Mercato unico digitale: i leader Ue chiedono piena operatività entro il 2015. Neelie Kroes: ‘Set di misure pronto per ottobre’

di Alessandra Talarico |

Soddisfazione di ETNO. Luigi Gambardella: ‘Unificazione del mercato e deregulation non solo a vantaggio di un settore che impiega 1,2 milioni di persone, ma anche per la crescita economica e il benessere dei consumatori europei.

Europa


Neelie Kroes

La Commissione europea preparerà entro ottobre un set di misure atte a rendere pienamente operativo il mercato unico digitale. Lo ha assicurato il Commissario Neelie Kroes, rispondendo prontamente alla richiesta contenuta nel documento conclusivo sottoscritto dai capi di Stato europei riuniti a Bruxelles in occasione del Consiglio europeo.

“Il Consiglio europeo – si legge nella nota – prende atto dell’intenzione della Commissione di presentare una relazione ben prima di ottobre sulla situazione attuale e gli ostacoli da affrontare in modo da garantire il completamento di un mercato unico digitale pienamente funzionante entro il 2015, nonché misure concrete per la creazione, il più presto possibile, del mercato unico per tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.

 

Il commissario Kroes, che ha fatto della realizzazione del mercato unico digitale una vera missione, ha commentato le conclusioni del Consiglio sottolineando che si tratta di “un’importante e gradita notizia per tutti coloro che usano le comunicazioni digitali, da internet alla telefonia mobile” e anticipando che presenterà un pacchetto di misure per rispondere alle richieste del Consiglio in tempo per la prossima riunione di ottobre.

“Le conclusioni del Consiglio europeo contengono un significativo messaggio per la Digital Agenda, chiedendo di dare priorità a poche aree essenziali per la crescita e la competitività, in particolare ai servizi ICT”, ha aggiunto.

 

La Kroes ha ribadito che “dare agli operatori di telecomunicazioni e agli investitori l’opportunità di sfruttare maggiori economie di scala, di pianificare le loro attività a livello transfrontaliero e di iniziare a innovare e  a sviluppare nuovi modelli di business su larga scala, convergenti e lungimiranti”, potrebbe spingere notevolmente l’economia europea.

“Il jackpot per il completamento del mercato unico delle comunicazioni elettroniche potrebbe valere 110 miliardi di dollari l’anno, pari allo 0,8% del PIL della Ue”, ha aggiunto.

 

Quello delle comunicazioni elettroniche è un settore chiave per la competitività europea: il Vecchio Continente ne ha guidato lo sviluppo – si pensi, ad esempio, allo standard GSM – ma ha poi perso terreno di fronte ai competitor americani e asiatici per via dell’eccessiva frammentazione del mercato, la cui crescita è ostacolata dal ‘patchwork’ di regole, standard e pratiche differenti tra i diversi Stati.

Una frammentazione che ha come conseguenza la limitazione della scelta di consumatori e aziende “a quello che viene offerto localmente” e che, per di più, può variare molto da un paese all’atro.

 

Soddisfazione è stata espressa per i risultati del Consiglio europeo da ETNO, l’associazione che riunisce i principali operatori tlc europei, che chiede da tempo un’ampia riforma del settore per accelerare la competitività dell’industria e sbloccare il potenziale di crescita e occupazione del settore.

“La frammentazione è una delle principali cause del declino dei ricavi delle aziende di telecomunicazioni e sta ostacolando lo sviluppo di nuovi servizi a livello pan-europeo”, ha affermato il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, sottolineando la necessità “cambiamenti nella struttura del mercato”

“ETNO – ha aggiunto – accoglie pertanto con favore il riferimento fatto nelle conclusioni del Consiglio europeo alle intenzioni della Commissione di identificare gli ostacoli e le misure concrete per consentire agli operatori di costruire un mercato per le comunicazioni elettroniche”.

 

L’unificazione del mercato, spiega ETNO, apporterà benefici non solo a un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone, ma contribuirà anche alla crescita economica, al benessere dei consumatori europei e alla crescita dei diversi altri settori collegati all’economia digitale.

“In linea con l’annuncio del vicepresidente Kroes su un nuovo approccio regolamentare, ETNO chiede alla Commissione una riforma coraggiosa del quadro normativo che regola il settore. Una riforma che includa un’ulteriore deregolamentazione per riflettere la mutata realtà del mercato e stimoli gli investimenti, permettendo allo stesso tempo un maggiore consolidamento per raggiungere le dimensioni necessarie per un’industria sostenibile e competitiva”, conclude l’associazione.

 

Da tempo, ormai, i Ceo dei principali operatori europei chiedono ai regolatori di Bruxelles meno rigidità per consentire più fusioni tra operatori all’interno dei Paesi Ue e giungere a un massimo di tre operatori di rete mobile e due di rete fissa per Paese e stanno lavorando a una proposta che sarà sottoposta a Bruxelles nei prossimi mesi (Leggi articolo Key4biz).

 

Ma i nodi da sciogliere per poter realizzare il progetto sono parecchi, primo fra tutti quello relativo alla necessità di un unico regolatore al posto delle 27 Autorità nazionali. Uno scoglio non da poco perchè molti paesi – tra cui la Francia, la Germania e il Regno Unito – non vedono di buon occhio la possibilità di cedere altro potere decisionale a Bruxelles, soprattutto se questo vuol dire perdere il controllo sullo spettro, dalla cui vendita gli Stati possono incassare diversi miliardi.

 

Secondo una fonte citata da Reuters, “Tutti i grandi operatori europei di telecomunicazioni hanno avanzato ai loro governi la proposta di supervisore unico europeo”, ma non è ancora chiaro se la Kroes sosterrà questa proposta. Accennando a questa possibilità, si è infatti limitata a definirla “interessante ed efficace”, aggiungendo però che la Commissione comincerà  a usare “i poteri del Trattato europeo” per persuadere gli Stati membri a rispettare le regole, soprattutto in fatto di spettro.

 

Per quanto concerne, infine, gli eventuali ostacoli posti dall’Antitrust, il Commissario responsabile delle politiche competitive, Joaquin Almunia, potrebbe sostenere il progetto di un regolatore unico ma ha già affermato di non ritenere le fusioni come una panacea per i problemi del settore.

Alcune fonti vicine all’industria ritengono tuttavia che le divergenze tra i due commissari non sono insormontabili: “La nostra impressione è che Kroes e Almunia siano più vicina di quanto credano e che in molti Stati gli interessi dei Governi e degli operatori tlc siano sostanzialmente allineati”.