Banking online: il 2013 anno della svolta per app mobili, sicurezza e Big Data

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Per Luca Collacciani di Akamai, il settore non potrà prescindere dal prestare più attenzione a elementi quali il crescente maggiore uso di app per il mobile banking, le sempre più sofisticate minacce alla sicurezza e la diffusione dei Big Data.

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L’utilizzo dei servizi bancari online prende sempre più piede: molto apprezzata dagli utenti la possibilità di evitare le code agli sportelli e di poter effettuare le operazioni comodamente a qualsiasi ora da casa o da qualsiasi altro posto, visto che i servizi sono disponibili anche sugli smartphone.

Proprio questa transizione del business dagli sportelli fisici all’online e al mobile richiede però una serie di accorgimenti che il settore non può permettersi di trascurare per crescere in maniera ‘sana’, nel rispetto cioè della necessità di garantire la massima sicurezza dei dati degli utenti.

 

Su quali sono queste priorità si è soffermato Luca Collacciani, Regional Sales Manager di Akamai, secondo cui il settore dovrà concentrarsi su tre elementi chiave: Internet e Web Security, salto di qualità dei servizi mobili, Big Data.

 

Innanzitutto, secondo Collacciani va ridefinito il concetto di Internet e di Web Security alla luce dei massicci attacchi informatici sferrati lo scorso anno ai siti di internet banking. Attacchi che hanno messo in evidenza l’incapacità di difendersi di numerosi gruppi finanziari, i quali non sono riusciti ad impedire il crollo, seppur temporaneo, dei propri siti.

Nel corso del 2012, inoltre, si registrato un sostanziale mutamento dell’infrastruttura e degli strumenti a disposizione dei criminali informatici i quali, grazie paradossalmente ai progressi tecnologici – aumento della velocità di connessione, avvento del 4G per il mobile e diffondersi di strumenti di attacco molto simili a video-game – riescono molto più facilmente ad attaccare anche più target contemporaneamente.

Non è poi da sottovalutare un trend emergente: lo scorso anno, in diverse occasioni, i cyber criminali sono riusciti a spostare il focus mediatico su di sé, sulla propria community di ‘hacktivist’, facendo passare l’attacco al sito in secondo piano.

“E’ chiaro – sottolinea Collacciani – che dietro ad azioni simili non sempre si nasconde una causa (giusta o sbagliata che sia); spesso gli scopi sono puramente fraudolenti e l’ideologia ‘hactivista’ non è che un comodo alibi”.

Quest’anno, quindi, il settore finanziario dovrà mettere in atto misure di difesa più efficaci e, soprattutto, “individuare una serie di alternative (una per tutte, il cloud) per garantire la continuità e la sicurezza del servizio offerto sul proprio sito web”, ha aggiunto.

 

A proposito, poi, della crescente diffusione e del sempre maggiore utilizzo delle app di mobile banking, che rendono possibile a chiunque di pagare una bolletta, di controllare il saldo  da remoto e di effettuare tutta una serie di operazioni che fino a poco tempo fa erano considerate ‘avanzate’, si può notare come siano i piccoli gruppi bancari a fare da apripista.

La parola d’ordine, quest’anno, sarà: differenziazione e ampliamento dell’offerta.

“La chiave è il customer engagement, ossia cercare di far sì che i clienti utilizzino la propria app più spesso e per un tempo medio più lungo” e, quindi, inglobare in queste app tutte quelle funzionalità che, tradizionalmente, erano riservate esclusivamente al web.

“Non più sufficiente né accettabile destinare alle app mobile un set limitato di funzioni”, spiega Collacciani.

 

Il 2013, infine, dovrebbe essere l’anno di svolta per l’uso dei Big Data con la comparsa delle prime applicazioni in ambito security, per garantire una maggiore tutela del consumatore, quanto mai importante in un settore così delicato come quello finanziario.

“Compito delle istituzioni finanziarie – ha concluso – sarà quello di valutare e capire come impiegare i modelli di utilizzo e di comportamento degli utenti a vantaggio della sicurezza del proprio sito e degli account dei clienti” (a.t.).