Rete tlc pan-europea: Telecom Italia vola in Borsa. Per Bruxelles piano ‘auspicabile’ ma la decisone è delle telco

di Alessandra Talarico |

Sulla scia della notizia, il titolo Telecom Italia arriva a toccare un rialzo del 9,06% per poi chiudere a +8,8%. In rialzo anche i titoli di France Telecom (+4,52%), Deutsche Telekom (+3,51%), KPN (+3,72%) e Telefonica il (+5,01%).

Europa


Joaquin Almunia

Le principali compagnie telefoniche europee stanno discutendo la creazione di un’infrastruttura di rete pan-europea per porre fine alla frammentazione esistente tra le reti nazionali ed essere più competitive sul mercato globale.

Il progetto, delineato nel corso di un incontro privato tenutosi a novembre a Bruxelles tra il commissario Ue antitrust Joaquin Almunia e i vertici dei maggiori operatori europei – tra i quali Deutsche Telekom, Orange (France Telecom), Telecom Italia, Belgacom, Kpn e Telefonica – è stato anticipato dal Financial Times e confermato da Antoine Colombani, portavoce di Almunia, che ha sottolineato come un piano del genere, pur auspicabile, “sarebbe un’iniziativa solo delle imprese e non della Commissione europea”.

Colombani ha confermato che nel corso della riunione si è discusso “della concorrenza nel settore in generale”. In particolare è stata quindi affrontata “la questione del consolidamento e di come la Commissione esamina le fusioni nel settore, nel quadro del regolamento Ue sulle concentrazioni”.

Almunia, ha riferito ancora il suo portavoce, considera la concretizzazione di una rete unica europea un progetto auspicabile per realizzare un vero mercato unico nel settore, “in quanto queste aziende operano attualmente con differenti filiali su base nazionale”.

“In ogni caso – ha concluso – dovrebbero essere valutati gli effetti sulla concorrenza di un piano del genere”.

 

L’operazione, se dovesse andare in porto, potrebbe tuttavia subire l’opposizione non tanto dell’Europa ma dei regolatori nazionali.

La Ue, che non vede di buon occhio le operazioni di fusione che potrebbero limitare la concorrenza sui mercati nazionali, non ha mai ostacolato gli accordi di network sharing considerati tra le altre cose un buon metodo per migliorare l’efficienza dei servizi a livello cross-border.

 

In Europa esistono 160 operatori contro i 4 degli Stati Uniti e i 3 della Cina e questo è un handicap per le ambizioni del mercato unico, principalmente alla luce delle forti difficoltà finanziarie che imperversano nel continente.

 

Un accordo paneuropeo di condivisione delle infrastrutture non sarebbe del resto di facile realizzazione dal punto di vista tecnico e legislativo, alla luce della “miriade di differenze” tra le infrastrutture e le regole esistenti nei diversi paesi Ue.

Servirebbe però, nota il FT, ad allineare l’Europa con la realtà dei mercati Usa e cinese e potrebbe produrre anche dei vantaggi per i consumatori.

 

Tra le ipotesi al vaglio delle telco, la creazione di una newco in cui far confluire le infrastrutture e i debiti associati a questi asset. Il nuovo veicolo, secondo il Financial Times, potrebbe essere usato come base wholesale per tutti gli operatori, con benefici legati alle economie derivanti dagli acquisti in comuni di attrezzature. Sarebbe inoltre facilitato l’accesso ai finanziamenti, pubblici e privati, per la realizzazione delle reti di nuova generazione.

 

Le notizie legate alla realizzazione di una rete europea unica stanno intanto facendo bene al titolo di Telecom Italia, che è arrivata a toccare un rialzo del 9,06% per poi chiudere a +8,8%. In rialzo anche i titoli degli altri operatori europei: France Telecom (+4,52%), Deutsche Telekom (+3,51%), KPN (+3,72%) e Telefonica (+5,01%).

 

Secondo un analista interpellato da MF-Dowjones, la mossa – anche se difficile da realizzare in tempi brevi – sarebbe infatti molto molto positiva per il settore perchè potrebbe permettere di “ovviare alle problematiche del finanziamento delle opere infrastrutturali accompagnato da un quadro regolatorio estremamente chiaro per tutti”.

 

Bisognerebbe tuttavia superare prima gli eventuali impedimenti contenuti nelle normative nazionali e convincere ogni singolo Stato ad accettare un quadro definito dall’Europa.

“La conseguenza di questa iniziativa – ha aggiunto l’analista – potrebbe portare i singoli operatori domestici ad accelerare nella creazione di network locali e in questo contesto la più favorita è proprio Telecom Italia che ha già avviato un simile dialogo, messo da parte in vista delle elezioni politiche che bloccano qualunque tipo di strategia”.