Wi-Fi nei locali pubblici. Il Garante ribadisce: i gestori non sono responsabili della navigazione dei clienti

di Alessandra Talarico |

Il Garante Privacy ha risposto a Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, che aveva portato all’attenzione dell’Autorità i dubbi legati a un’interpretazione controversa sollevata dai provider che forniscono programmi di archiviazione.

Italia


Wi-fi

Rispondendo a un quesito posto da Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio, il Garante Privacy ha confermato quanto già stabilito dal decreto ‘Milleproroghe’ del 2010, ossia che i gestori dei locali che vogliono offrire ai loro clienti la connessione Wi-Fi gratuita ed eventualmente mettere a disposizione anche Pc e terminali di vario genere, sono sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione dei loro clienti e, nel caso volessero entrare in possesso di informazioni più dettagliate, devono richiedere al consumatore di firmare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali.

 

Fipe aveva portato all’attenzione dell’Autorità i dubbi legati a un’interpretazione controversa sollevata dai provider che forniscono programmi di archiviazione.

Secondo queste interpretazione, sui gestori di bar e ristoranti gravava l’obbligo di registrare i dati degli utenti e gli esercenti dovevano essere anche ritenuti corresponsabili dei siti visitati dai loro clienti in caso di connessione alla rete con l’accesso telematico fornito dal locale.

 

Il Garante, dunque, non ha fatto altro che confermare quanto disposto nel 2010, quando venne abrogato l’obbligo, introdotto decreto Pisanu, per i gestori di locali pubblici e privati che forniscono accesso a internet, di richiedere e fotocopiare i documenti degli utenti e di conservarli in un archivio cartaceo: i gestori dei locali sono sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione dei loro clienti: il caso in questione rientra infatti fra quelli per i quali il trattamento dei dati personali non può essere effettuato senza il consenso degli interessati, così come nel caso relativo ai controlli sui Pc dei dipendenti.

“Pertanto, in primo luogo, gli esercenti che ancora dispongono di strumenti per il monitoraggio e l’archiviazione dei dati possono eliminarli, senza il rischio di alcuna responsabilità, rendendo così realmente libero il servizio di Wi-Fi offerto. Altrimenti, se vogliono continuare ad utilizzare tali sistemi in maniera legittima, sono tenuti a rendere informati i propri avventori dell’utilizzo che viene fatto dei dati monitorati, attraverso la sottoscrizione da parte loro del consenso al trattamento degli stessi”, spiega Fipe in una nota.

 

Per il presidente Fipe, Lino Stoppani, “La connessione Wi-Fi libera nei pubblici esercizi va verso la direzione delle smart city. Bar, ristoranti, discoteche, stabilimenti balneari diventano sempre più interattivi e sono così in grado di offrire ai clienti un servizio importante nell’era del digitale”.