Budget Ue 2014-20: il Parlamento Ue boccia l’austerità e chiede più flessibilità. Barroso ‘Così com’è, non può funzionare’

di Alessandra Talarico |

Gianni Pittella: ‘Il Parlamento chiedeva e continuerà a chiedere, un bilancio dell’Unione moderno e ambizioso, capace di sostenere la ripresa europea e contribuire a mettere definitivamente alle spalle la crisi economica e finanziaria’.

Europa


José Manuel Barroso

Il Parlamento europeo si prepara ai negoziati sul bilancio di lungo termine (Multiannual Financial Framework – MFF), che stabilisce i limiti di spesa che Parlamento e Stati membri dovranno rispettare per ogni anno e per ogni rubrica di spesa per il periodo 2014-2020.

 

I leader Ue, durante il summit del 7 e 8 febbraio, si sono accordati per un livello degli impegni di spesa (le promesse contrattuali dell’Ue) di massimo di 960 miliardi di euro e per pagamenti (liquidità effettivamente disponibile per pagare i conti derivati dalle promesse) pari a 908 miliardi, entrambi a livelli inferiori al progetto di bilancio della Commissione europea (Leggi articolo Key4biz).

 

Un accordo considerato inaccettabile dalla maggior parte degli eurodeputati, che chiedono innanzitutto maggiore flessibilità per poter spostare i fondi non utilizzati da una rubrica ad un altra e da un anno all’altro. Il Parlamento, che ha in effetti potere di veto, chiede inoltre di introdurre una clausola di revisione a due o tre anni: “…Non accetteremo austerità durante tutto il periodo di sette anni coperto dal bilancio a lungo termine”, ha detto il leader del gruppo PPE Joseph Daul (FR).

 

“La flessibilità nel bilancio è essenziale”, ha affermato Hannes Swoboda (AT) per il gruppo S&D.

Una necessità su cui ha convenuto anche il presidente Manuel Barroso, secondo cui “senza un adeguato livello di flessibilità, il Quadro finanziario pluriennale cosi come proposto semplicemente non può funzionare”.

Barroso ha fatto presente che il nuovo bilancio destina ai pagamenti effettivi una quota di 129,7 miliardi l’anno, contro i 122,2 miliardi del bilancio ancora in vigore. Si tratta di 7,5 miliardi di euro in più all’anno, ma tutto dipende ora dalle soluzioni di flessibilità che verranno decise.

Ciò che accade ogni anno, è che molte risorse tornano indietro perché non sono state utilizzate, con alcuni Stati membri che hanno un livello incredibilmente basso di assorbimento. Questo è il motivo per cui ho detto chiaramente che nella sua forma attuale l’accordo concordato dal Consiglio europeo non funziona”, ha affermato Barroso, auspicando che vi sia, da parte del parlamento e del Consiglio, la volontà di giungere a un buon compromesso.

 

“La Commissione – ha affermato Barroso – avrebbe certamente preferito un risultato più ambizioso, date le enormi sfide legate alla promozione della crescita e dell’occupazione in Europa nei prossimi anni”.

“Nel rispetto di quanto convenuto all’unanimità dai 27 capi di Stato e di governo è il momento per il Parlamento di impegnarsi con il Consiglio e la Commissione è pronta ad assistere in questo processo”, ha aggiunto.

Di compromesso non all’altezza delle sfide che attendono l’Europa ha parlato anche il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella.

“Il Parlamento europeo chiedeva e continuerà a chiedere, un bilancio dell’Unione moderno e ambizioso, capace di sostenere la ripresa europea e contribuire a mettere definitivamente alle spalle la crisi economica e finanziaria”, ha affermato Pittella.

 

Molti deputati hanno quindi avvertito che il bilancio proposto consolida il crescente trend di deficit, vietato espressamente dai trattati.

“Abbiamo 200 miliardi di euro d’impegni non pagati ora e ne avremo oltre 300 miliardi nel 2020. Questo è il deficit europeo che stiamo creando”, ha avvertito Guy Verhofstadt (ALDE, BE).

 

Ricordiamo che tra le voci più penalizzate, ci sono le reti broadband: i fondi del piano Connecting Europe Facility destinati alla banda larga sono infatti passati dai 9,2 miliardi iniziali a 1 miliardo.