eBook: ‘le conversazioni private’ con Steve Jobs inchiodano Tim Cook, costretto a testimoniare al processo contro Apple

di Raffaella Natale |

Lo ha stabilito il giudice federale, dando al Dipartimento di Giustizia USA l’autorizzazione a raccogliere la testimonianza. Cook, per la sua vicinanza con Jobs, ‘è una potenziale fonte d’informazioni’.

Stati Uniti


Tim Cook

Il CEO di Apple, Tim Cook, dovrà deporre in tribunale nell’ambito dell’inchiesta che riguarda il presunto cartello sul mercato degli eBook, per la quale i cinque editori coinvolti (Penguin, Hachette, HarperCollins, Simon & Schuster, MacMillan) hanno già patteggiato col Dipartimento di Giustizia USA (Leggi Articolo Key4biz). Apple, che ha preferito non trattare, dovrà rispondere delle accuse nel processo fissato per giugno.

 

Il giudice federale Denise Cote ha, infatti, deciso che il governo potrà raccogliere la testimonianza di Tim Cook che potrà essere usata nell’ambito del processo, respingendo così le argomentazioni del legale di Apple secondo il quale all’epoca dei fatti alla testa della compagnia c’era Steve Jobs e l’attuale CEO “non aveva alcun ruolo significativo” nell’ambito delle questioni contestate.

L’avvocato Orin Snyder ha ricordato che sono già stati sentiti 11 dirigenti della società e che l’insistenza a ottenere la deposizione di Cook significa che “il governo non è in grado di sostenere l’onere della prova”.

 

Di tutt’altro avviso il Dipartimento di Giustizia, convinto invece che proprio per il ruolo di Cook e la sua vicinanza con Jobs, sicuramente ci saranno state tra i due manager ‘conversazioni private’ sull’argomento. L’avvocato del DoJ ritiene, pertanto, che Cook ‘sia una potenziale fonte d’informazioni’.

 

Apple è accusata negli USA d’aver chiuso accordi illegali con gli editori, a partire dal 2009, volti ad aumentare i prezzi di vendita al dettaglio degli eBook e ostacolare l’offerta a prezzi più bassi a danno della libera concorrenza. I cinque publishers hanno accettato di modificare le loro pratiche e rescindere gli attuali contratti di agenzia, astenendosi per cinque anni dall’inserimento di clausole ‘Most Favoured Nation’ sui prezzi. Nella stipula dei nuovi contratti di agenzia con gli editori, i rivenditori saranno liberi di fissare il prezzo al dettaglio degli eBook per due anni. Un accordo raggiunto anche con l’Antitrust Ue che aveva aperto un altro procedimento sempre pere sospetto cartello.