WCIT12, per gli Usa ‘due pesi due misure’? I repubblicani accusano: amministrazione Obama ipocrita sul tema della libertà di internet

di Alessandra Talarico |

Ieri, intanto, i lavori della Conferenza sono proseguiti e sono state approvate due delle tre principali raccomandazioni presentate dagli Usa. Ma non quella decisiva, ancora sotto scrutinio dei delegati.

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WCIT-12

L’amministrazione Obama è stata accusata di essere ‘ipocrita‘ sul tema della libertà di internet dal deputato Greg Walden, secondo cui non è corretto propugnare la libertà del web a livello mondiale e poi sostenerne la regolamentazione sul mercato domestico.

Mentre la folta delegazione Usa si batte a Dubai contro eventuali modifiche alle regole internazionali sulle telecomunicazioni (ITRs) che risulterebbero indigeste per il business delle web company americane, Walden – presidente della sottocommissione sulle comunicazioni e le tecnologie della Camera – punta il dito contro le regole della FCC sulla neutralità della rete. Sarebbero, dice, “un esempio della regolamentazione invasiva del governo su internet”.

 

Le regole richiedono ai fornitori di servizi internet di offrire accesso a tutti i siti allo stesso modo.

Nell’ottica delle politiche Usa sulla banda larga, improntate alla massima deregulation, i detrattori delle regole sulla net neutrality ritengono che queste norme siano un ostacolo  inutile al business, mentre i loro sostenitori le considerano essenziali per un internet aperto ed egualitario.

 

Nel mirino di Walden anche un provvedimento – in corso di elaborazione – sulla cybersicurezza, che ostacolerebbe la capacità degli Usa di criticare i paesi che cercano di controllare internet.

Il provvedimento incoraggerebbe gli operatori che gestiscono infrastrutture critiche di soddisfare standard minimi di sicurezza.

Secondo il deputato, “chi sostiene a livello internazionale la necessità dei governi di regolamentare Internet attraverso le Nazioni Unite cita quasi certamente la sicurezza informatica per giustificare tali sforzi”.

 

Ieri, intanto, i lavori del WCIT-12 sono proseguiti e sono state approvate due delle tre principali raccomandazioni presentate dagli Usa. Ma non quella decisiva, ancora sotto scrutinio dei delegati.

Gli Stati membri hanno concordato che la definizione di ‘telecomunicazioni’ deve restare immutata e che deve restare inalterato anche il campo di applicazione del Trattato.

La terza raccomandazione riguarda una distinzione tecnica ma molto importante per gli Usa perchè indica che il Trattato dovrebbe riferirsi soltanto alle ‘agenzie operative riconosciute’ – quindi gli operatori telefonici’ – e non alle ‘agenzie operative’. Quest’ultima definizione, in sostanza, potrebbe potenzialmente porre società come Facebook, Google e altre reti governative sotto la giurisdizione dell’ITU.

“Questi settori – secondo l’ambasciatore Usa Terry Kramer – hanno operato incredibilmente bene senza alcuna regolamentazione”.

Kramer sostiene che se non ci fosse distinzione si aprirebbe la strada alla censura e alle restrizioni dei contenuti gratuiti. Alcuni Paesi, però, ritengono che ormai non si possa più distinguere nettamente tra i due settori (tlc e internet) e che entrambi dovrebbero essere disciplinati dalla normativa ITU.

 

Alcuni Stati africani e arabi, inoltre, hanno adottato la proposta Etno di introdurre commissioni a carico delle aziende come Google che distribuiscono contenuti all’estero. Una decisione che secondo le tesi della delegazione Usa – totalmente sbilanciate a favore delle web company americane – inasprirebbe il digital divide perchè molti Paesi non riceverebbero più i contenuti di cui hanno bisogno.

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