IGF 2012: al via i lavori. Confronto multistakeholder sulla posizione dell’Italia

di Raffaella Natale |

Conferenza aperta sulla Carta dei principi di internet che verrà elaborata sulla base dei risultati della consultazione pubblica avviata dal MIUR.

Italia


Internet Economy

Si apre oggi a Torino la quinta edizione dell’Internet Governance Forum Italia, in programma fino al 20 ottobre, presso il Centro Congressi Environment Park.

Obiettivo principale di quest’appuntamento internazionale è di definire i contenuti della partecipazione italiana all’IGF globale in programma a Baku, in Azerbaijan, dal 6 al 9 novembre 2012, seguendo la natura aperta e multistakeholder che è propria dell’IGF.

 

Il programma prevede quattro ambiti di discussione: le caratteristiche dei Digital Divide in Italia; le Infrastrutture presenti ed emergenti; gli strumenti e le esperienze di eGovernment; il ruolo delle Agende Digitali.

 

Da Twitter (hashtag #igfit) sono arrivate diverse sollecitazioni riguardanti il tema degli open data e della gratuità dei dati, alla neutralità della rete e alle smart city e smart community.

Argomenti di cui si discute anche oggi nella sezione di SMAU, Smart City Roadshow (Leggi Articolo Key4biz), dove si parla della via italiana per le città intelligenti, per migliorare la qualità della vita, del lavoro e dei servizi.

 

Il forum vero e proprio apre i battenti domani. Nella giornata odierna è prevista una sessione “unconference”, aperta al confronto tra i partecipanti, sulla base degli spunti emersi nella consultazione pubblica sui principi fondamentali di Internet promossa dal MIUR.

 

In dettaglio, venerdì 19 in programma gli interventi istituzionali e l’avvio di sessioni di discussione sui temi di interesse generale relativi a internet: le tipologie, le cause e le proporzioni dei divari digitali; le implicazioni delle principali scelte infrastrutturali della Rete; i più rilevanti fattori abilitanti per l’imprenditorialità in Rete, implicazioni e possibili modelli di misurazione della neutralità della Rete.

Il 20 ottobre, si svolgeranno, invece, sessioni parallele incentrate su due macro-aree tematiche relative al ruolo della Rete nella gestione della vita sociale (eGovernment ed eDemocracy); i contenuti, le similarità e le differenze delle Agende digitali promosse a livello internazionale, europeo, nazionale e locale.

 

Oggi, quindi, la discussione sarà incentrata su quanto già emerso dalla consultazione pubblica online, lanciata dal MIUR, sui principi fondamentali di internet, in vista del prossimo Internet Governance Forum di Baku. Gli interessati potranno inviare i loro contributi fino al 1° novembre.

 

E’ la prima volta dalla creazione dell’IGF che il MIUR apre un dibattito pubblico in vista dell’appuntamento di Baku, promuovendo in tal modo un’effettiva partecipazione multistakeholder e il coinvolgimento della società civile, sulla posizione dell’Italia (Leggi Articolo Key4biz).

Una consultazione rivolta, in particolar modo, a coloro che operano in rete: cittadini, istituzioni pubbliche, enti di ricerca ed aziende attive nei settori dell’innovazione tecnologica, delle tlc, dell’informazione e della gestione dei dati personali.

 

Il Ministero di Francesco Profumo, riconoscendo i vantaggi di un’apertura ai contributi esterni, ha così inteso favorire il coinvolgimento delle parti interessate mediante un processo trasparente, facilmente accessibile e in grado di consentire agli interessati di esprimere il proprio punto di vista.

 

Sulla base dei contributi pervenuti, il MIUR elaborerà – entro il termine di due settimane dalla conclusione della procedura di consultazione (prorogabile in ragione del numero dei contributi pervenuti) – una nuova versione del documento oggetto di consultazione. Gli esiti della consultazione costituiranno il presupposto di eventuali proposte del Ministero da sottoporre al Consiglio dei Ministri, in particolare in vista dell’Internet Governance Forum di Baku.

 

Il web, si legge nella posizione italiana sui principi fondamentali di internet, sta emergendo come “Quinto Potere“, in grado di favorire la responsabilizzazione di governi e mass media di tutto il mondo. Allo stesso tempo, l’uso sempre più pervasivo di piattaforme in rete e dispositivi portatili ha esposto gli utenti a nuovi rischi, non ultimo l’abuso dei dati personali a scopi commerciali o la violazione della sicurezza delle infrastrutture stesse.

Per tutte queste ragioni, Internet può fungere da veicolo di emancipazione e promozione delle libertà fondamentali, e può stimolare processi di democratizzazione, contribuendo in tal modo a creare una società più giusta. La governance di Internet non può prescindere dall’apporto e dalla partecipazione attiva dei netizens, ossia coloro che quotidianamente usano e costruiscono la rete e le sue applicazioni. 

I principi fondanti della rete si possono dividere in cinque sezioni, che identificano gli ambiti a cui tali principi afferiscono:

 Principi generali, che definiscono le caratteristiche principali dell’infrastruttura;

  1. Cittadinanza in rete;
  2. Utenti in quanto consumatori di servizi in Internet;
  3. Produzione e circolazione dei contenuti;
  4. Sicurezza in rete.

I protocolli di Internet sono bene comune inalienabile, a garanzia della sopravvivenza stessa della rete. A nessun individuo o gruppo può essere impedito, in modo diretto o indiretto, di accedere ai contenuti pubblici disponibili in rete. Internet strumento cruciale per lo sviluppo e l’esercizio dei diritti umani. Internet, in quanto risorsa globale di interesse pubblico, è uno strumento economico e di facile uso.

 

Occorre garantire, si legge ancora, come più volte ribadito anche in sede comunitaria, che esso sia privo di qualsiasi barriera artificiale per la produzione, l’accesso, lo scambio e l’organizzazione della conoscenza.

 La neutralità della rete costituisce una garanzia che il futuro di internet mantenga quei requisiti di apertura, di competitività e di innovazione che hanno consentito il suo successo.  Tutti gli operatori, ribadisce il documento, adottano come minimo il criterio del “best effort” per garantire la raggiungibilità di tutte le reti; nessun dispositivo o rete é discriminato nella connessione con qualsiasi altro dispositivo o rete sulla base di criteri economici, politici, sociali.  Senza alcuna discriminazione, inoltre, sulla base del contenuto, del destinatario o mittente, del protocollo o dell’applicazione. Gli operatori possono offrire servizi di tipo premium, purché non siano associati a pratiche commerciali anticompetitive.

 Lo Stato riconosce che i cittadini devono poter beneficiare dei progressi della tecnologia digitale e delle sue applicazioni. Tali tecnologie possono contribuire in modo sostanziale a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici essenziali offerti dallo Stato, quali istruzione, giustizia e sanità, nonché ad ampliare le possibilità e le modalità di partecipazione democratica.

 Gli operatori e gli attori della rete sono liberi di competere su un piano di parità, e sono al tempo stesso obbligati a cooperare garantendo l’interconnessione. E’ nell’interesse e nelle prerogative dello Stato intervenire qualora le imprese di telecomunicazioni, per ragioni di mercato, non forniscano accesso ad Internet in banda larga in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.

 Le istituzioni pubbliche e le autorità locali offrono alla cittadinanza un’adeguata distribuzione di punti di accesso ad Internet, con e senza fili, in biblioteche, scuole, piazze, e altri centri di aggregazione pubblici. Oltre a favorire, anche attraverso un quadro normativo adeguato, la predisposizione di punti di accesso gratuito regolamentato in particolare per categorie di utenti specifici, quali per esempio i soggetti con particolare divario digitale.

 La nozione di open data è da intendersi come possibilità di accedere e riutilizzare pienamente i dati generati e detenuti dal settore pubblico. I dati e le informazioni la cui produzione e gestione è finanziata tramite fondi pubblici, inclusi quelli derivanti dalla ricerca scientifica, sono condivisi con i cittadini per la massimizzazione del loro potenziale sociale ed economico.

 Le istituzioni pubbliche, e in particolare il sistema educativo in collaborazione con imprese e governi locali, favoriscono l’acquisizione e l’aggiornamento continuo delle competenze digitali nei diversi settori della società, con particolare riguardo alla eterogeneità di esigenze ed abilità dei potenziali utilizzatori, senza discriminazione di soggetti appartenenti a categorie deboli o svantaggiate.

 

Grande spazio anche all’identità digitale e alla sua tutela, per la creazione di rapporti commerciali e sociali affidabili, per il tracciamento delle attività illegali e per la riservatezza delle informazioni personali e delle comunicazioni interpersonali.

Su privacy degli utenti e relative comunicazioni online, l’Italia chiarisce che la raccolta e l’uso di informazioni sulla persona a scopo commerciale è regolata nel rispetto del diritto della persona alla riservatezza,e attraverso lo sviluppo di approcci condivisi tra utenti, fornitori di servizi, istituzioni ed enti regolatori.

Le politiche di acquisizione e archiviazione dei dati personali sia da parte dell’utente che da parte di terzi, sono trasparenti. I dati personali appartengono all’utente, il quale è portatore del cosiddetto diritto all’oblio.

 Internet, si legge, ancora rappresenta un’opportunità senza precedenti per la condivisione di informazione e conoscenza. Permette inoltre a tutti gli utenti, con minime barriere di accesso, di creare contenuti e applicazioni.

Diritto d’autore, marchi, brevetti e segreto commerciale sono tutelati secondo le disposizioni dei trattati internazionali e, attraverso lo strumento della cooperazione internazionale, si tutelano il diritto alla copia personale, alla citazione e al riuso della conoscenza in rete. Si incoraggia l’adozione di modelli compatibili con la circolazione online dei contenuti creativi. Le sanzioni contro gli utenti che violano il diritto d’autore in rete sono ragionevoli. Gli operatori non sono obbligati ad agire da controllori della protezione delle proprietà intellettuale in ambiente digitale. Quest’ultimo è un aspetto alquanto controverso, sul quale ci sono diverse scuole di pensiero. Gli Isp hanno responsabilità o meno per i contenuti postati in rete dagli utenti in violazione della proprietà intellettuale? (Leggi Articolo Key4biz)

 L’Italia si adopera anche per fare inventario delle infrastrutture presenti sul territorio nazionale (connettività, interconnessione, fibre ottiche internazionali, data center…) ed esegue periodiche verifiche sul grado di resilienza dell’insieme delle infrastrutture che risiedono nel Paese rispetto a guasti catastrofici o eventi imprevedibili.

Il nostro Paese ha, inoltre, previsto adeguate misure per assicurare l’integrità della rete e il suo uso non malevolo o per fini terroristici e criminali, salvaguardando al tempo stesso il suo uso nell’esercizio della libertà di espressione.

 

 

Per maggiori informazioni:

Programma IGF 2012 Torino

Segui l’evento su Twitter con l’hashtag #igfit