Telecom Italia-3, pro e contro di un mercato ‘a 3’. Franco Bernabè: ‘Benefici entro fine 2013 da consolidamento dei ricavi’

di Alessandra Talarico |

Verso la seconda metà di quest’anno i prezzi dei servizi ‘inizieranno a stabilizzarsi’, e anche Telecom Italia beneficerà di una maggiore stabilità dei ricavi.

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In un mercato europeo in fermento, in cui gli operatori stanno cercando di spingere le autorità verso una maggiore flessibilità nei confronti di operazioni di consolidamento in grado di ricomporre l’elevata frammentazione e di ridurre il numero eccessivo di operatori attivi sui mercati nazionali, la notizia della possibile ‘integrazione’ tra Telecom Italia e 3 Italia è stata accolta con una certa cautela dagli analisti.

Un deal, spiega Equita, sarebbe un catalizzatore importante non solo per le sinergie industriali ma soprattutto, appunto, “per la semplificazione dell’arena competitiva che potrebbe giustificare valutazioni di mercato più alte per il colosso tlc italiano”. Gli analisti Equita confermano il giudizio hold e il target price a 0,78 euro.

 

L’impero telefonico di Hutchison spazia in una dozzina di mercati: la società è stata protagonista in Austria dell’acquisizione di Orange per cui ha sborsato 1,3 miliardi di euro. L’operazione ha necessitato tuttavia di una lunga revisione da parte dell’Antitrust europeo, che l’ha infine approvata ma a precise condizioni.

Da allora, le autorità europee sembrano essersi ‘ammorbidite’, dietro il pressing pro-consolidamento delle telco, ma sull’operazione pesano diverse incognite ‘nazionali’.

 

Al momento i contatti sarebbero preliminari e non è certo che siano in esclusiva, potrebbero poi non incontrare l’approvazione delle autorità come anche il pollice verso dei soci della holding Telco.

 

Come si articolerà l’accordo, poi, non è ancora dato sapere: secondo La Repubblica, Hutchison Whampoa potrebbe acquisire il 10% di Telecom Italia: la società italiana, in sostanza, acquisirebbe 3 Italia ed emetterebbe nuove azioni per consentire al conglomerato di entrare nell’azionariato.

Permettere al gruppo di Li Ka-Shing di acquisire una quota più importante – secondo Il Sole 24 Ore non oltre 20% – potrebbe turbare gli equilibri di potere all’interno della holding Telco, i cui soci potrebbero essere riluttanti a veder diluire le loro quote.

 

Il deal, a detta degli analisti di Banca Akros, sarebbe agevolato dall’attuale quadro regolamentare e competitivo e dalla nuova ondata di fusioni e acquisizioni in corso in Europa, ma soprattutto per il fatto che i vertici di Telecom Italia sentono la pressione degli investitori, dopo che la scorsa settimana il titolo ha toccato i minimi dal 1997.

 

Sulla situazione finanziaria della maggiore società tlc italiana, è intervenuto il presidente esecutivo Franco Bernabè, che in un’intervista al Financial Times ha ribadito la validità degli interventi apportati per ridurre i costi.

La società, ha affermato Bernabè, continuerà su questa strada, l’unica per mantenere la redditività in un settore che vede i prezzi in costante diminuzione, non solo in Italia ma in tutta Europa.

A fare le spese di questo crollo dei prezzi, con le ben note conseguenze sui ricavi delle telco, è stato principalmente il settore mobile, interessato da una più forte concorrenza e dagli interventi Ue su roaming e terminazione. Ma il trend discendente si avvia alla sua conclusione: verso la seconda metà di quest’anno i prezzi “inizieranno a stabilizzarsi”, prevede Bernabè, secondo cui anche Telecom Italia beneficerà di una maggiore stabilità dei ricavi.

Bernabè ha quindi sottolineato il positivo cambiamento di direzione delle istituzioni europee, col nuovo quadro regolamentare annunciato dal Commissario Neelie Kroes: “ora almeno abbiamo un contesto che incoraggia gli investimenti industriali a lungo termine”, ha concluso.

 

Gli analisti di Credit Suisse, intanto, hanno confermato la raccomandazione ‘neutral’ sul titolo Telecom Italia e ridotto il target price da 0,85 a 0,75 euro.

Una fusione con 3 Italia, spiegano, sarebbe di grande aiuto per Hutchison Whampoa, il conglomerato di proprietà del miliardario di Hong Kong Li Ka-Shing i cui affari spaziano dall’energia alle telecomunicazioni.

3 Italia è il più piccolo operatore mobile italiano e le sue performance operative e finanziarie non sono proprio brillanti – nel 2012 ha registrato ricavi per 2 miliardi e un cash flow negativo di 300 milioni di euro.

 

Gli analisti di Credit Suisse valutano l’azienda tra 1,5 e 2 miliardi di euro e spiegano che Hutchison Whampoa viene scambiato al momento alla metà del valore netto dei suoi asset: solo nell’attività telefonica italiana sono stati investiti tra 8 e 10 miliardi di euro ma secondo alcune fonti Li Ka-Shing sarebbe disposto a considerare “ciò che conta per l’operazione su una base sostenibile sul lungo periodo”.

 

La società italiana ha confermato venerdì di aver avviato ‘contatti preliminari’ per lo studio di una possibile integrazione con 3 Italia (Leggi articolo Key4biz). La questione sarà portata in cda il prossimo 11 aprile.