Agcom, Angelo Cardani: ‘Sì a un Ministro per l’Agenda digitale nel nuovo governo’

di Raffaella Natale |

Per il presidente Agcom, l’Agenzia dovrà intervenire pesantemente su una serie di leggi. Un Ministro per l'Agenda digitale potrebbe, quindi, essere utile di fronte alla 'prevedibile lotta di difesa di ruoli e posizioni' all'interno dei ministeri.

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Angelo Cardani

Continua il lavoro del direttore generale, Agostino Ragosa, che in questi giorni avrà una serie d’incontri al Ministero dello Sviluppo economico e al Miur, oltre che con i dirigenti degli enti – DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio – soppressi e confluiti nell’Agenzia digitale (Leggi Articolo Key4biz). Settimane ricche d’impegni e confronti per predisporre lo Statuto che dovrà essere consegnato già nelle prossime settimane al Governo, perché lo approvi con Decreto, così come prevede la Legge Sviluppo (art. 21, comma 4°).

 

Mentre qualcuno discute se l’approvazione di un simile atto rientri o meno nelle competenze di ordinaria amministrazione alle quali deve attenersi un governo dimissionario (Leggi Articolo Key4biz), il Dg continua, correttamente, nel suo lavoro.

 

L’Italia è, infatti, già in forte ritardo nell’attuazione dell’Agenda digitale, così come ha sottolineato in un’intervista al Sole24Ore di oggi il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, che parla di ‘ritardi biblici‘.

“L’Agenda digitale – ha puntualizzato polemicamente – dovrebbe essere il nuovo che avanza e, invece, tutto questo ritardo nell’approvazione, strutturazione, scelta, identificazione e nomina, ricorda una colla di stampo democristiano, una vecchia politica che negozia su tutto. Quasi la negoziazione di un Ministro delle Poste vecchio stampo”.

 

Aggiungendo che “l’Agenda digitale non è un programma di destra né di sinistra, ma un programma di buon senso e se si è trovato un direttore dell’Agenzia che si ritiene capace e adatto al ruolo, anche il prossimo governo dovrebbe andare in questa direzione”.

 

Il presidente dell’Agcom vede bene la possibilità di istituire un Ministero per l’Agenda digitale: “Perché no? Almeno nella fase iniziale l’Agenzia dovrà intervenire pesantemente su una serie di leggi e leggine che costituiscono spesso precondizione di giardinetti di proprietà di burocrati e direttori di ministero attaccati al loro piccolo potere. Per questo penso che la figura di un Ministro, potrebbe essere utile di fronte a questa prevedibile lotta di difesa di ruoli e posizioni”.