Il governo rivede le stime: contrazione del Pil del 2,4% e nel 2013 calo della crescita. Ancora più urgente l’approvazione dell’Agenda digitale

di Raffaella Natale |

Le aziende IT ribadiscono l’urgenza dell’approvazione del Decreto Digitalia altrimenti, avvertono, si rischia di arrivare alla fine della legislatura senza aver rispettato l’impegno assunto nei confronti dell’Europa e del nostro Paese.

Italia


Vittorio Grilli, Mario Monti, Antonio Catricalà

Contrazione del Pil del 2,4% e nel 2013 crescita leggermente negativa. Previsioni al ribasso, quindi, rispetto ai dati del Documento di economia e finanza dello scorso 18 aprile, quelle presentate ieri dal Governo sui conti pubblici per il periodo 2012-2015 (Nota di Aggiornamento del DEF).

La spiegazione, spiega l’esecutivo di Mario Monti, sarebbe legata al peggioramento dello scenario internazionale, in particolare della zona euro.

 

La situazione non sembra mettersi bene, neanche per il mercato ICT, visti i ritardi che si stanno registrando nell’approvazione delle nuove misure normative per la realizzazione dell’Agenda digitale (Leggi Articolo Key4biz), nonostante il vicepresidente della Commissione Ue, Neelie Kroes, continui a ribadire che la politica debba muoversi “subito e nel modo giusto, per promuovere l’uso dell’ICT, quale strumento concreto per uscire dalla crisi che imperversa in Europa” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Le aziende italiane che operano nel mercato dell’innovazione tecnologica non hanno nascosto la loro preoccupazione (Leggi Articolo Key4biz), per lo slittamento dell’approvazione del Decreto Digitalia e anche per il ritardo  con cui si sta procedendo alla scelta del Direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, chiamato a svolgere un ruolo alquanto delicato per gli impegno del nostro Paese nella realizzazione degli obiettivi fissati da Bruxelles col Piano Horizon 2020.

 

Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di Netconsulting, ha dichiarato a key4biz, che “In questo modo non solo il nostro Paese non riesce a recuperare il grave ritardo di diffusione ed utilizzo dell’ICT che ha accumulato nel corso degli ultimi anni nei confronti dell’Europa ma, circostanza ancor più grave, le imprese, soprattutto le PMI, avendo a disposizione budget sempre più ridotti, non riescono a introdurre le innovazioni necessarie per migliorare efficienza interna e competitività, obiettivi non più raggiungibili attraverso  soltanto una riduzione dei costi” (Leggi Intervista).

 

Paolo Angelucci, Presidente di Assinform (Associazione delle aziende di IT aderente a Confindustria), ha commentato che “Questo ritardo minaccia di far pagare un prezzo troppo elevato alle imprese e al Paese, prima ancora che al nostro settore”.

 

L’anno prossimo, infatti, a causa dell’effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012, è previsto una contrazione dello 0,2%. Nel 2014-2015, invece, l’attività economica crescerebbe rispettivamente dell’1,1% e dell’1,3% grazie all’aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l’economia.

 

Al mantenimento della stabilità finanziaria, si legge nella nota, il governo sta affiancando una forte azione di sostegno della crescita economica e della produttività fondata su alcuni pilastri fondamentali: miglioramento dei meccanismi del mercato del lavoro; liberalizzazioni e altri interventi a favore della concorrenza; semplificazioni ed efficienza della PA; promozione della R&S e dell’istruzione; nuovi meccanismi per accelerare la realizzazione delle infrastrutture; efficientamento della giustizia civile.

 

Tuttavia si segnala un miglioramento della situazione dei conti pubblici nei primi otto mesi dell’anno, con un Fabbisogno di cassa del settore statale che si è ridotto di 13,6 miliardi di euro attestandosi a 33,5 miliardi di euro. Questo è stato possibile grazie a una riduzione della spesa e a un aumento delle entrate sebbene, in quest’ultimo caso, più modesto del previsto. Purtroppo gli oneri finanziari sono aumentati in questa fase a causa delle incertezze nella zona euro, che solo di recente sembrano avviarsi verso una attenuazione.

 

E’, inoltre, previsto un indebitamento netto strutturale della PA del -0,9% del PIL nel 2012, in riduzione di 2,8 punti percentuali rispetto al 2011. Nel 2013, l’indebitamento è atteso attestarsi a +0,2%.

 

Pertanto il Governo conferma l’obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali nel 2013, malgrado l’impatto di eventi naturali avversi – quali il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012 – e la presenza di un rallentamento dell’economia più significativo di quanto previsto nel DEF, abbiano determinato l’esigenza di assumere spese incomprimibili.

Il governo ricorda anche che, in conformità con quanto previsto dal Fiscal Compact, “il saldo strutturale annuo della PA è pari all’obiettivo di medio termine specifico per il Paese (…) con il limite inferiore di un disavanzo strutturale dello 0,5% del PIL ai prezzi di mercato”.

 

In termini nominali l’indebitamento netto 2012-2013 ammonta, rispettivamente, a -2,6% e -1,6%.

 

Considerata la ripresa dell’attività economica e il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, è prevista una riduzione del debito pubblico dai 123,3 punti percentuali dell’anno in corso, a 122,3% nel 2013, 119,3% nel 2014 e 116,1% nel 2015, al netto dei sostegni erogati o in corso di erogazione ai Paesi dell’area dell’Euro.

 

Il Governo ritiene che, grazie alla gestione oculata delle finanze pubbliche, alle riforme strutturali introdotte, e grazie altresì ai segnali di svolta per la stabilità finanziaria nell’Eurozona, sia possibile una rapida inversione della congiuntura economica, data la stabilità di fondo della posizione finanziaria di famiglie e imprese e la capacità di reazione e innovazione del sistema Italia.

 

Intanto, però, gli ultimi dati del Rapporto Assinform sull’andamento del settore italiano dell’Ict nel 2011 hanno evidenziato forti criticità: – 3,6% nel 2011/2010, contro, il +1,1% registrato  in Europa e il +4,3% nel mondo.

Aggiungendo, però, che cresce del 20% la domanda collegata ai servizi e ai prodotti mobili e alle reti di nuova generazione, ma che per esprimersi in tutta la sua potenzialità attende condizioni infrastrutturali, fiscali e amministrative adeguate. Condizioni che in buona parte sono materia del tanto atteso Decreto Digitalia, per il quale, Assinform sollecita non solo la sua rapida approvazione, ma anche l’indicazione certa dei tempi di emissione dei regolamenti attuativi.

 

Allarme lanciato qualche giorno prima anche da Confindustria Digitale che in una nota ha evidenziato: “L’approvazione del decreto legge Digitalia rappresenta una vera e propria priorità nazionale che non può essere ulteriormente  rinviata”.

“E’ infatti evidente – ha ribadito Confindustria Digitale – che, se il varo del decreto e la nomina dei vertici dell’Agenzia per l’Italia Digitale dovessero ancora tardare, ci sarebbe il rischio concreto di arrivare alla fine della legislatura senza aver rispettato l’impegno assunto, anche nei confronti dell’Europa, di dotare il nostro Paese di un’Agenda Digitale”.