Articolo 21: parte del ricavato dell’asta per le frequenze Tv al Fondo nazionale per l’editoria

di Raffaella Natale |

E’ questa la richiesta che il portavoce dell’Associazione, Giuseppe Giulietti, ha illustrato ai partecipanti al convegno sulla riforma dell’editoria, tenutosi oggi a Roma.

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Una parte del ricavato dell’asta per le frequenze del digitale terrestre venga devoluta al Fondo per l’editoria e l’emittenza. E’ la richiesta avanzata da Articolo 21 nel corso dell’incontro “La riforma dell’editoria tra tecnologie e pluralismo“, organizzato oggi a Roma da Mediacoop, Fnsi, Comitato per la libertà e il diritto alla informazione, alla cultura e allo spettacolo, Articolo 21, Slc-Cgil, Fisc, Agci, Confcooperative Federcultura e Uspi.

L’incontro, al quale hanno partecipato sia operatori del settore che della politica, ha cercato di fare il punto sulla legge delega per la riforma dell’editoria in discussione in Parlamento e sui finanziamenti pubblici ad essa destinati.

 

Per il portavoce dell’Associazione, Giuseppe Giulietti, “Si tratta di una grande questione democratica e di salvaguardia dell’articolo 21 della Costituzione. Il governo – ha aggiunto – ha fatto decreti su tutto tranne che sul conflitto d’interessi per non disturbare il titolare di questo conflitto“.

“Noi riteniamo – ha puntualizzato Giulietti – che la nostra proposta consentirebbe di far pagare una piccola quota parte a chi ha creato un mercato malato“.

 

Dall’assemblea è arrivata non solo la richiesta di salvaguardare il pluralismo anche attraverso i fondi pubblici, ma anche quella di sostenere il passaggio al digitale e accrescere la domanda di lettura e informazione.

 

Sul tema dell’asta, di cui è stata appena messo a consultazione pubblica il disciplinare di gara predisposto dall’Agcom, è tornato il senatore del Pd, Vincenzo Vita, entrando nel merito di alcune polemiche, vista la divisione dei sei multiplex i due sottoinsiemi – quello U più pregiato e con assegnazione quinquennale e quello L di qualità inferiore e con scadenza ventennale –  che prevedono costi diversi, chiedendo “Se si tratterà di un’asta o di un discount”. Anche Vita ha sostenuto la necessità di “ridistribuire parte delle risorse di quest’asta a tutta l’editoria, soprattutto quella minore“.

 

A proposito del Fondo per l’editoria e l’emittenza, il presidente della FNSI, Franco Siddi, ha ribadito la necessità d’impostare una programmazione triennale e non di stabilirne l’ammontare annualmente. “In questo modo – ha osservato – sarebbe possibile effettuare una programmazione di più ampio respiro al momento impossibile“.

 

Per il presidente di Mediacoop, Primo Salani, “il Fondo per l’editoria non appare uno strumento superato o parassitario, ma strategico. Delimitato nella sua destinazione alle forme di produzione d’informazione ritenute meritevoli di sostegno per il loro contributo a un’editoria autogestita indipendente, qualificato e organizzato, deve però – ha concluso – essere adeguato alla natura dei compiti che deve tutelare”.

“Occorre – ha ribadito anche Salani – che abbia un respiro triennale che consenta una minima certezza sul suo ruolo nelle politiche aziendali e che sia coordinato con le altre forme di intervento e aperto – ha concluso – alle nuove forme di produzione di informazione”.

 

Nel corso dell’appuntamento, tante le perplessità a proposito del testo di riforma dell’editoria. Il presidente di Mediacoop ha chiarito che la riforma dovrebbe definire con chiarezza il prodotto editoriale, tenendo conto di tutte le nuove forme di produzione dell’informazione; sostenere la riqualificazione professionale e favorire i processi di uscita delle professionalità non riconvertibili; favorire e garantire la figura dell’editore puro.

 

Un punto particolarmente delicato dovrebbe inoltre riguardare la pubblicità, prevedendo il riequilibrio del mercato, riducendo i tempi disponibili e costruendo efficaci forme di controllo e penalizzazione degli sforamenti.

 

Siddi ha, invece, posto l’accento sulla necessità di “sostenere il credito dell’editoria attraverso l’introduzione del credito d’imposta e favorendo l’occupazione qualificata e stabile anche attraverso incentivi e sgravi“.

Da qui la richiesta di un incontro urgente con il Sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo, perché possa ascoltare le richieste degli editori e portarle all’attenzione del governo.