Interconnessione IP su rete fissa: Agcom ritira il provvedimento in seguito ai dubbi Ue. A breve nuova proposta

di Alessandra Talarico |

Lo scorso 8 febbraio, la DG Connect della Commissione europea aveva di fatto chiesto il blocco del provvedimento, inviando all’Autorità presieduta da Angelo Cardani una serie di osservazioni relative al percorso di discesa dei prezzi.

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Agcom

In seguito ai dubbi espressi dalla commissione europea, Agcom ha annunciato oggi la decisione di ritirare il provvedimento sui mercati dell’interconnessione su rete fissa in tecnologia IP.

Contestualmente, il Consiglio ha stabilito di presentare entro breve una nuova proposta di disciplina dei servizi di interconnessione su rete fissa che riguardi sia la tecnologia IP sia la tecnologia TDM per gli anni 2013-2015.  Proposta che sarà sottoposta a consultazione pubblica nazionale ed al parere della Commissione europea, con l’obiettivo di chiudere il provvedimento entro l’estate.

 

Lo scorso 8 febbraio, la DG Connect della Commissione europea aveva di fatto chiesto il blocco del provvedimento, inviando all’Autorità presieduta da Angelo Cardani una serie di osservazioni, relative al percorso di discesa dei prezzi (glide path) previsto per il prezzo dei servizi di terminazione vocale in modalità IP.

La proposta Agcom sulle tariffe di terminazione, secondo DG Connect, “avrebbe avuto un impatto negativo sui consumatori in Italia e sugli operatori di altri Stati membri”.

 

Le tariffe di terminazione sono le tariffe che gli operatori si praticano l’un l’altro per “consegnare” ai clienti le chiamate che arrivano dalla rete di un altro operatore e incidono sulle tariffe delle chiamate telefoniche pagate dei consumatori e dalle aziende.

Quelle proposte per la rete fissa dall’Autorità italiana – comprese tra 0,00206 euro al minuto e 0,00127 euro al minuto per il 2013 e il 2014 – sarebbero decisamente superiori rispetto a quelle di qualsiasi altro Stato membro “in cui vengono applicati metodi di fissazione dei prezzi adeguati”, sottolineava la Ue in una nota.

Dubbi che sono stati in seguito condivisi anche dal BEREC – l’organismo dei regolatori europei – che nel suo parere del 20 marzo sottolineava che i dubbi della Commissione sono giustificati da diversi fattori: innanzitutto perchè le tariffe proposte dall’Agcom non si basano, come raccomandato dalla Commissione su un modello BU-LRIC puro (approccio bottom-up per la valutazione dei costi incrementali di lungo periodo) e non riflettono, quindi, i costi sostenuti da un operatore efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione in un mercato competitivo (Leggi articolo Key4biz).

Modello che, nei piani Agcom, sarà applicato solo nel 2015.

 

La lettera della Commissione all’autorità di regolamentazione italiana.