriva dal settore privato.

 

Tra le aziende più attive in questi campi, le utilities, le società energetiche, i centri di ricerca universitari, le telco e le aziende di Information Technology.

 

I progetti vertono essenzialmente sullo sviluppo di sistemi per migliorare la capacità di ‘osservazione’ dei consumi (ad esempio contatori intelligenti per raccogliere e conservare, su richiesta e in tempo reale, i dati per i consumatori) e la controllabilità (ad esempio la frequenza e la verifica del flusso di potenza) delle reti; sullo sviluppo di architetture ICT per il coordinamento delle risorse energetiche (ad esempio, impianti eolici, impianti fotovoltaici e di unità di cogenerazione) e per bilanciare domanda e offerta in modo flessibile. Altre applicazioni mirano al calcolo delle tariffe e allo sviluppo delle infrastrutture di comunicazione per i veicoli elettrici.

 

Per massimizzare la portata di tali iniziative, conclude la Commissione, è tuttavia necessario lavorare ancora per superare gli ostacoli legati alla mancanza di interoperabilità e standard comuni, oltre che alla reticenza dei consumatori a partecipare ai test per lo sviluppo dei nuovi sistemi intelligenti.  Nel Regno Unito, ad esempio, è stata lanciata l’iniziativa ‘Don’t Smart Meter Me!‘ per segnalare alle autorità la propria indisponibilità all’installazione di contatori di nuova generazione.